
ROMA – Una visione e un piano d’azione condiviso per sostenere e promuovere il vino italiano, patrimonio culturale e pilastro dell’economia nazionale, salvaguardando il comparto dagli attacchi ideologici del neo-proibizionismo provenienti da alcuni ambienti europei e sovranazionali, oltre che uno sguardo sull’attualità dai rapporti commerciali con gli Stati Uniti alla vendemmia già in corso in alcune aree del Paese.
Questo il fulcro dell’incontro tenutosi oggi a Palazzo Chigi tra i rappresentanti della filiera vitivinicola italiana – Alleanza Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini – e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario di Stato alla Salute, Marcello Gemmato.
La giornata di oggi segna l’avvio di un nuovo percorso strategico per la definizione di una campagna di comunicazione istituzionale, con l’obiettivo di tutelare il vino e l’intero settore vitivinicolo, pilastri dell’economia e dell’identità nazionale, rafforzandone il valore autentico sia sul mercato interno che nello scenario globale.
Il tavolo si è si è concluso con l’intervento non previsto della premier, Giorgia Meloni, per ribadire la vicinanza del governo al settore in un momento così delicato.
“Meloni ci ha dato un segnale di buona speranza”, ha commentato il rappresentante del coordinamento di filiera, Piero Mastroberardino.
“È importante l’interesse mostrato oggi dal governo, è un segnale significativo di attenzione che ci aspettavamo – commenta il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti –. Ritengo che il settore del vino sia uno di quelli fondamentali nell’economia del Paese. In questa fase è un settore sotto attacco, anche per tante ideologie”.
“Credo che ci sia spazio per una forte campagna di comunicazione per mostrare i valori positivi che il vino oggi può trasmettere, ma anche per riflettere su come rafforzare e migliorare la filiera del vino. Sapere che il governo si sia reso disponibile a questa cosa: per noi è importante”, aggiunge Giansanti.
Per i componenti del tavolo della filiera del vino, l’incontro ha dimostrato quanto sia impellente la necessità di una risposta nazionale unitaria, strutturata e incisiva per contrastare tendenze allarmistiche e proibizioniste che si registrano a livello internazionale. Ciò anche in vista della definizione dell’aggiornamento della Dichiarazione delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, attesa per la fine del prossimo settembre.
Tutti gli interventi dei partecipanti al coordinamento di settore hanno battuto sulla necessità impellente di una risposta nazionale unitaria, strutturata e incisiva per contrastare tendenze allarmistiche e proibizioniste che si registrano a livello internazionale. Ciò anche in vista della definizione dell’aggiornamento della Dichiarazione delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, attesa per la fine del prossimo settembre.
I rappresentanti delle sigle di settore hanno anche sottolineato l’urgenza di sostenere una comunicazione che rimetta al centro i valori culturali e sociali del vino: un prodotto che è espressione di storia, tradizione e legame indissolubile con il territorio e le comunità locali. Tale iniziativa dovrà promuovere con chiarezza la cultura del bere responsabile, ispirato ai princìpi di moderazione e convivialità tipici della Dieta mediterranea e dovrà veicolare un messaggio chiaro e autorevole, fondato su un approccio trasparente e oggettivo, basato sulle più recenti evidenze scientifiche.
“Le sfide e le difficoltà che sta attraversando il settore sono tante e bisogna essere uniti – ha dichiarato Gianmichele Passarini, vicepresidente nazionale di Cia -. Mai come ora il vino è sotto attacco e l’introduzione dei dazi Usa è l’ennesimo colpo. Per questo c’è bisogno di fare quadrato e sostenere il comparto con risposte concrete e tempestive”.
La presidente di Fivi, Rita Babini, nel ringraziare il Ministro e il Governo per l’attenzione rivolta alle necessità del settore, ha sottolineato l’importanza di interventi strutturali che lo accompagnino verso innovative strategie di comunicazione e promozione e verso una riforma del modello produttivo, adattandosi alle condizioni di mercato di oggi e di domani.
“Facilitare le vendite ai privati, dando pieno sviluppo al libero commercio tra i Paesi dell’Unione europea; attività di promozione e sostegno alle imprese per una diversificazione dei mercati, semplificando l’accesso alle misure per le aziende di medie e piccole dimensioni, oggi di fatto escluse; nuove misure di promozione a livello intracomunitario. Sono solo alcune delle misure che proponiamo di mettere in campo, certi della condivisione da parte di tutta la filiera” ha spiegato Babini.
“Apprezziamo e sosteniamo lo sforzo del Governo nel difendere la viticoltura e il vino come patrimonio economico, sociale e culturale del nostro Paese, anche attraverso la promozione di una possibile campagna istituzionale. Grazie a questo sforzo, i protagonisti del mondo del vino potranno essere messi nelle condizioni migliori per muoversi nei mutati contesti di mercato, di fronte a nuovi modelli di consumo e a diverse aspettative generazionali. Il vino ha un futuro da costruire, non solo un passato da difendere, e i Vignaioli sono pronti a fare la loro parte”.
“Vinitaly è da sempre uno strumento al servizio delle imprese, delle istituzioni e, oggi più che mai, vuole rafforzare la propria azione a sostegno del sistema vitivinicolo del Paese. Insieme possiamo affrontare le molte sfide attuali, non ultima quella dei dazi negli Stati Uniti, un mercato strategico che dobbiamo difendere”, ha detto il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo.
“Ringrazio la premier Meloni, i ministri Lollobrigida e Urso, e il sottosegretario Gemmato, per la grande attenzione dimostrata a questo tavolo di ascolto al quale è stato invitato anche Vinitaly – ha detto Bricolo –. La nostra partecipazione testimonia come la promozione del vino all’estero non possa prescindere da una visione corale, in grado di unire imprese, consorzi, associazioni e istituzioni. In questo scenario servono massa critica, visione strategica e coordinamento per affrontare l’impatto dei dazi senza disperdere risorse o opportunità. Vinitaly è pronto a fare la sua parte, al fianco delle aziende e delle politiche nazionali, per difendere un mercato – quello americano – che con 1,9 miliardi di euro in valore nel 2024, vale da solo quasi un quarto dell’intero export vinicolo italiano”.
Da sempre la missione di Vinitaly è promuovere business e cultura del vino italiano all’estero, in collaborazione con Ice-Agenzia, sistema camerale e diplomatico. Con eventi in mercati strategici – come la seconda edizione di Vinitaly.USA a Chicago (5-6 ottobre) e il ritorno in India a gennaio 2026, oltre agli appuntamenti consolidati in Cina per l’Asia e in Brasile per il Mercosur –, la fiera si conferma così uno strumento di politica industriale e commerciale.
“L’urgenza di tutelare uno dei principali simboli del made in Italy impone risposte coordinate e gli interventi fatti da tutti i presenti oggi al tavolo del vino – richiesto dal ministro Lollobrigida al quale va il merito di averlo organizzato in tempi molto rapidi – dimostrano una voglia di procedere uniti in questa direzione – ha concluso Bricolo – . Dalla necessità di rafforzare la promozione nei mercati maturi ed emergenti, alla difesa del valore culturale del vino contro pregiudizi e disinformazione: in questo contesto, Vinitaly rappresenta la piattaforma comune per dare voce e forza al nostro vino nel mondo”.
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