20 Agosto 2025
Kodak a rischio chiusura dopo quasi un secolo e mezzo di vita: «Non ci sono più risorse per pagare i debiti»


di
Margherita Montanari

La storica società statunitense di macchine fotografiche fondata a fine ’800 avverte gli investitori: «Non c’è liquidità disponibile per ridurre il debito di 500 milioni di dollari»

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Il marchio che, precorrendo i tempi, entrò nel mercato promettendo di rendere la fotografia «comoda come la matita» rischia di chiudere dopo circa 140 anni di attività. Con una nota pubblicata a margine della pubblicazione del bilancio, la Eastmat Kodak – che negli ultimi anni ha cominciato a presidiare anche il settore farmaceutico – ha avvertito gli investitori di non avere «finanziamenti impegnati o liquidità disponibile» per ridurre il debito di 500 milioni di dollari. Pur contando di ricavarla interrompendo i versamenti al Fondo pensionistico della società, solleva «dubbi sostanziali sulla capacità della società di continuare la propria attività alla data di emissione dei dati finanziari del secondo trimestre». 

L’ascesa di Kodak

L’azienda con sede a Rochester, nello stato di New York, e fondata dall’americano George Eastman nel 1880, ha brevettato la prima macchina fotografica portatile della storia: la prima fu venduta nel 1888, anche se l’attività vera e propria di produzione risale al 1892. Ne seguiranno molti altri di brevetti, fino alla soglia odierna di 79 mila, che hanno permesso alla società di presidiare il mercato delle pellicole fotografiche e della produzione di pellicole cinematografiche e apparecchiature per immagini e per la stampa. La svolta digitale, nei primi anni Duemila, avvia il tramonto dell’immagine analogica e di tutti i materiali connessi. Rischia così di interrompersi un’attività che ha accompagnato 133 anni di storia. 




















































La crisi degli anni Duemila e il fallimento

I conti di Kodak hanno iniziato a mostrarne i segni. Negli anni ’90, le vendite dell’azienda di Eastman oscillavano tra i 13 e i 15 miliardi di dollari. Nel 2.000 sono scese a 1,4 miliardi e a 800 milioni nel 2002. L’innovazione ha corso più forte e la concorrenza, in particolare delle compagnie giapponesi, come Fujifilm, ha portato Kodak, dopo il 2006, a un vero e proprio tracollo, fino alla dichiarazione del fallimento, nel 2012. Nel 2020, in piena pandemia, l’azienda ha avviato un’operazione di diversificazione che l’ha proiettata nell’industria farmaceutica.

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I conti del secondo trimestre

Nell’annunciare i conti al secondo semestre 2025, lunedì 12 agosto, Eastmat Kodak ha evidenziato – stando alle parole del ceo, Jim Continenza – di aver fatto «progressi rispetto al piano a lungo termine, nonostante le sfide di un contesto incerto». La società dispone di 155 milioni di dollari di liquidità e mezzi equivalenti, in calo di 46 milioni rispetto al 31 dicembre 2024, di cui 70 negli Stati Uniti. Il calo, si legge nella nota, è dovuto principalmente «alle spese in conto capitale sostenute per finanziare iniziative di crescita, alle variazioni del capitale circolante, all’impatto dell’aumento dei costi e alla minore redditività delle attività operative». I dazi, invece, preoccupano meno la realtà di Rochester, visto che la produzione avviene negli Usa e non dipende dalle importazioni. L’anno scorso Kodak aveva annunciato che avrebbe posto fine al suo piano pensionistico per estinguere il debito, secondo quanto riportava il Wall Street Journal.  

Il rischio chiusura 

E così martedì 13 agosto l’azienda ha aggiunto alla nota che sussistono «dubbi sostanziali» sulla sua capacità di continuare a operare come impresa. Potrebbe infatti non disporre delle risorse finanziarie necessarie per rientrare nel proprio debito a breve termine da 500 milioni di dollari e a degli oltre 200 milioni di dollari di passività pensionistiche. La società si è comunque detta «fiduciosa di poter estinguere una parte significativa del suo prestito a termine ben prima della scadenza e di modificare, estendere o rifinanziare il debito residuo e/o le obbligazioni relative alle azioni privilegiate».  


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13 agosto 2025 ( modifica il 13 agosto 2025 | 16:52)

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