
Filiera tabacchicola, un patto decennale da 1 miliardo tra Philip Morris, Coldiretti e Mipaaf.
Si tratta di un investimento strutturale da 1 miliardo di euro, una pianificazione decennale che coinvolge circa 1.000 aziende agricole e tre regioni chiave del comparto tabacchicolo italiano – Campania, Umbria e Veneto – e un impatto annuo stimato in 150 milioni di euro di Prodotto Interno Lordo.
È quanto prevede il nuovo accordo tra Philip Morris Italia, Coldiretti e il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che punta alla valorizzazione dell’intera filiera attraverso un modello produttivo innovativo, sostenibile e meccanizzato.
Filiera tabacchicola, un patto decennale da 1 miliardo tra Philip Morris, Coldiretti e Mipaaf che coinvolge circa 1.000 aziende agricole
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Evoluzione nella contrattualistica agricola
Per la prima volta, l’intesa tra la multinazionale e il comparto agricolo italiano si estende su un orizzonte decennale, superando i tradizionali accordi triennali o quinquennali. Questo approccio long-term consente alle imprese agricole di pianificare investimenti a medio-lungo termine, specialmente sul fronte della meccanizzazione agricola e dell’efficientamento energetico.
La durata dell’accordo è pensata per dare stabilità economica e permettere alle aziende agricole di innovare e professionalizzarsi, spiega Cesare Trippella, responsabile Leaf EU di Philip Morris.
Il settore tabacchicolo, oggi, può rappresentare un laboratorio di trasformazione agricola a beneficio dell’intero comparto primario.
Ripartizione degli investimenti: 70% alla produzione agricola
Il 70% del miliardo di euro sarà destinato alla parte agricola della filiera. Ciò significa investimenti diretti nella modernizzazione delle coltivazioni, nell’adozione di tecnologie digitali, nella formazione professionale e nel rinnovamento del parco macchine agricole, con particolare attenzione a trattori specializzati, sistemi di irrigazione automatizzati e sensoristica avanzata per il monitoraggio colturale.
Il 70% del miliardo di euro sarà destinato alla parte agricola della filiera. Ciò significa investimenti diretti nella modernizzazione delle coltivazioni e delle tecnologie
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Inoltre, si favorisce la transizione energetica: molte aziende hanno già abbandonato l’uso del gasolio in favore di fonti rinnovabili, come biomasse e impianti fotovoltaici integrati nei processi di essiccazione e trasformazione.
Il progetto Digital Farmer: giovani e innovazione in campo
Al centro dell’accordo c’è anche il programma Digital Farmer, sviluppato in collaborazione con l’Università di Perugia, che mira a coinvolgere giovani agricoltori in un percorso formativo avanzato orientato su: tecnologie 4.0 per l’agricoltura; agronomia di precisione; sostenibilità e circolarità produttiva
imprenditorialità e gestione aziendale
Un’iniziativa pensata per creare una nuova generazione di agricoltori-tecnologi, capaci di gestire aziende competitive e resilienti ai cambiamenti del mercato e del clima.
Un impatto economico e occupazionale tangibile
I numeri dell’intesa parlano chiaro: Campania,10.000 posti di lavoro e 24,8 milioni di euro/anno di PIL; Veneto, 9.170 occupati e 55,8 milioni €/anno; Umbria, 9.500 posti di lavoro e un contributo al PIL pari a 68,3 milioni €/anno.
A ciò si aggiunge la funzione strategica dell’Umbria come hub nazionale per l’innovazione nel settore: qui si trovano il Leaf Innovation Hub, in partnership con l’Ateneo perugino, e il centro europeo di stoccaggio del tabacco (European Leaf Warehousing Center). A Terni opera anche il Philip Morris DISC, polo di assistenza tecnica per prodotti senza combustione.
Filiera corta, logistica razionalizzata, sostenibilità reale
L’accordo conferma l’impostazione a filiera corta, senza intermediari: la gestione diretta dell’acquisto, del ritiro e della prima trasformazione consente maggiore tracciabilità, riduzione dei costi logistici e abbattimento dell’impatto ambientale. Un modello che, secondo gli operatori, potrebbe fare da apripista anche in altri comparti agricoli ad alto valore.
L’accordo conferma l’impostazione a filiera corta, senza intermediari
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Verso un’agricoltura meccanizzata, decarbonizzata e formata
Come sottolineato da Gennaro Masiello, vicepresidente di Coldiretti,
Il patto decennale consente di avviare un lavoro serio sulla formazione continua degli operatori agricoli, sulla stabilizzazione della forza lavoro e sulla valorizzazione delle imprese più innovative, che sono anche quelle più meccanizzate.
Con il rinnovo degli accordi e l’iniezione di capitali sulla filiera, molte aziende stanno già programmando l’acquisto di nuove macchine agricole: trattori isodiametrici, sistemi automatizzati per la raccolta, attrezzature per la lavorazione minima e soluzioni per la riduzione dell’impatto ambientale.
Questo accordo segna un punto di svolta non solo per il comparto tabacchicolo, ma anche per le modalità con cui l’agricoltura italiana può affrontare i temi dell’innovazione, della sostenibilità e della competitività. Le aziende agricole coinvolte si troveranno a operare in un contesto strutturato, stabile e dotato di strumenti per una crescita reale, sotto il segno della digitalizzazione, della meccanizzazione intelligente e della formazione professionale.
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