
La nuova fotografia creditizia pubblicata da Banca Popolare Cinese racconta in poche righe un cambio di passo: il denaro pubblico non corre più verso l’economia di massa, ma verso quei comparti capaci di ridisegnare il futuro industriale, sociale e ambientale del Paese.
Indicazioni dal secondo trimestre 2025
Il rapporto di politica monetaria del secondo trimestre 2025, reso noto poche ore fa dalla PBOC, fornisce una mappa estremamente dettagliata sulla rotazione delle leve finanziarie cinesi. I tecnici dell’istituto segnalano che i prestiti destinati a settori strategici hanno registrato progressioni a doppia cifra, mentre il credito tradizionale è stato mantenuto sotto stretto controllo. L’obiettivo dichiarato è accompagnare una crescita definita “di alta qualità”, termine con cui Pechino indica produzione a maggior contenuto di conoscenza, ridotto impatto ambientale e miglior distribuzione dei benefici lungo la società. In altre parole, la banca centrale orienta il capitale verso progetti che promettono vantaggi strutturali piuttosto che risultati estemporanei.
Cinque sono gli ambiti che emergono con forza dal documento: scienza e tecnologia, sviluppo verde, finanza inclusiva, assistenza agli anziani ed economia digitale. Nel periodo concluso a giugno, i finanziamenti a questi comparti hanno sperimentato incrementi compresi fra l’11,5 % e il 43 % su base annua, percentuali che spiccano anche nel contesto di un sistema bancario considerato già il più generoso al mondo in termini assoluti. La scelta non è casuale: ogni categoria risponde a una specifica urgenza nazionale, dal rinnovamento industriale alla sfida demografica, passando per la riduzione delle disuguaglianze e la transizione climatica.
Finanza inclusiva e radici territoriali della crescita condivisa
Fra tutti, il capitolo dedicato alla finanza inclusiva appare particolarmente rivelatore. Il credito destinato a piccole e medie imprese, aree rurali e micro-attività ha messo a segno un avanzamento dell’11,5 %, proiettandosi su volumi che, pur non specificati nel dettaglio, vengono descritti come «rilevanti» dagli analisti della PBOC. La logica è duplice: attenuare il rischio di concentrazione economica nelle grandi metropoli e offrire a tessuti produttivi minori la possibilità di agganciarsi ai circuiti dell’innovazione. In un Paese vasto quanto un continente, il riequilibrio territoriale rimane infatti condizione imprescindibile per la stabilità sociale.
Non si tratta però soltanto di allargare la platea dei beneficiari del credito. La banca centrale, attraverso incentivi regolamentari, spinge gli istituti commerciali a sviluppare nuovi strumenti di valutazione del merito creditizio, tarati su realtà che spesso non dispongono di garanzie tradizionali. Piattaforme digitali, raccolta dati in tempo reale e scoring alternativi diventano così il back-end di un sistema che vuole ridurre il costo del capitale per categorie a lungo trascurate. Il messaggio che arriva da Pechino è chiaro: nessuna trasformazione di vasta scala può prosperare se una parte dell’economia resta ai margini.
Economia digitale, motore trasversale di innovazione
L’economia digitale, che già costituisce oltre un terzo del PIL cinese, vede crescere i volumi di prestiti dell’11,5 % nel periodo in esame. Dietro la cifra si nasconde un mosaico di interventi: finanziamento di infrastrutture cloud, potenziamento di reti di data center e capitali freschi a piattaforme di intelligenza artificiale e e-commerce. La PBOC considera queste direttrici essenziali per accrescere produttività e valore aggiunto, in particolare nelle catene di fornitura manifatturiere che desiderano integrarsi con servizi digitali avanzati. Il governo centrale punta così a consolidare la leadership tecnologica nazionale, rafforzando la resilienza delle filiere critiche.
L’approccio è tutt’altro che privo di condizionamenti: i flussi creditizi verso il digitale sono legati a requisiti di sicurezza dei dati e di interoperabilità tra piattaforme. In tal modo, le autorità monetarie intendono prevenire fenomeni di concentrazione monopolistica e proteggere la privacy dei cittadini. Banche statali, istituti privati e operatori fintech sono chiamati a cooperare in sandbox regolamentari pensate per testare servizi in un contesto supervisionato. L’intento non è soltanto inseguire le tendenze globali, ma definire standard propri che possano essere esportati nei mercati emergenti connessi alla Nuova Via della Seta.
Ricerca avanzata e tecnologia, pilastri dell’autonomia
Il segmento scienza e tecnologia registra un’espansione del 12,5 %, portando i prestiti totali a 44,1 trilioni di yuan, equivalenti a circa 6,18 trilioni di dollari. Numeri che parlano da soli: in un clima di tensione geopolitica, Pechino considera la capacità di innovare internamente come precondizione per la propria sicurezza. Laboratori di semiconduttori, progetti di biotecnologia e applicazioni quantistiche figurano tra i beneficiari, segno della volontà di occupare rapidamente fasce di mercato finora dominate da concorrenti esteri. Le direttrici sono decise: ridurre dipendenze critiche e scalare la catena del valore globale.
Per sostenere l’operazione, la banca centrale ha perfezionato schemi di rifinanziamento mirati, che consentono alle banche commerciali di convertire in liquidità pre-concessa i prestiti erogati a progetti di ricerca prioritari. Ciò comporta un abbattimento di rischio che incentiva il settore privato a investire dove i ritorni sono incerti per natura, ma potenzialmente elevati. Parchi tecnologici, università e startup vengono così integrati in un loop virtuoso di capitale e conoscenza. L’obiettivo ultimo rimane la costruzione di un sistema innovativo autosufficiente, capace di resistere a eventuali restrizioni sull’export di tecnologie critiche.
Trasformazione verde: la corsa verso la neutralità
Se la crescita deve essere di «alta qualità», allora il sviluppo verde rappresenta la spina dorsale ambientale dell’intera strategia. I prestiti a questo comparto sono saliti del 25,5 % anno su anno, un balzo che testimonia l’impegno del Paese a centrare la neutralità carbonica prima del 2060. L’iniezione di capitale finanzia impianti solari, parchi eolici offshore, reti elettriche intelligenti e iniziative di efficienza energetica nei settori ad alta intensità di consumo. Enormi fondi confluiscono anche nelle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, considerate cruciali per abbattere le emissioni residue.
La PBOC ha perfezionato meccanismi che premiano le banche capaci di generare portafogli a basse emissioni certificati, offrendo tassi di rifinanziamento preferenziali e ponderazioni di rischio ridotte. Simultaneamente, linee guida più rigide vincolano nuovi prestiti a comparti carbon-intensivi. L’obiettivo è riallocare risorse dal vecchio al nuovo modello industriale. Il legislatore monetario, in questo modo, trasforma la transizione ecologica in una leva di competitività, rafforzando la posizione della manifattura nazionale nei mercati globali che esigeranno sempre più standard ambientali elevati.
Assistenza agli anziani, nuova frontiera del benessere
Con un sorprendente rialzo del 43 %, i prestiti destinati al comparto assistenza agli anziani rappresentano il capitolo in più rapida crescita. La Cina affronta un rapido invecchiamento della popolazione, e il sistema finanziario viene mobilitato per evitare che la demografia diventi zavorra economica. Le risorse finanziano cliniche specializzate, soluzioni abitative integrate e piattaforme digitali che monitorano salute e mobilità degli over-60. In parallelo, vengono sostenuti programmi di formazione per operatori socio-sanitari, creando occupazione qualificata e rispondendo a bisogni emergenti.
La banca centrale ritiene l’“economia argentata” un volano potenziale di domanda interna. Incentivando prodotti assicurativi, fondi pensione complementari e servizi di gestione patrimoniale su misura, l’istituto vuole liberare una quota di risparmio privato tuttora parcheggiata in depositi a basso rendimento. Banche, compagnie assicurative e investitori istituzionali sono incoraggiati a sviluppare strumenti flessibili che coprano assistenza a lungo termine e spese sanitarie impreviste. In questo modo, il cambiamento demografico viene trasformato da possibile freno a nuova opportunità di espansione economica e di coesione sociale.
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