18 Agosto 2025
gli esperti di Tutela Marchi Online analizzano i rischi di contraffazione


L’espansione nei mercati internazionali rappresenta per le imprese italiane non solo un obiettivo di crescita, ma la naturale vocazione per un tessuto produttivo che ha fatto della qualità e dell’innovazione la propria bandiera nel mondo. Il fascino del ‘Made in Italy’ continua a esercitare un’attrazione potente sui consumatori globali, aprendo praterie di opportunità per le aziende, dalle piccole e medie imprese artigiane ai grandi gruppi industriali. Vedere il proprio prodotto varcare i confini nazionali è la realizzazione di un sogno imprenditoriale, il culmine di anni di sacrifici, investimenti e passione.
Tuttavia, dietro l’entusiasmante prospettiva della crescita globale si nasconde un’insidia tanto diffusa quanto sottovalutata: la contraffazione. Questo fenomeno non è più relegato alle bancarelle dei mercati illegali, ma è diventato un’industria sofisticata e globale, capace di replicare quasi ogni tipo di prodotto e di infiltrarsi nei canali di distribuzione, soprattutto quelli digitali. Per un’azienda che si affaccia su un nuovo mercato, impreparata a questa minaccia, il danno può essere devastante. Per comprendere la reale portata di questi rischi e, soprattutto, le strategie per neutralizzarli, abbiamo interpellato gli esperti di Tutela Marchi Online, realtà specializzata nella registrazione e protezione strategica dei marchi a livello globale. La loro analisi rivela un quadro complesso, dove l’impreparazione può costare non solo fatturato, ma l’intero valore del brand.
Il rischio, spiegano gli analisti, va ben oltre la semplice perdita di una vendita. Si tratta di un attacco sistemico all’identità e alla reputazione dell’azienda, con conseguenze a lungo termine che possono compromettere la sostenibilità stessa dell’espansione internazionale.

L’anatomia del rischio: un attacco su più fronti

La minaccia della contraffazione si manifesta in diverse forme, ciascuna con un impatto specifico e dannoso sul business. Ignorarle significa esporre il fianco a perdite economiche e a danni d’immagine difficilmente recuperabili.
Il primo e più evidente rischio è l’erosione diretta del mercato. I prodotti contraffatti, venduti a un prezzo inferiore, intercettano una fetta di clientela che altrimenti si rivolgerebbe al prodotto originale, causando una perdita secca di fatturato. Questo è particolarmente vero nei mercati emergenti, dove il potere d’acquisto può essere più sensibile al prezzo. I contraffattori non si limitano a copiare un prodotto; dirottano flussi di ricavi che dovrebbero finanziare l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo dell’azienda originale.
Strettamente collegato è il danno reputazionale, un nemico silenzioso ma letale. Un consumatore che acquista, spesso inconsapevolmente, un prodotto contraffatto di bassa qualità e ne rimane deluso, assocerà quell’esperienza negativa al marchio originale. Le recensioni negative online, i commenti sui social media e il passaparola negativo non faranno distinzione tra l’originale e il falso. ‘Questo è forse il danno più insidioso’, sottolineano gli esperti di Tutela Marchi Online. ‘Recuperare la fiducia di un cliente deluso è un’impresa titanica. Il danno d’immagine può persistere per anni, pregiudicando l’ingresso del brand anche in altri mercati’.

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Il ‘Brand Squatting’: quando il tuo marchio non è più tuo

Esiste poi un rischio prettamente legale e strategico, noto come ‘brand squatting’ o pirateria di marchi. Questo si verifica quando un soggetto terzo registra il marchio di un’azienda in un paese straniero prima che l’azienda stessa lo faccia. Il principio legale che vige in molte nazioni, inclusa la Cina, è quello del ‘first to file’: il diritto sul marchio spetta a chi lo deposita per primo, non a chi lo ha creato o usato per primo altrove. Un’impresa italiana che, dopo aver guadagnato notorietà, decide di entrare nel mercato cinese potrebbe scoprire con orrore che il suo nome e logo sono già di proprietà di qualcun altro. A quel punto, le opzioni sono drastiche: pagare un riscatto esorbitante al registrante abusivo, affrontare una lunga e costosa battaglia legale, o rinunciare al proprio nome e investire in un re-branding completo solo per quel mercato.

La strategia proattiva: dalla difesa all’attacco

Di fronte a questo scenario, la reattività non è sufficiente; è necessaria una strategia proattiva di protezione. La regola fondamentale, evidenziano da Tutela Marchi Online, è una: agire d’anticipo. La protezione del marchio deve essere considerata una parte integrante e prioritaria del business plan per l’export.
Il primo passo è un’analisi di anteriorità nel paese di destinazione per assicurarsi che il marchio sia effettivamente disponibile. Subito dopo, si deve procedere con la registrazione strategica. Non è sempre necessario registrare il marchio in tutto il mondo, ma è vitale farlo nei mercati di produzione e di vendita attuali e futuri. Strumenti come il Marchio Internazionale (secondo il Sistema di Madrid) permettono di estendere la protezione in numerosi paesi con una singola procedura, ottimizzando costi e tempi.
Infine, la registrazione è solo l’inizio. È fondamentale implementare un servizio di sorveglianza attiva, che monitori costantemente i registri dei marchi e i mercati online per individuare tempestivamente tentativi di contraffazione o registrazioni abusive, permettendo un intervento rapido ed efficace.
L’internazionalizzazione è un motore di crescita irrinunciabile per il sistema Italia. Tuttavia, avventurarsi nei mercati globali senza uno scudo legale solido è una scommessa che nessuna azienda può permettersi di perdere. Proteggere il proprio marchio non è un costo, ma il più importante investimento per garantire che il valore creato con fatica in patria possa prosperare, sicuro e riconoscibile, in ogni angolo del mondo.



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