18 Agosto 2025
“Santuario Pelagos una tutela fantasma, servono misure drastiche per salvare il Mar Ligure” – Savonanews.it


La recente scoperta di una balenottera gravemente ferita dall’elica di un’imbarcazione e il sequestro di 300 metri di nasse da parte della Capitaneria di Porto hanno riportato l’attenzione sulla fragilità del Mar Ligure e dei suoi abitanti marini. Per le associazioni OSA e PAI si tratta solo “della punta dell’iceberg di una situazione ormai allarmante”.

Le due organizzazioni denunciano ancora una volta che il Santuario Pelagos, istituito nel 1992 con l’obiettivo di proteggere i cetacei, “continua a esistere soltanto sulla carta: una ‘tutela fantasma’, priva di misure concrete ed efficaci”. Dopo oltre trent’anni, sottolineano, “le promesse sono rimaste tali, mentre il mare viene devastato ogni giorno da traffico marittimo, pesca indiscriminata e inquinamento. È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti”.

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OSA e PAI ribadiscono quindi con forza alcune richieste precise: nuove e vaste aree marine protette in cui vietare la pesca e le fonti di inquinamento, il recupero delle reti perdute o abbandonate grazie a fondi europei e l’incentivo all’uso di materiali biodegradabili, il divieto definitivo delle “ferrettare” e della pesca sportiva con attrezzi professionali, insieme a una drastica riduzione del pescato giornaliero.
Tra le misure indicate rientrano anche il sostegno alle imprese impegnate in un turismo marino rispettoso, la deviazione delle rotte navali dalle aree frequentate dai cetacei, la riduzione della velocità delle imbarcazioni turistiche a 10 nodi e l’obbligo, per le grandi navi, di dotarsi di sistemi di rilevamento subacqueo dei mammiferi marini. Infine, le associazioni chiedono incentivi per la produzione di motori marini a basso impatto acustico e con carburanti meno inquinanti.

“Da oltre trent’anni si parla di tutela del Santuario Pelagos, ma le istituzioni hanno lasciato che restasse un guscio vuoto, mentre il mare si svuota di vita. Se non si interviene subito con misure drastiche e vincolanti, il Mediterraneo rischia di trasformarsi in un deserto liquido. Il tempo delle mezze misure è finito: servono decisioni coraggiose, adesso”, concludono OSA e PAI.





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