20 Agosto 2025
Artigianato trevigiano in tenuta: crescono le imprese e spingono giovani e innovazione


Nonostante un contesto economico incerto e un mercato in continua evoluzione, l’artigianato nella provincia di Treviso mostra segni di vitalità. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio studi di Confartigianato Marca Trevigiana, negli ultimi cinque anni il saldo tra nuove aperture e cessazioni è positivo: +57 imprese, pari a un tasso di crescita dello 0,3%. Una tenuta che colloca Treviso tra le quattro province venete che non hanno subito un calo nel numero di attività artigiane.

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Tra i 63 settori monitorati, 22 hanno registrato una crescita media del 21,4%. Tra questi spiccano quelli legati al “sistema casa”, sostenuti dagli incentivi edilizi: +500 imprese in cinque anni, con l’edilizia in testa (+10,3%), seguita da posatori (+6,7%) e pittori (+5,8%). Anche il verde urbano registra numeri notevoli: +185 imprese, pari al 30,9%.

Il benessere è un altro comparto in forte espansione: con l’ingresso del fitness e il boom di estetisti, si contano +161 attività (+23,9%). Anche la tecnologia avanza: 42 nuove imprese ITC in più (+23,6%). In crescita anche l’alimentare e le bevande (+190 imprese), con exploit dei birrifici (+40%), dei cioccolatieri (+25%) e dei laboratori di lavorazione carni (+5,6%).

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Meno evidenti, ma comunque positivi, i segnali da meccanica (+0,8%) e meccatronica (+0,4%). Tornano a crescere persino mestieri antichi come il ferro battuto (+44,4%) e il restauro (+18,3%). I noleggi con conducente (NCC) segnano +20,3%, mentre i tassisti calano (-12,9%).

Tuttavia, non mancano le ombre. Ben 39 comparti segnano un rallentamento, e 16 settori sono in perdita media del 5,3%. Tra i più colpiti i molitori (-57,9%), il vetro artistico (-17,6%) e i calzolai (-10,2%). Il tessile-abbigliamento soffre una vera emorragia: -76 imprese, con crolli nella pellicceria (-33,3%), pelletteria (-14,7%), tessile (-15,6%) e moda (-10,6%).

Anche nell’alimentazione non tutto va bene: -78 imprese nel quinquennio, con una flessione netta nella ristorazione (-42,9%) e nei panificatori (-12,1%). E mentre l’edilizia gode dei bonus, altri mestieri legati alla casa calano: serramentisti (-10,4%), arredatori (-11,4%) e antennisti (-37,5%).

Il Veneto resta la seconda regione in Italia per numero di imprese artigiane, e la Marca Trevigiana conferma il suo ruolo centrale. Ma il messaggio è chiaro: per restare competitivi, non basta resistere. Occorre evolversi, leggere i segnali del mercato e costruire un artigianato capace di parlare alle nuove generazioni.





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