20 Agosto 2025
Banche, Sileoni (FABI): politica intervenga su tassi e mutui – Economia e Finanza


(Teleborsa) –

“I tassi d’interesse praticati dalle banche italiane sui conti correnti della clientela sono tra i piĂ¹ bassi d’Europa, mentre i costi dei mutui per le famiglie e sui prestiti per le imprese, in Italia, sono tra i piĂ¹ alti”. Lo ricorda il segretario generale della FABI, Lando Maria Sileoni, ospite della trasmissione L’Aria che tira, condotta da Francesco Magnani su La7.

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Sileoni ha spiegato che questa situazione dipende dal cosiddetto risiko, che costringe le banche a “trattenere” i benefici derivanti dalla politica monetaria (tagli dei tassi) per “accumulare risorse” necessarie a finanziare le operazioni in essere.

“Anche se l’ammontare dei finanziamenti immobiliari è cresciuto di 10 miliardi di euro – ha spiegato – il livello del Taeg (tasso annuo effettivo medio) è rimasto quasi fermo, da settembre scorso, a circa il 3,5%: i costi dei mutui sono ancora troppo alti e comprare casa è difficile”.

Per la FABI è compito della politica “far sentire la voce e intervenire per cambiare questa situazione”, potenziando ad esempio le garanzie pubbliche per la casa, altrimenti interverrĂ  la BCE e “saremo costretti a fare i conti con i fondi cinesi e americani che entreranno pesantemente nel capitale delle banche del nostro Paese”.

Parlando degli utili record realizzati dalle banche e della proposta di una tassa sugli extra-profitti, Sileoni ha affermato “credo che le banche, se fossero chiamate dal governo a sedersi attorno a un tavolo, sarebbero disposte a sostenere progetti in vari settori, dalla sanitĂ  alla ricerca al contrasto alla povertĂ  e al disagio sociale. Molti gruppi bancari sono particolarmente attivi in questi ambiti: Intesa Sanpaolo, solo per fare un esempio, la cui sensibilitĂ  sociale è altissima, ha in corso un piano di sostegni e donazioni da 1,5 miliardi di euro”.

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Quanto alla desertificazione bancaria, il segretario ha affermato che “si tratta di un falso problema” legato alla capillaritĂ  territoriale degli uffici postali, che “non hanno licenza bancaria piena, ma vendono prodotti delle banche a cui vengono girate commissioni”. “In ogni caso, le chiusure di sportelli, condivise con gli accordi sindacali sui piani industriali – ha concluso – non producono licenziamenti in Italia a differenza del resto d’Europa, dove negli ultimi sei anni sono andati persi 340mila posti di lavoro nelle banche”.



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