
Roma, 19 agosto 2025 – Un allarme crescente interessa il tessuto imprenditoriale italiano: i reati informatici contro le imprese sono aumentati del 45,5% negli ultimi quattro anni, un dato che supera di gran lunga la crescita complessiva del 10% di tutti i delitti a danno delle attività d’impresa. A lanciare l’allarme è Confartigianato, che ha analizzato l’andamento delle truffe, frodi e aggressioni online subite dagli imprenditori nel periodo 2019-2023, evidenziando un contesto di crescente vulnerabilità per le aziende italiane, indipendentemente dalla loro dimensione.
Crescita esponenziale dei reati informatici
Secondo il rapporto di Confartigianato, il 35,5% dei delitti contro le aziende è rappresentato da reati informatici. Nel 15,8% delle imprese italiane si è registrato almeno un incidente informatico con conseguenze che vanno dall’indisponibilità dei servizi ICT alla distruzione o divulgazione di dati sensibili, percentuale che rimane inferiore alla media Ue del 21,5%. Tuttavia, la Sardegna, pur registrando un incremento più contenuto rispetto ad altre regioni (+0,2% negli ultimi due anni), conta oltre 18.000 imprese che hanno denunciato reati tra cui truffe digitali, phishing e accessi abusivi, con il 43,8% dei crimini contro le imprese legati al cybercrime.
A livello regionale, le aree più colpite dai reati informatici sono la Toscana, con un aumento dell’88,3% dei reati informatici, seguita da Veneto (+63,7%), Marche (+56%), Puglia (+54,7%), Lazio (+53,2%) ed Emilia Romagna (+53%). Anche Piemonte e Lombardia segnalano incrementi significativi, rispettivamente del 47% e 45,5%.
Consapevolezza e criticità nella sicurezza informatica aziendale
Nonostante l’allarme, le imprese italiane mostrano una crescente consapevolezza dell’importanza della cybersicurezza: l’83,1% degli imprenditori attribuisce un’alta importanza alla protezione dei dati, superando la media europea del 71,1% e posizionandosi al secondo posto dopo l’Irlanda. Nel 2024, il 42,6% delle aziende ha effettuato investimenti in sicurezza informatica, anche attraverso l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale.
Tuttavia, persiste una criticità significativa: solo il 32,2% delle imprese adotta almeno sette delle undici misure di sicurezza più efficaci monitorate dall’Istat, dato inferiore alla media Ue del 38,5%. Questa lacuna è aggravata dalla difficoltà nel reperire personale specializzato in sicurezza informatica, con il 22,8% delle imprese italiane che segnala questa problematica, contro il 12% della media europea. Nel 2024, i cyber security expert richiesti erano 6.300, ma circa 4.000 sono risultati difficili da trovare, con carenze maggiori nelle regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Lombardia.
Marco Granelli, presidente di Confartigianato, sottolinea che “la digitalizzazione, se non adeguatamente protetta, espone le aziende a rischi crescenti: è necessario considerare la cybersicurezza come un pilastro fondamentale per l’innovazione e la crescita economica”. Inoltre, evidenzia l’urgenza di norme efficaci e incentivi per sostenere gli investimenti a tutela dei dati aziendali, auspicando un rafforzamento delle competenze e delle risorse nel settore della sicurezza digitale.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link