20 Agosto 2025
Riduzione dei rischi nelle catene di approvigionamento green | cep – Centro Politiche Europee


La transizione energetica europea è sotto pressione: l’aumento dei costi di finanziamento e i rischi geopolitici mettono a repentaglio gli investimenti necessari, pari a quasi 500 miliardi di euro all’anno. Il Centro per le politiche europee (cep) denuncia un rallentamento degli investimenti e chiede che il Green Deal sia orientato in modo mirato verso una gestione strategica dei rischi, al fine di rendere la transizione verde competitiva e finanziabile.

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“In tempi di crescenti pressioni interne ed esterne, il Green Deal europeo ha bisogno di una nuova strategia di attuazione. L’UE deve considerare la politica di riconversione come una gestione del rischio sociale. Per il successo della decarbonizzazione è fondamentale ridurre in modo mirato i rischi sistemici degli investimenti”, spiega André Wolf, esperto di energia del cep.

Secondo il cep, la soluzione risiede in una combinazione di misure a breve e lungo termine. L’assunzione di rischi da parte del settore pubblico dovrebbe essere basata sul mercato e limitata nel tempo, ad esempio attraverso contratti differenziali per coprire i rischi di prezzo e di costo. Parallelamente, l’UE dovrebbe abbattere le barriere strutturali al mercato attraverso lo sviluppo di infrastrutture transfrontaliere e una maggiore integrazione normativa nel mercato interno.

Particolare attenzione dovrebbe essere prestata agli investimenti in paesi terzi ricchi di materie prime. Per rafforzare la propensione agli investimenti e proteggere le imprese dai rischi locali, quali l’espropriazione o l’instabilità politica, sono necessari nuovi strumenti di finanziamento pubblico-privato. Inoltre, l’UE dovrebbe sviluppare una strategia di cooperazione normativa con i paesi in via di sviluppo al fine di creare catene di approvvigionamento stabili per la transizione energetica.

Senza una gestione mirata dei rischi, sussiste il pericolo di un aumento dei costi per le imprese e i consumatori, di ritardi nel raggiungimento degli obiettivi climatici e di una perdita di competitività con conseguenze dirette anche per l’industria tedesca e i suoi mercati esteri.

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