
Stefano Barrese, Responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, in occasione del Meeting di Rimini 2025 “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi“, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia.
Come può una grande banca come Intesa Sanpaolo contribuire concretamente a contrastare la povertà assoluta in Italia, andando oltre il semplice sostegno economico?
“Sicuramente può farlo lavorando al meglio nel proprio ruolo di banca. Perché proprio attraverso una gestione efficace e responsabile dell’attività bancaria si creano le condizioni di redditività che permettono poi di avere i mezzi per sostenere iniziative importanti, come è accaduto con il grande piano per il sociale lanciato nel 2023 dal nostro Amministratore Delegato: 800 milioni sono già stati erogati, attraverso 60 milioni di interventi.
Quindi torno sul punto: fare bene il proprio lavoro, mettendo al centro le persone, cioè i clienti, le famiglie, le imprese, crea, oggi come in futuro, le condizioni per fare ancora di più.”
In che modo collaborate con gli enti del terzo settore?
“Da sempre abbiamo un’attenzione particolare verso il terzo settore. In passato avevamo una banca dedicata, oggi abbiamo una direzione specifica: dalla Banca Prossima siamo passati alla Direzione Impact.
Attraverso la struttura Intesa Sanpaolo per il Sociale abbiamo stanziato risorse in campo sociale per 1,5 miliardi di euro entro il 2027, realizzando dal 2022 ad oggi 60,3 milioni di interventi, con oltre 49 milioni di pasti, 4,3 milioni di posti letto, 6,3 milioni di medicinali e 621mila capi di abbigliamento.
Ogni anno eroghiamo sistematicamente oltre 300 milioni di euro agli enti del terzo settore. Abbiamo più di 100.000 clienti in quest’ambito e una quota di mercato che supera il 30%.
L’operazione con UBI Banca ha ulteriormente rafforzato questa presenza, poiché anche UBI forniva, in modo strutturato, un servizio creditizio al terzo settore. Mi sento di dire che, nel terzo settore, c’è solo Intesa Sanpaolo.”
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