22 Agosto 2025
Bonus ristrutturazione 2025 al 50%: guida per partite IVA, persone fisiche e condomini


L’entrata in vigore della Legge di bilancio 2025 ha apportato alcune novità sulle detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione. Tra le principali, l’introduzione di nuove aliquote differenziate per prima e seconda casa, e l’applicazione di limiti di reddito che condizionano l’accesso al massimo livello delle detrazioni.  Ecco tutto quello che c’è da sapere sul bonus ristrutturazione 2025 e sulle corrette modalità per farne richiesta.

Bonus ristrutturazione, aliquote per il 2025 e gli anni successivi

La principale novità del bonus ristrutturazione 2025 riguarda la differenziazione delle aliquote in base alla destinazione d’uso dell’immobile e al tipo di diritto vantato dal beneficiario

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Per la prima volta, infatti, il legislatore ha voluto introdurre per il bonus ristrutturazione una distinzione netta tra abitazioni principali e seconde case, modificando così l’approccio precedente che era invece basato su un’aliquota unica.

Nella tabella, come cambiano le aliquote a seconda che si tratti di abitazioni principali o altre abitazioni, e il meccanismo di riduzione introdotto per il 2025 e per gli anni successivi: 

Periodo Abitazioni Principali Altre Abitazioni
Fino al 31 dicembre 2025 50% (limite 96.000 euro) 36% (limite 96.000 euro)
Dal 2026 al 2027 36% (limite 96.000 euro) 30% (limite 96.000 euro)
Dal 2028 al 2033 30% (limite 96.000 euro) 30% (limite 96.000 euro)

Per quanto concerne invece la detrazione massima, la misura conseguibile rimane fissata in 48.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in dieci quote annuali di pari importo. Tuttavia, l’accesso all’aliquota più vantaggiosa del 50% nel 2025 è riservato esclusivamente ai soggetti che detengono diritti di proprietà o diritti reali di godimento sull’immobile destinato ad abitazione principale.

Chi può accedere alle detrazioni e con quali modalità

Le modifiche normative hanno introdotto criteri più stringenti per l’identificazione dei soggetti che possono beneficiare delle detrazioni. La maggiorazione dell’aliquota al 50% nel 2025 è infatti riconosciuta solo ai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

In caso contrario, si applica un’aliquota inferiore. Anche in questo caso, per comodità cerchiamo di riepilogare cosa accade in questa tabella di sintesi:

Beneficiario Aliquota 2025 Condizioni
Proprietari abitazione principale 50% Immobile deve essere abitazione principale
Proprietari seconde case 36% Per tutti gli altri immobili
Titolari diritti reali (usufrutto, uso, abitazione) 50% o 36% Dipende dalla destinazione d’uso
Inquilini e comodatari 36% Indipendentemente dalla destinazione
Familiari conviventi 36% Coniuge, parenti entro 3° grado, affini entro 2°
Conviventi more uxorio 36% Dal 2016, anche se non proprietari

Per quanto riguarda lo specifico caso riguardante i familiari conviventi, la detrazione è riconosciuta anche quando il bonifico e le fatture sono intestati al soggetto diverso dal proprietario, purché sussista la convivenza e il rapporto di parentela o affinità nei gradi previsti dalla normativa.

Quali spese danno accesso al bonus ristrutturazione 2025

Il bonus ristrutturazione 2025 continua a essere applicato su una vasta serie di interventi, replicando sostanzialmente quanto era già stato previsto dalle “versioni” precedenti del beneficio fiscale, pur con qualche cambiamento.

In particolare, rientrano nel novero del bonus ristrutturazione:

  • le attività di manutenzione straordinaria, comprendenti a loro volta il rinnovo e la sostituzione di parti anche strutturali degli edifici, la realizzazione di servizi igienico-sanitari e tecnologici senza modifiche volumetriche, l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia, il rifacimento di scale e rampe, gli interventi per il risparmio energetico e la costruzione di recinzioni dell’area privata;
  • le attività di restauro e risanamento conservativo, come gli interventi mirati all’eliminazione di situazioni di degrado, l’adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti e l’apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali;
  • le attività di ristrutturazione edilizia come demolizioni e ricostruzioni, modifiche della facciata, realizzazione di mansarde o balconi, trasformazione di soffitte in mansarde o di balconi in verande, apertura di nuove porte e finestre, e costruzione di servizi igienici in ampliamento delle superfici esistenti;
  • la manutenzione ordinaria per le parti comuni degli edifici residenziali, come le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture, manutenzione di impianti tecnologici, sostituzione di pavimenti e infissi, tinteggiatura e rifacimento di intonaci interni.

Le spese escluse dal 2025

Non tutte le spese che un tempo erano agevolabili, però, lo sono tutt’oggi. Una delle novità più rilevanti riguarda per esempio l’esclusione dalle detrazioni degli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie alimentate a combustibili fossili. Con i chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 8/2025, è infatti stata precisato che l’esclusione riguarda le caldaie a condensazione e i generatori d’aria calda a condensazione alimentati a combustibili fossili.

Rimangono invece ammessi all’agevolazione i microcogeneratori anche se alimentati da combustibili fossili, i generatori a biomassa, le pompe di calore ad assorbimento a gas e i sistemi ibridi costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, purché assemblati in fabbrica e concepiti per funzionare in abbinamento.

L’esclusione si applica alle spese sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, mentre restano ammesse le spese sostenute fino al 31 dicembre 2024, anche se i lavori vengono completati successivamente.

I limiti di reddito e le nuove soglie

La Legge di bilancio 2025 ha introdotto un sistema di contenimento delle detrazioni fiscali basato sul reddito del contribuente, applicabile a tutti i bonus edilizi. Le nuove soglie si articolano come segue:

Opportunità uniche acquisto in asta

 ribassi fino al 70%

 

Fascia di reddito Limite annuale detrazioni Note
Fino a 75.000 euro Nessuna limitazione Accesso pieno alle detrazioni
75.001 – 100.000 euro 14.000 euro Soggetto a coefficiente familiare
Oltre 100.000 euro 8.000 euro Soggetto a coefficiente familiare

Il riferimento al coefficiente familiare di riduzione della tabella, si riferisce a un indicatore che varia in base al numero di figli fiscalmente a carico: in caso di nessun figlio, si applica un coefficiente pari a 0,50, che viene poi incremento a 0,70 per un figlio, a 0,85 per due figli e a 1,00 per la presenza di un figlio disabile.

Pertanto, un contribuente che ha un reddito compreso tra 75.001 e 100.000 euro, senza figli a carico, potrà detrarre annualmente solo 7.000 euro (14.000 × 0,50), mentre chi ha due figli a carico manterrà il limite pieno di 14.000 euro.

Bonus ristrutturazione 2025 per partita IVA

I bonus ristrutturazione sono fruibili anche dai contribuenti titolari delle partite IVA, pur con qualche specifica cautela.

In particolare, i bonus edilizi si fondano sulle detrazioni dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). Pertanto, per beneficiare del bonus è necessario versare l’IRPEF e tenere conto che la detrazione può essere utilizzata solo fino a concorrenza dell’imposta dovuta. Il problema della capienza fiscale è tuttavia contenuto dal fatto che il beneficio è generalmente ripartito in dieci quote annuali di pari importo, permettendo così di spalmare l’agevolazione nel tempo.

Tassazione ordinaria vs regime forfettario

La situazione delle partite IVA varia inoltre in base al regime fiscale adottato. Chi ha scelto la tassazione ordinaria per la propria attività autonoma può beneficiare delle detrazioni esattamente come i lavoratori dipendenti o i pensionati, poiché versa l’IRPEF sui redditi prodotti. Diversa è invece la condizione dei lavoratori autonomi che hanno optato per il regime forfetario: questi contribuenti vedono il loro reddito da lavoro autonomo non soggetto all’IRPEF ordinaria, bensì a un’imposta sostitutiva che varia dal 5% al 15% a seconda della situazione specifica. Non versando l’IRPEF su questi redditi, non possono utilizzare detrazioni che si applicano proprio su questa imposta.

L’esclusione dei forfetari non è però assoluta. Se un contribuente in regime forfetario percepisce anche altri redditi soggetti all’IRPEF, può utilizzare le detrazioni dei bonus edilizi su quella parte di reddito (si pensi ai redditi di lavoro dipendente fino a 30.000 euro annui, ai redditi da locazione, da capitale o da fabbricati).

Per i contribuenti forfettari che non hanno altri redditi soggetti all’IRPEF, comunque, esiste la possibilità di accesso indiretto ai bonus edilizi attraverso i familiari conviventi. Coniuge, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo grado, coniuge separato assegnatario dell’immobile e componente dell’unione civile possono infatti sostenere le spese per la ristrutturazione e beneficiare delle relative detrazioni, purché abbiano sufficiente capienza fiscale.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Come pagare le spese e la documentazione da conservare

Come avveniva gli scorsi anni, anche per usufruire delle detrazioni del bonus ristrutturazione 2025 è obbligatorio effettuare i pagamenti tramite bonifico bancario o postale “parlante”, che deve riportare:

  • la causale specifica con riferimento all’articolo 16-bis del D.P.R. 917/1986;
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • il codice fiscale o partita IVA del beneficiario del pagamento.

È inoltre fondamentale conservare con cura tutta la documentazione relativa ai lavori e ai pagamenti, con particolare attenzione per le autorizzazioni amministrative (quando necessarie), le dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà per i lavori che non richiedono permessi, le domande di accatastamento per immobili non censiti, le ricevute di pagamento dell’IMU se dovute, le fatture e ricevute fiscali delle spese sostenute e le ricevute dei bonifici di pagamento.

Bonus ristrutturazione 2025 per gli interventi sui condomini

Le detrazioni per il bonus ristrutturazione si estendono anche agli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali, con modalità specifiche che tengono conto della quota millesimale di proprietà. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che l’aliquota del 50% per il 2025 si applica solo ai condomini proprietari o titolari di diritti reali che utilizzano l’immobile come abitazione principale.

Dal canto suo, l’amministratore di condominio ha l’obbligo di rilasciare una certificazione che indichi l’ammontare delle spese sostenute e la quota millesimale imputabile a ciascun condomino. Nel caso di condomini minimi senza amministratore, il pagamento deve comunque avvenire tramite bonifico parlante, indicando il codice fiscale del condomino che effettua il pagamento.

La comunicazione all’ENEA

Per gli interventi che comportano condizioni di risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili, rimane obbligatoria la trasmissione delle informazioni all’ENEA entro 90 giorni dalla data di fine lavori. L’obbligo riguarda interventi su strutture edilizie per la riduzione della trasmittanza, sostituzione di infissi, installazione di impianti tecnologici per il risparmio energetico, e acquisto di elettrodomestici collegati alla ristrutturazione.

La mancata o tardiva trasmissione della comunicazione all’ENEA non comporta la perdita del diritto alle detrazioni, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risoluzione 46/E del 2019.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Trasferimento dell’immobile e successioni

In caso di vendita dell’immobile, il diritto alle detrazioni residue si trasferisce automaticamente all’acquirente persona fisica, salvo diverso accordo delle parti nell’atto di compravendita. Per stabilire la spettanza della quota annuale, si considera chi possedeva l’immobile al 31 dicembre dell’anno di riferimento.

Nel caso di successioni, le quote non fruite si trasferiscono esclusivamente agli eredi che conservano la detenzione materiale e diretta dell’immobile. La condizione deve sussistere per ciascun anno in cui si intende fruire delle rate residue.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La tua casa è in procedura esecutiva?

sospendi la procedura con la legge sul sovraindebitamento