
La mancata esenzione dai dazi era tutt’altro che improbabile. Anche il mondo del Brunello si attendeva una doccia fredda da oltre oceano.
Ora che è certo l’arrivo delle aliquote tariffarie al 15% anche sul re dei rossi, dopo la dichiarazione congiunta di Stati Uniti e Unione Europea, il Consorzio si prepara all’impatto. Il mercato americano vale il 30% dell’export, pari a circa 3 milioni di bottiglie. I primi segnali di un rallentamento si erano già avvertiti durante le trattative tra Bruxelles e Washington.
“All’incirca siamo intorno a 250mila fascette in meno consegnate, e questo è già un tornasole. Il periodo di incertezza ha frenato gli ordini e messo in stand-by molte operazioni”.
A spiegarlo è il presidente del Consorzio del Brunello, Giacomo Bartolommei, che rinnova quindi l’appello a puntare con decisione su nuovi mercati: “Credo che le azioni debbano comunque continuare a essere indirizzate verso gli Stati Uniti, perché restano un mercato importante da sostenere nel tempo. Allo stesso tempo dobbiamo elaborare una strategia per i prossimi anni e aprire altri mercati. Stiamo investendo molto sul Canada e lavorando per consolidare i nostri posizionamenti in Asia”.
Un altro auspicio riguarda la durata dei dazi: “Se ci fossero certezze sulle misure, sarebbe un risultato migliore e garantirebbe continuità. Io credo che possano durare tre o cinque anni, ma mi sembra difficile rimuovere queste barriere una volta introdotte”.
Intanto Coldiretti Siena lancia l’allarme: le tariffe aggiuntive rischiano di costare oltre un miliardo al Made in Italy.
“I numeri parlano chiaro, il valore delle esportazioni di vini senesi si aggira sui 400 milioni di euro e di questo, circa il 60% è destinato all’esportazione verso gli Usa. Un duro colpo per l’economia locale, in un settore importante che conta circa 2000 imprese e circa 6000 addetti impiegati – scrive in una nota l’associazione-. La pubblicazione dell’accordo conferma lo squilibrio di una trattativa decisamente a favore degli Stati Uniti rispetto all’Europa. Ci auguriamo – continua Coldiretti Siena – che si prosegua il negoziato per ottenere l’esclusione dei prodotti agroalimentari di eccellenza dalla lista dei dazi, risultato che ci aspettavamo almeno per il vino e che invece non è arrivato e ogni giorno in più che passa in questo modo si lascia spazio ad altri Paesi per un mercato, quello vinicolo, che storicamente ci appartiene”.
La chiosa: “Ci auguriamo che si possa riaprire la trattativa per i vini italiani l’Ue si impegni a investire risorse per sostenere le imprese delle filiere più colpite e per avviare anche una ricerca di nuovi mercati su cui lavorare”.
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