
“I dazi Usa del 15% sull’import del vino, ora resi definitivi, sono un colpo durissimo per il comparto vitivinicolo campano e italiano. Sappiamo che le trattative non sono ancora concluse, ma per ora resta una grande delusione per la mancanza di misure concrete a difesa del vino, un settore strategico per l’economia del Paese e presidio vitale per le aree interne”.
Lo dichiara Carmine Fusco, Commissario di Cia-Agricoltori Italiani Campania, che denuncia come “una bottiglia di vino italiano negli scaffali americani rischi di subire un aumento medio del 40%, tra cambio sfavorevole e nuove tariffe. Un danno che comprometterà gravemente la competitività delle nostre aziende a vantaggio di vini provenienti da Paesi terzi”.
Secondo Fusco, il rischio è un vero e proprio crollo delle esportazioni verso il primo mercato extra-Ue, con conseguenze pesantissime per la Campania e tutte le sue province produttrici di vini di eccellenza: dall’Aglianico del Taburno nel Beneventano, al Greco di Tufo e al Fiano d’Avellino in Irpinia, dalla Falanghina del Sannio, fino ai vini del Casertano e del Salernitano.
“Queste non sono solo etichette pregiate – spiega Fusco – ma il risultato del lavoro di migliaia di famiglie e di imprese agricole che, con sacrificio e innovazione, tengono vivi i territori e raccontano la vera identità della nostra regione nel mondo”.
Per la CIA Campania, la risposta non può limitarsi a dichiarazioni di principio: servono indennizzi immediati, sgravi fiscali, accesso semplificato al credito e un forte piano di promozione ed educazione al consumo consapevole, sia nei mercati maturi che in quelli emergenti.
“Il Governo e l’Europa devono assumersi le proprie responsabilità – aggiunge Fusco –. È indispensabile utilizzare anche le risorse del PNRR per compensare le perdite e proteggere un comparto che vale economia, cultura, occupazione e futuro per l’intero Mezzogiorno. Ora il Governo deve mettere in campo senza ulteriori ritardi aiuti concreti, e può farlo proprio attingendo dal PNRR. Non possiamo accettare che i nostri produttori di vino e dell’agroalimentare vengano trattati come aziende di serie B”.
Fusco annuncia anche una nuova iniziativa diplomatica: “Come Cia Campania inviteremo l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia e il Console statunitense a Napoli a visitare una serie di cantine del nostro territorio, per far comprendere loro in maniera chiara di che pasta sono fatte le aziende vitivinicole campane, con la loro storia, la loro qualità e la loro capacità di innovazione. Perché: Italians do it better”.
Il Commissario conclude con un appello accorato: “Difendere il vino significa difendere il Made in Italy autentico e soprattutto la Campania, che con i suoi vitigni storici e i suoi territori unici dà un contributo insostituibile al prestigio internazionale del nostro Paese. Lasciare che i dazi mettano in ginocchio i nostri produttori sarebbe una sconfitta non solo economica, ma anche culturale e sociale”.
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