22 Agosto 2025
le principali economie riusciranno a superare gli shock


L’incertezza sui dazi ha scompaginato i programmi delle imprese e intaccato i loro piani di investimento, ma i consumi si stanno stabilizzando grazie alla ripresa dei redditi reali dopo l’impatto causato dall’aumento del costo della vita post-Covid. “Il nostro scenario di base prevede che le principali economie riusciranno a superare gli shock di ampia portata che stanno colpendo l’economia globale, siano essi dazi o ulteriori sorprese geopolitiche. Nel lungo termine, si tratta di uno scenario coerente con l’emergere di un mondo multipolare, con tutte le implicazioni che ciò comporta in termini di investimenti”, dice Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income.

PGIM: DETERIORAMENTO DELLE CONDIZIONI FISCALI USA

Dal momento che non si può escludere uno scenario di rallentamento economico, desta preoccupazione il deterioramento delle condizioni fiscali negli Stati Uniti rispetto a quelle dell’area euro. Il rapporto debito/PIL e il disavanzo è infatti significativamente più elevato negli Stati Uniti che nell’area euro. “La maggior parte dei Paesi dell’Eurozona, ad eccezione della Francia, è avviata verso un disavanzo del 3% in linea con le regole di bilancio dell’Ue. Inoltre, i Paesi che in passato erano considerati punti critici, come il Portogallo, hanno migliorato in misura sensibile la sostenibilità delle finanze pubbliche negli ultimi anni mentre il debito pubblico degli Stati Uniti e il suo rapporto sul PIL sono destinati a superare quelli della Grecia”, spiega Neiss.

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SCENARI MACROECONOMICI DEL TERZO TRIMESTRE

Gli scenari economici di PGIM per il terzo trimestre del 2025 presentano risultati su entrambi i lati della distribuzione con uno scenario base di tipo “muddle through”. “Quest’anno negli Stati Uniti sono stati varati numerosi provvedimenti, come la legge fiscale e di spesa con le sue implicazioni per il deficit in rapida crescita, che produrranno effetti di lunga durata”, argomenta la manager di PGIM Fixed Income.

AUMENTO DEL DEFICIT E DEL RAPPORTO DEBITO/PIL DEGLI USA

In particolare, si stima che l’estensione permanente dei tagli fiscali previsti dal TCJA (Tax Cuts and Jobs Act) potrebbe aumentare il deficit dal livello base del 6% del Pil al 7-8% del Pil entro il 2034, con un aumento del deficit di oltre 3.000 miliardi di dollari. Una dinamica che potrebbe portare il rapporto debito/PIL a raggiungere il 117-129% del PIL entro la metà degli anni ’30, collocando gli Stati Uniti tra le economie più indebitate dei mercati sviluppati. “Con l’aumento dello stock di debito, la sua sostenibilità diventa più sensibile ai disavanzi, alla crescita e ai tassi di interesse”, specifica Neiss.

RIPERCUSSIONI SUI TREASURY E SUL DOLLARO

La riduzione dello spazio fiscale e della credibilità ha inevitabili ripercussioni sulla domanda di titoli del Tesoro USA e sulla quota del dollaro nelle riserve valutarie estere. E’ tuttavia rassicurante, almeno per il momento, che le recenti aste del Tesoro USA si siano svolte in modo regolare grazie alla solida domanda. “La potenziale pressione sul margine di manovra fiscale degli Stati Uniti potrebbe avere altre implicazioni. Per esempio gli impatti della legge di Ferguson – secondo cui le grandi potenze non spendono più per gli interessi che per la difesa – e un aumento del premio a termine dei titoli del Tesoro a 10 anni dallo 0,70% circa verso la media storica dell’1,45%”, sottolinea la manager di PGIM Fixed Income.

COSA POTREBBE FAVORIRE LA SITUAZIONE DEL DEFICIT

Cosa potrebbe favorire la situazione del deficit? Secondo Neiss un miglioramento credibile e duraturo richiederebbe probabilmente un aumento delle entrate e una riduzione della spesa sociale, ad esempio la previdenza sociale e l’assistenza sanitaria (Medicare). “La spinta alla crescita economica potrebbe contribuire a realizzare un incremento delle entrate, peraltro previsto nei nostri scenari economici. Tuttavia, il nostro scenario di base prevede un allentamento delle condizioni in futuro. Inoltre, sulla base del contenuto della legge fiscale e di spesa, le aliquote fiscali sembrano orientate in una sola direzione”, conclude la Chief European Economist di PGIM Fixed Income.



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