22 Agosto 2025
ora più aziende e studenti dall’estero»


Napoli non è mai stata soltanto tradizione. La sua storia culturale, in cui si innestano gli otto secoli dell’Università Federico II, è il terreno su cui oggi germoglia un nuovo paradigma. Giorgio Ventre, direttore della Apple Developer Academy e amministratore dell’incubatore di startup Campania New Steel (oltre che docente federiciano), osserva questo passaggio come un’occasione unica, ma anche come un banco di prova per l’intero Paese.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

Nel suo editoriale, il direttore Napoletano evidenzia con forza un cambio di paradigma nella città di Napoli che si riflette, più in generale, sul Mezzogiorno. Qual è, secondo lei, il cuore di questo cambiamento?

«È senza dubbio la consapevolezza che Napoli non è una realtà marginale o improvvisata nel campo dell’innovazione e della ricerca. Al contrario, la città incarna da secoli una cultura profonda di studio, ricerca e sviluppo. I quasi 800 anni di storia dell’Università Federico II, che non sono semplicemente una celebrazione commemorativa, testimoniano la sua vocazione antica e consolidata verso l’innovazione. Quindi, non è un cambiamento calato dall’alto, non è un’astronave che scende e rivoluziona le cose, ma un percorso che si è sviluppato organicamente nel tempo. Questo cambiamento si è potuto realizzare grazie a molteplici fattori combinati: l’attenzione crescente della Regione Campania verso l’innovazione, la regola dei fondi europei come quella del 40% del Pnrr destinata a queste iniziative, la presenza di una classe dirigente capace e responsabile. È questo insieme di elementi, insieme a una comunità accademica e imprenditoriale di qualità, che ha permesso di rompere molte barriere e la città ha mostrato tutta la sua potenzialità».

Le persone giuste nel momento giusto?

«Esatto. Infatti, è fondamentale riconoscere che anche le migliori opportunità, se non vengono accolte da persone pronte e responsabili, rischiano di restare inutilizzate. A Napoli abbiamo avuto la fortuna che, assieme agli investimenti economici, si sia fatta strada una classe dirigente capace di vedere e valorizzare il ruolo cruciale di Università e centri di ricerca come motori dello sviluppo. Non più solo luoghi di formazione, ma veri e propri attori economici che investono nella creazione di startup, incubano idee e aprono percorsi per i giovani talenti. La sinergia tra pubblico e privato, tra territorio e ricerca, è diventata una vera e propria linfa per la crescita tecnologica e culturale della regione».

Tuttavia, esistono ancora tanti problemi strutturali.

«Il più indecente è quello della dispersione scolastica, che rimane significativamente alta in Campania. È un dato intollerabile per una realtà che si vuole evolvere verso l’economia della conoscenza. Non si può parlare di eccellenza se contemporaneamente si esclude una larga parte della popolazione giovanile, che resta ai margini del percorso educativo e formativo. Questo fenomeno si traduce in una perdita enorme di potenziale umano e, a lungo termine, limita la possibilità concreta di costruire una società più equa e prospera. Serve un coinvolgimento ampio, sociale e istituzionale, che guardi alla regione intera, alle sue periferie e ai suoi giovani più emarginati. Altrimenti in futuro andrà sempre peggio».

Perché?

«Il mondo negli ultimi tre anni ha avuto un cambiamento rapidissimo. L’intelligenza artificiale sta accelerando un processo di evoluzione che si rifletterà inevitabilmente nel mondo del lavoro. Avremo sempre meno bisogno di mano d’opera, di operai, e sempre più di figure specializzate, e se lasciamo indietro tanti bambini, futuri adulti, come faremo? Si corre il rischio di creare dei vuoti incolmabili. La Campania hanno la capacità di generare eccellenze tecnologiche di altissimo livello, e dovremo essere in grado di continuare su questa scia, valorizzando ogni patrimonio umano e scientifico. Sono convinto, anzi, che Napoli possa diventare un modello per l’intero Paese, e addirittura uno stimolo per un cambio di mentalità a livello nazionale».

Microcredito

per le aziende

 

In che modo?

«Qui la relazione tra innovazione e territorio dimostra che si può costruire sviluppo su basi solide, scientifiche e culturali. La chiave è mostrare come un ecosistema che investe nella conoscenza, che dialoga con il mondo e apre spazi alle nuove tecnologie, possa generare un impatto sistemico. Per continuare a mantenerlo servono investimenti mirati, trasparenza nell’uso delle risorse, e soprattutto una narrazione positiva e inclusiva che sappia attrarre operatori internazionali e locali. Il Pnrr e i fondi europei hanno offerto una grande opportunità, ma è fondamentale vigilare affinché siano impiegati con criterio e visione. In quest’ottica, Napoli può diventare un laboratorio a cielo aperto del cambiamento, una città in cui si spezzino vecchi schemi mentali e si apra una nuova stagione di fiducia e investimenti».

Come possiamo attirare gli investitori e studenti dall’estero?

«A parte che già lo abbiamo fatto, e le Academy della Federico II ne sono un esempio concreto, il primo passo è dimostrare coi fatti che qui esiste un ambiente favorevole, che può garantire sicurezza, competenze ed efficacia. Non basta più lasciare le porte socchiuse o parlare solo di potenzialità: bisogna costruire infrastrutture solide, semplificare i processi burocratici, e offrire un sistema che accompagni gli investitori in ogni fase. Fortunatamente, alcuni stanno già facendo questo percorso, ma non basta. Occorre uno sforzo collettivo, una politica attenta e coerente che crei fiducia e continuità. Napoli, se lo vuole davvero, può trasformarsi in un luogo di attrazione globale per talenti e capitali, ma su questo servono scelte coraggiose e lungimiranti».

Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare a chi guarda a Napoli ancora con occhi critici o diffidenti?

«Napoli non è solo un punto sul mappamondo, non è un problema, ma una straordinaria risorsa. Dietro ogni difficoltà esiste un potenziale formidabile, storico, culturale e scientifico, capace di generare valore per l’Italia e per l’Europa. Il nostro compito è liberare questo potenziale, offrire opportunità reali ai giovani e ai professionisti, garantire una crescita inclusiva. Non possiamo più permetterci di disperdere energie, né accettare passività. Serve una visione chiara, condivisa e coraggiosae».

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale