
Nessuna esenzione per la produzione vitivinicola: le preoccupazioni di Cia Toscana per quanto riguarda le esportazioni e l’occupazione
TOSCANA — L’accordo finale tra Stati Uniti e Unione Europea sui dazi al 15% preoccupa e non poco la Confederazione italiana agricoltori della Toscana. Che, a fronte della mancanza di esenzioni per il vino, lancia l’allarme sulle ricadute per quanto riguarda l’export.
“Sembra sempre più
una resa: viene sacrificato l’agroalimentare per avvantaggiare
l’automotive – ha commentato Valentino Berni, presidente di Cia Agricoltori Toscana – ora l’export del Made in Italy agroalimentare
verso gli Usa, dal valore di 7,8 miliardi di euro nel 2024, rischia grosse
perdite in settori chiave come vitivinicolo senza ottenere
niente in cambio. Oltre all’impatto diretto, si corre il
pericolo di un grave danno all’intero indotto
agroindustriale, con pesanti ripercussioni sull’occupazione”.
Gli occhi sono puntati anche sulla apertura agevolata alle importazioni agricole dagli Stati Uniti. “Il rischio
concreto di un calo dell’export è molto alto, con danni a
comparti strategici e un aumento dei costi per le imprese – ha aggiunto – che tenderanno a perdere margini di profitto oppure a
dover trasferire parte di questi costi sui consumatori,
rischiando di ridurre la domanda nel mercato Usa”.
Per il vino, gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro di fatturato nel 2024. A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni di euro), e poi i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024.
“Chiediamo adesso con forza al Governo, alle
istituzioni europee e al Parlamento di continuare a fare
pressioni sull’accordo – ha concluso -chiediamo anche
misure di sostegno e indennizzi per le aziende per la
maggiorazione dei costi nell’export verso gli Usa”.
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