
Sono andato a leggere il suo discorso, pubblicato integralmente sul Corriere della sera e sono rimasto sinceramente stupefatto. Da cosa?
Non da una analisi argomentata delle radici dei conflitti in corso, da una conseguente sintesi capace di offrire una proposta credibile per venirne fuori senza spargimenti ulteriori di sangue e escalation insensate, ma dalla assoluta mancanza di tutto ciò.
Il che sta a significare che costui è bravissimo a svicolare dai punti nevralgici e di posizionarsi nella più comoda pappardella che, noi poveri mortali, ci ripetiamo da mesi e mesi, ovvero che l’Europa non conta nulla.
Le perle di Draghi sono numerose, un elenco che ti annoia solo a leggerlo, ma andiamo con ordine citandone solo alcune:
- Con l’arrivo di Trump le cose sono cambiate
- i valori europei sono giusti ma non sono stati difesi
- per uscire da questa debolezza bisogna essere uniti
- la Cina va avanti e rischia di superarci
- dobbiamo istituire fondi comuni per aiutare le imprese con grandi progetti (i poveri si mettano in fila per favore!)
- oggi non basta più essere forti economicamente, ma anche militarmente (rieccoci)
E via, via banalizzando a piene mani con però l’avvertimento che la spesa per il riarmo andrebbe fatta meglio e con altri metodi ! E qui la perla della sapienza ha brillato indiscutibilmente come una cometa!!
Ora, noi semplici cittadini del mondo, cosa capiamo di questo discorso ?
Una sola cosa : che non solo stiamo conoscendo l’euroimbecillita’, ma anche l’euromediocrita’, laddove gli euroragionieri passano per euro-geni.
Si lui Draghi un euro-genio che vi ricordo predisse il crollo economico e militare Russo.
Non che mi aspettassi altro, ma non una parola sui veri difetti di questa Unione Europea. La base degli errori se la vogliamo chiamare con il suo vero nome si chiama capitalismo finanziario globalizzato che pratica la lotta di classe rovesciata, per citare Luciano Gallino. Draghi ora si adegua a Trump e dice che in questa fase il capitalismo torna ad appoggiarsi agli Stati. A parte che avrei a che dire anche su questo non fosse altro che perché gli Stati sono diventati oggi assai diversi, tra autoritarismi e democrature, intrecci con i poteri finanziari, non vedo materia per titoli sui giornali o presunte lezioni magistrali.
Il punto è che da troppo tempo funzionari dell’economia come Draghi ma anche Prodi, Dini, Ciampi sono assurti, in particolare in Italia, a ruoli impropri. I grandi partiti di massa un tempo, dal PCI alla Dc, ne davano il giusto peso ma sapevano discutere e decidere in proprio. Consiglio di andare a rivedere ad esempio il dibattito del PCI sulla adesione allo Sme a cui La Malfa lo spingeva. Si sapeva cosa era e dove stava l’Italia, la sua economia, le sue classi sociali e si ragionava in termini di rappresentanza sociale e di futuro generale. I funzionari del pilota automatico ci hanno portato a fare il surf sulle onde del capitalismo. E ora che si deve cambiare rotta arrivano i Trump e le Meloni, cioè facce nuove e antiche delle destre, diverse per provenienza ma ideologicamente componibili.
Qualcuno ha letto di qualche riflessione minimamente strutturata su dazi, guerra ecc. da parte di soggetti collettivi di sinistra o che si dichiarano tali?
Siamo ad una svolta nel dopo ’89 e ci sono solo polemichette da cortile. Un tempo si sarebbero riunite le direzioni nazionali a ferragosto per valutare dazi, guerra, incontri di Trump. Oggi leggono e applaudono Draghi.
Un consiglio? Lasciatelo perdere e provate a ragionare da soli. Lo so, si è persa l’abitudine. L’abitudine alla Politica, che non è un mestiere come un altro ma il sale della democrazia.
Vogliamo parlare di Ucraina? L’umiliazione subita sul versante dazi e sul versante Ucraina non deriva dalle divergenze tra i governi europei, ma dall’insostenibile agenda seguita (anche dal Presidente del Consiglio Mario Draghi). Per quanto riguarda la drammatica vicenda ucraina, l’irrilevanza dell’Ue sta nella subalternità dei governi europei all’establishment neocon largamente presente nel Partito Democratico a stelle e strisce; sta nell’interpretazione della Russia come “minaccia esistenziale” e, a cascata, nella scelta di armarsi nella crociata Occidentale contro resto del mondo, salvo poi rimane spiazzati dal realismo dell’Amministrazione Trump in Alaska.
Non tocco l’argomento GAZA dove di fronte ai crimini di guerra in Palestina, all’Ue sfugge l’ennesima occasione per avere voce negli equilibri del mondo. E rischia di perdere ogni credibilità coi paesi del Sud del pianeta.
Insomma, per riconquistare un qualche spazio politico nel pianeta multipolare, finita l’illusione USA del dominio attraverso il mercato scatenato, nelle nazioni del vecchio continente devono maturare una cultura politica e una consapevolezza storica e prevalere interessi economici e sociali da lungo tempo al margine ma per fare questo non ci servono i Draghi di turno ma deve esserci la politica oggi desaparecida sia a destra che in quella che vuole definirsi “Sinistra”.
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