
Ad aprile, Donald Trump ha annunciato una serie di nuove tariffe sulle importazioni, scatenando un panico finanziario globale. Tuttavia, entro agosto, il presidente ha raggiunto vari accordi commerciali e imposto tariffe su altri paesi, senza provocare le interruzioni di mercato temute. Sebbene Trump sostenga che gli Stati Uniti trarranno beneficio da queste azioni in termini di nuove entrate, rilancio della produzione interna e investimenti esteri, le conseguenze a lungo termine restano incerte.
Le aziende tecnologiche statunitensi, particolarmente quelle che dipendono fortemente dalle importazioni di componenti elettronici, hanno subito l’impatto diretto dei dazi. Le tariffe più alte sui prodotti cinesi, in particolare, hanno aumentato i costi di produzione, con ripercussioni sui margini di profitto. Ad esempio, Apple ha dovuto affrontare aumenti nei costi dei componenti, ma ha cercato di compensarli spostando parte della sua produzione fuori dalla Cina, in paesi come l’India e il Vietnam.
Anche altre aziende tech, come Intel e Dell, hanno visto un aumento dei costi per la produzione di chip e altri componenti elettronici essenziali per i dispositivi tecnologici. Sebbene alcune aziende siano riuscite a trasferire i costi ai consumatori, come nel caso di Apple, altre hanno dovuto affrontare pressioni sui margini di profitto.
Tuttavia, scaricare gli aumenti sui consumatori potrebbe non essere una buona idea. Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA), la spesa dei consumatori statunitensi ha già rallentato nel secondo trimestre del 2024, con una crescita annua del 1,8% rispetto al 3,2% registrato nel 2023. Se questa tendenza continua, potrebbe esercitare una pressione significativa sull’economia, portando a una possibile stagflazione (bassa crescita con alta inflazione), un fenomeno che Trump aveva cercato di evitare con la promessa di stimolare la crescita economica e ridurre le imposte.
Un altro impatto significativo è stato sulle catene di approvvigionamento globali, che sono state destabilizzate dai dazi e dalle incertezze politiche. Ciò ha comportato rallentamenti nelle forniture e ha costretto le aziende a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento. Le trimestrali delle aziende tech hanno mostrato come l’incertezza legata alle tariffe abbia pesato sui bilanci, sebbene alcune aziende, come Microsoft e Amazon, siano riuscite a crescere grazie alla forte domanda nei loro settori cloud e software, meno direttamente influenzati dalle tariffe.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link