24 Agosto 2025
L’Europa sta costruendo una grande infrastruttura energetica integrata


Si fa spesso un gran parlare delle occasioni perse dall’Europa, molto meno delle realizzazioni concrete. Eppure, l’Unione Europea non ha atteso gli effetti della guerra tra Ucraina e Russia per affrontare il problema della strutturazione e dello scambio di fonti energetiche. I primi progetti comuni, che risalgono al 2013, hanno dato vita a collaborazioni preziose tra gli Stati membri e con i Paesi confinanti, con la definizione di Progetti di Comune Interesse (PCI) e Progetti di Mutuo Interesse (PMI), nell’ambito della revisione delle Reti Transeuropee di Energia (TEN-E).

Questi progetti sono allineati con l’adesione dell’UE all’Accordo di Parigi sul clima e prevedono un approccio multilivello, coinvolgendo almeno una fonte di energia conforme alle linee guida del programma TEN-E e collegando almeno due Paesi. Si tratta di uno sforzo congiunto che coinvolge governi, aziende e autorità territoriali, contribuendo significativamente agli obiettivi di decarbonizzazione dell’UE, anche quando partecipano Paesi non membri. L’attenzione è rivolta anche ai costi, che devono essere giustificati da benefici economici o energetici documentati.

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Inoltre, i progetti che coinvolgono piccole e medie imprese ricevono un sostegno maggiore dall’UE, con permessi di pianificazione accelerati e una gestione semplificata attraverso un’unica autorità nazionale. L’UE premia anche la trasparenza e l’impegno nelle consultazioni pubbliche, offrendo costi amministrativi ridotti e la possibilità di accedere ai finanziamenti del programma Connecting Europe Facility (CEF), considerato uno dei pilastri del Green Deal europeo.

Una mappa interattiva, costantemente aggiornata, mostra i progressi dell’UE e dei suoi Paesi membri nel settore energetico, evidenziando i collegamenti e gli effetti generati. Nel settore dell’elettricità, ad esempio, il “Celtic Interconnector” collega Irlanda e Francia, permettendo uno scambio di 700 megawatt e trasportando anche fibra ottica per le comunicazioni. Il “Baltic Synchronisation Project” connette Estonia e Finlandia (Estlink I e II), Lituania e Svezia (Nord Balt), e Lituania e Polonia (LitPol Link). La “German North-South Connection” non solo collega la Germania da nord a sud, ma serve anche come spina dorsale per le connessioni elettriche tra Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, con completamento previsto nel 2025.

Nel campo del gas, l’IGB Pipeline collega Grecia e Bulgaria dal 1° ottobre 2022, con una capacità iniziale di 3 miliardi di metri cubi all’anno, finanziata con 84 milioni di euro. Il Baltic Pipe, inaugurato anch’esso il 1° ottobre 2022, connette Danimarca e Polonia, trasportando oltre 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno dai Mari del Nord alla Polonia. Il progetto ha ricevuto circa 267 milioni di euro di fondi europei del CEF. Il “Balticconnector” collega il gas proveniente dalla Finlandia con la rete europea continentale, migliorando la sicurezza energetica nella regione e diversificando le risorse di gas.

Integrazione digitale e innovazione
Progetti di connessione tra Slovenia e Croazia, come il centro di controllo digitale “Sincro.grid”, integrano le reti elettriche per aumentare la sicurezza e l’efficienza dei flussi energetici verso est (Bulgaria, Romania, Ucraina) e ovest (Italia, Svizzera, Francia, Germania). La “Smart Border Initiative” nelle regioni della Saarland e della Lorena, tra Germania e Francia, sviluppa soluzioni comuni per il risparmio energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili, basate su digitalizzazione e intelligenza artificiale. Questo progetto, già oltre la fase sperimentale, potrebbe essere replicato in altre regioni d’Europa e del mondo.

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La mappa interattiva evidenzia numerosi altri progetti, dimostrando l’attenzione dell’Europa verso l’energia, l’uso delle fonti rinnovabili e l’integrazione nei corridoi energetici europei. Questi progetti offrono una visione concreta, in termini di chilowattora, analisi dei costi e finanziamenti, di un’Europa che, al di là della retorica, sta compiendo passi concreti, affrontando le emergenze degli ultimi anni con una visione che risale ai primi anni 2000 e con obiettivi fissati per il 2030 e il 2050, come indicato nelle sue scelte in materia di energia e Green Deal. Una volta tanto, si può dire che l’Europa parla più con i fatti, e i suoi progetti stanno diventando realtà.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul numero 65 di We – World Energy, il magazine di Eni.



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