24 Agosto 2025
ecco le città italiane più rischiose



Un nuovo studio condotto dall’International Center for Social Research (Icsr) getta luce su un tema che tocca da vicino milioni di cittadini, la sicurezza sulle strade urbane: e Roma è stata “eletta” maglia nera e in cima alle città italiane più rischiose.


L’indice, reso pubblico in vista del 2025, nasce da una metodologia complessa che incrocia diversi parametri. Alla base c’è l’analisi degli incidenti rilevati dall’Istat dal 2016 al 2024, con l’aggiunta di stime preliminari per l’anno in corso. A questi dati si è applicato un coefficiente correttivo per i grandi comuni – due punti in più ogni cento sinistri – al fine di calibrare il peso della densità abitativa e del traffico.

Non si tratta però solo di numeri relativi agli scontri in strada: lo studio ha considerato anche la spesa sostenuta dalle amministrazioni locali per la manutenzione della rete viaria, incrociando le informazioni fornite da OpenPolis, OpenCivitas/Sogei e da questionari rivolti direttamente agli enti locali. Il quadro è stato completato grazie ai dati ufficiali di fonti istituzionali come Ministero dell’Interno, Miur e Agenzia del Territorio.

Roma in testa alla classifica dellc città più rischiose per la sicurezza stradale

Dall’elaborazione complessiva emerge che la Capitale ottiene un indice di pericolosità pari a 450,30, un valore nettamente superiore rispetto a quello delle altre metropoli italiane. Per comprendere la portata del dato basta confrontarlo con Milano, seconda in classifica, che si ferma a 323,73 punti.

La forbice tra le due maggiori città del Paese è dunque ampia e conferma una situazione particolarmente critica per chi guida tra le strade romane, dove il traffico intenso, la scarsa manutenzione e la conformazione urbana contribuiscono a un quadro già fragile.

Le altre città a rischio

Alle spalle di Roma e Milano, l’indicatore colloca Genova al terzo posto, seguita da Firenze. Torino si piazza al quinto gradino con un valore pari a 165,18, mentre subito dopo troviamo Bologna e Napoli, che registra un indice di 126,44. La top ten è completata da Bergamo, Venezia e Verona.

L’elenco mostra chiaramente come i grandi centri urbani, caratterizzati da un elevato numero di abitanti e da flussi di traffico consistenti, siano i più esposti. Tuttavia, la graduatoria non rispecchia soltanto le dimensioni demografiche: entrano in gioco anche le politiche di spesa per la manutenzione, l’efficienza della gestione locale e l’attenzione posta alla sicurezza stradale.

Le cause di una criticità diffusa

Dietro questi numeri si celano fattori diversi. Nelle città più grandi, il volume di auto, moto, mezzi pubblici e biciclette rende la circolazione particolarmente complessa, aumentando il rischio di scontri. A questo si aggiungono la qualità spesso insufficiente delle infrastrutture, il manto stradale deteriorato, segnaletica poco visibile e scarsa manutenzione.

In contesti come quello romano, le difficoltà si amplificano: strade dissestate, buche non riparate tempestivamente, scarsa illuminazione in alcune zone e un traffico costante che mette a dura prova la sicurezza degli utenti della strada. Non meno rilevante è il comportamento degli automobilisti: velocità elevate, distrazioni dovute all’uso del telefono e mancate precedenze continuano a rappresentare le cause principali degli incidenti.

Spesa pubblica e manutenzione: un nodo cruciale

Un aspetto significativo del lavoro dell’Icsr riguarda il peso attribuito agli investimenti pubblici nella manutenzione stradale. Non tutte le città destinano la stessa quota di bilancio alla cura delle infrastrutture, e questo si riflette direttamente sul livello di sicurezza.

I dati raccolti mostrano come laddove i Comuni investono di più nella manutenzione, l’indice di pericolosità tende a ridursi. Al contrario, nelle realtà dove le risorse sono scarse o mal gestite, il rischio cresce in modo proporzionale. Ciò evidenzia la stretta relazione tra scelte amministrative e qualità della vita dei cittadini.

Un problema di salute pubblica

L’incidentalità urbana non è soltanto una questione di viabilità: rappresenta un grave problema di salute pubblica. Ogni anno migliaia di persone subiscono ferite, anche gravi, e non mancano i decessi. Le conseguenze non sono soltanto umane, ma anche economiche, poiché i sinistri generano costi sanitari e sociali che pesano sull’intera collettività.

Lo studio dell’Icsr invita quindi a non sottovalutare i dati: intervenire sulla sicurezza delle strade urbane significa ridurre non solo il numero di incidenti, ma anche i danni collaterali legati a ricoveri, riabilitazioni e perdita di produttività.

Le possibili soluzioni

Secondo gli esperti, affrontare il problema richiede una strategia integrata. Da un lato occorrono maggiori investimenti per migliorare la qualità del manto stradale, installare segnaletica più chiara e potenziare l’illuminazione.

Dall’altro, servono campagne di sensibilizzazione rivolte agli automobilisti, affinché comportamenti imprudenti come l’uso dello smartphone o l’eccesso di velocità vengano scoraggiati con controlli più severi e sanzioni mirate.

A ciò si aggiunge la necessità di incentivare forme di mobilità alternative – come trasporto pubblico efficiente, piste ciclabili sicure e zone a traffico limitato – che possano ridurre la pressione veicolare nelle aree urbane.

Una sfida per le amministrazioni locali

Il quadro tracciato dall’Icsr non è un semplice elenco di cifre, ma un campanello d’allarme per i sindaci delle grandi città. Il dato di Roma, in particolare, pone l’amministrazione capitolina di fronte a una sfida urgente: avviare interventi concreti per abbattere un primato che nessuno vorrebbe detenere.

Se da un lato Milano e Genova seguono a distanza, dall’altro la situazione della capitale rischia di trasformarsi in un caso nazionale, costringendo governo e istituzioni locali a coordinarsi per affrontare un problema che ha ripercussioni dirette sulla vita quotidiana dei cittadini.

Alcune considerazioni

L’indagine dell’Icsr per il 2025 consegna dunque un quadro chiaro: le città più trafficate d’Italia sono anche le più pericolose per chi si mette al volante o in sella a una moto o bicicletta.

Roma guida una classifica che non premia, ma che offre spunti di riflessione sulle politiche urbane e sulla necessità di una manutenzione più efficace.

Migliorare la sicurezza stradale non significa soltanto ridurre i numeri degli incidenti: vuol dire anche rendere le città più vivibili, tutelare la salute dei cittadini e costruire spazi urbani più sostenibili e sicuri.



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