
L’Unione dei Piccoli Proprietari ha presentato una serie di proposte sia al Ministero dell’Università che ad altri enti per trovare un equilibrio tra chi mette a disposizione il proprio immobile e la famiglia dello studente
Un problema «generalizzato» come ammette anche Fabio Pucci, presidente nazionale dell’Unione Piccoli Proprietari. Perché «oggi – dice – chi ha un appartamento ed ha la possibilità di affittarlo in modo diverso dal tradizionale lo fa soprattutto come b&b o come casa vacanza».
La concorrenza fra turisti e studenti
E secondo Fabio Pucci l’attività più faticosa che ne consegue (arrivi tardivi, pulizie continue) oggi è stata risolta «attraverso le piattaforme dove si mette a disposizione l’immobile, sicuri che non ci saranno morosità o situazione complesse: ormai il turista sa dove deve andare e cosa deve fare, ha un’assistenza adeguata, a meno che non venga richiesta direttamente anche quella del proprietario».
Quindi la concorrenza fra turisti e studenti per una stanza o un mini appartamento esiste e non sarebbe neppure proprio facile da superare. E così l’Unione piccoli proprietari si è anche mossa, perché «bisogna trovare un equilibrio tra chi mette a disposizione il proprio immobile e la famiglia dello studente», dice Pucci. E l’equilibrio arriverebbe attraverso una serie di proposte che l’Unione dei Piccoli Proprietari ha presentato sia al Ministero dell’Università che ad altri enti come Comuni o Regioni.
Dagli incentivi fiscali alle garanzie di pagamento
Innanzitutto «ci devono essere degli incentivi fiscali e cioè l’azzeramento dell’Imu in modo che i proprietari siano invogliati a mettere sul mercato i propri appartamenti per gli studenti. Secondo: garanzia del pagamento del canone di locazione da parte degli enti universitari preposti. Non è giusto che una famiglia oltre ad assumersi la responsabilità del pagamento di spese di mantenimento per far studiare il proprio figlio fuori casa, debba assumersi anche l’onere della garanzia (cioè una sorta di fideiussione) per il pagamento del canone».
E il terzo punto, «non meno importante lo snellimento delle pratiche di sfratto per gli studenti qualora le famiglie non dovessero pagare il canone di locazione». Tre punti che potrebbero davvero cambiare l’attuale situazione? «I proprietari sarebbero sicuramente più incentivati a mettere sul mercato i propri appartamenti anche per gli universitari. Il problema fondamentale potrebbe essere, infatti, proprio la chiave fiscale: se si toglie l’Imu e vi sono incentivi fiscali converrà sicuramente di più affittare agli studenti invece che ai turisti: in quest’ultimo caso le tasse sono decisamente più elevate rispetto a quelle degli universitari».
Una serie di proposte già presentate al Governo ed agli Enti coinvolti: ma saranno ascoltate? «Dovrebbero – conclude Fabio Pucci – perché oggi mancano gli alloggi perché lo Stato non provvede né all’acquisizione né alla costruzione degli studentati. Da qui a 10-15 anni ci sarà sicuramente questa politica universitaria ma adesso cerchiamo e di risolvere i problemi urgenti ed immediati».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link