
RIMINI (ITALPRESS) – “Trieste è tra i poli più avanzati del paese, con laboratori pubblico-privati, start-up biotech e progetti ispirati al paradigma One Health: abbiamo un modello di welfare che unisce coesione e innovazione”. Lo sottolinea il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in collegamento con il Meeting di Rimini, nel corso dell’incontro sul tema “Le frontiere dell’Adriatico”.
“Parlare di Adriatico significa anche parlare di identità plurali, che non sono muri ma radici senza le quali non può esserci un dialogo autentico – aggiunge Fedriga -. La storia della Mitteleuropa è fatta di convivenza, apertura pragmatica ed equilibrio tra commercio e diplomazia: l’Adriatico deve essere pensato come sistema integrato in cui i porti italiani, complementari a quelli croati e balcanici, possono diventare piattaforme comuni per logistica e ricerca scientifica. Trasformiamo le differenze in ricchezza comune, ma sempre nel rispetto delle specifiche identità: quest’esperienza può diventare un modello di cooperazione adriatica ed europea”.
“L’Adriatico è da sempre crocevia di popoli culture ed economie. Oggi quelle frontiere si ripresentano in forme nuove tra guerre, migrazioni, rivoluzioni tecnologiche ed energetiche: in questo scenario il Friuli-Venezia Giulia si conferma regione di confine e connessione – ha sottolineato Fedriga – Le sfide che ci attendono non ammettono rinvii – continua Fedriga -. La guerra in Ucraina e l’instabilità in Medio Oriente pongono nuove priorità di sicurezza e politica estera: l’economia globale è segnata da tensioni commerciali e competizione tra grandi potenze, con il rischio di una frammentazione dei mercati; siamo chiamati a gestire la transizione energetica e digitale evitando che si allarghino nuove disuguaglianze sociali. Il porto di Trieste è il primo in Italia per traffico merci e hub logistico ed energetico che unisce mar Mediterraneo, centro ed est Europa: siamo territorio di conoscenza e innovazione, i nostri progetti su intelligenza artificiale e digitalizzazione rafforzano la competitività delle imprese e formano le nuove generazioni. Tuttavia, la transizione energetica solleva anche interrogativi concreti sui costi che cittadini e imprese dovranno sostenere, sulla reale sostenibilità tecnologica di alcune soluzioni e sulla capacità del nostro sistema industriale di reggere tempi così rapidi di trasformazione – prosegue -: il rischio è che altri paesi al mondo posseggano quelle tecnologie in grado di condizionare lo sviluppo dell’Europa e dell’Italia. Servono risposte pragmatiche o il rischio è di generare nuove fragilità economiche e sociali”.
-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).
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