
Si preannuncia un anno di battaglia legale per il futuro di due scuole simbolo del Viterbese: l’Istituto comprensivo Carmine di Viterbo e quello di Grotte di Castro.
La scuola apre tra ricorsi e incertezze
Entrambi gli istituti erano stati colpiti dal piano di dimensionamento deciso dalla Regione Lazio, che prevedeva la soppressione delle loro autonomie scolastiche. Entrambi, però, hanno ottenuto una vittoria davanti al Tar, che ha annullato la delibera giudicandola priva di motivazioni adeguate e in contrasto con le stesse linee guida regionali.
Anno turbolento per gli istituti Carmine e Grotte di Castro
Il tribunale amministrativo ha riconosciuto che il Carmine rappresenta un presidio educativo essenziale in un quartiere segnato dal disagio sociale, mentre Grotte di Castro non poteva essere privata della propria dirigenza in quanto scuola situata in un territorio montano e fragile.
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Il rischio è che il quadro venga ribaltato a ridosso dell’avvio delle lezioni
Due decisioni che hanno dato respiro alle comunità scolastiche, ma che non hanno chiuso la partita: la Regione ha già impugnato le sentenze davanti al Consiglio di Stato, chiedendo anche la sospensiva. Il rischio, dunque, è che il quadro venga ribaltato proprio a ridosso dell’avvio delle lezioni, generando ulteriore incertezza per famiglie e insegnanti.
Il sindaco Antonio Rizzello soddisfatto della decisione del Tar
A Grotte di Castro il sindaco Antonio Rizzello parla di “grande soddisfazione” dopo la decisione del Tar. “La sentenza ha annullato la soppressione della nostra direzione didattica. Questo significa che la scuola deve aprire con la propria dirigente e i plessi pienamente operativi”.
Federico Roscioli
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