
Italia e Germania uniscono le forze per una strategia comune sulla sostenibilità delle flotte aziendali e dei servizi di autonoleggio.
Durante l’incontro del 21 luglio a Berlino tra il ministro italiano Adolfo Urso e la sua omologa tedesca Katherina Reiche, è stata presentata una posizione condivisa che solleva perplessità e richieste di maggiore flessibilità rispetto alla normativa europea in discussione.
La proposta europea, attualmente in fase dnegoziazione, prevede che a partire dal 1° gennaio 2030 tutte le nuove auto e i veicoli commerciali leggeri acquistati o noleggiati da aziende e società di autonoleggio siano esclusivamente a zero emissioni, cioè completamente elettrici oppure alimentati a idrogeno. L’obiettivo dichiarato è di accelerare la decarbonizzazione del settore trasporti, che rappresenta una delle principali fonti di emissioni di CO₂, e di incentivare la diffusione dei veicoli a tecnologia sostenibile.
Le flotte aziendali e di noleggio costituiscono infatti un segmento cruciale del mercato automobilistico, con un peso di circa il 60% sulle nuove immatricolazioni in Europa. Questo rende il settore un possibile volano per il raggiungimento degli ambiziosi traguardi climatici fissati dall’UE. Tuttavia, la rapidità e la rigidità dell’imposizione rischiano di generare criticità, soprattutto in termini di costi e infrastrutture ancora insufficienti per una transizione di massa.
L’obbligo europeo sulle auto elettriche nelle flotte aziendali
Italia e Germania si mostrano critiche nei confronti di un approccio che imponga una sola tecnologia, proponendo invece un modello basato sulla neutralità tecnologica. Questo significa che la valutazione delle politiche di decarbonizzazione dovrebbe concentrarsi sul risultato effettivo di riduzione delle emissioni di CO₂, senza vincolare le aziende all’uso esclusivo di veicoli elettrici, ma consentendo anche altre soluzioni sostenibili e competitive.
Dalla nota ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy emerge chiaramente che l’obiettivo di raggiungere flotte aziendali a basse o zero emissioni non è messo in discussione, ma si chiede all’Unione Europea di adottare una linea più equilibrata e pragmatica. Le richieste principali riguardano:
- l’aumento degli incentivi per favorire la transizione tecnologica senza gravare eccessivamente sulle imprese;
- la definizione di criteri chiari e trasparenti per la misurazione delle emissioni di CO₂, che permettano una valutazione comparabile e oggettiva dei risultati;
- l’adozione di tempi realistici e graduali per l’adeguamento del settore automobilistico, in modo da evitare impatti negativi sull’economia e sulla filiera produttiva.
Questi elementi rappresentano la base della richiesta congiunta di Roma e Berlino all’Unione Europea per rivedere la proposta in modo da preservare la competitività delle imprese e la sostenibilità del sistema produttivo. Il confronto tra Italia e Germania riflette le preoccupazioni di una parte importante del settore industriale e politico europeo, che teme un impatto eccessivo e prematuro su un mercato ancora in fase di sviluppo per quanto riguarda infrastrutture di ricarica e tecnologie alternative all’elettrico puro.
L’asse Roma-Berlino sottolinea la necessità di favorire un percorso di transizione che sia sostenibile anche dal punto di vista economico e che non penalizzi i produttori e i consumatori. La posizione condivisa dei due Paesi evidenzia inoltre la volontà di mantenere un dialogo costruttivo con la Commissione europea, puntando su strumenti di supporto come incentivi mirati e politiche industriali che accompagnino le aziende verso l’adozione di soluzioni innovative e a basso impatto ambientale.
Il ministero italiano ha sintetizzato così l’intesa raggiunta: “Posizione comune tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il BMWE, il ministero tedesco per gli Affari economici e l’Energia, sull’iniziativa della Commissione europea per la decarbonizzazione delle flotte aziendali. L’intesa vede il MIMIT e il BMWE concordi nel chiedere all’Europa una linea d’azione flessibile ed equilibrata, fondata sulla neutralità tecnologica, insieme a incentivi e strumenti che facilitino il processo di transizione”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link