25 Agosto 2025
Lo strattone di Tajani alla Bce: «Euro troppo forte, serve un’azione shock di Lagarde». E sulle banche è lite con Giorgetti – Il video


Per il vicepremier di fronte agli squilibri col dollaro è tempo di «un nuovo quantitative easing». E va abbassato con urgenza il costo del denaro

Da Rimini – Non è solo Donald Trump negli Usa a tirare per la giacchetta – si fa per dire – chi ha in mano le leve della politica monetaria, nel suo caso il malcapitato governatore della Fed Jerome Powell. Anche al di qua dell’Atlantico, in Italia, c’è chi cede volentieri alla tentazione di indicare la via alla presidente della Bce Christine Lagarde. Il vicepremier Antonio Tajani enuncia da qualche tempo i rischi di un euro troppo forte, ma oggi, dopo la formalizzazione dell’«intesa» Ue-Usa sui dazi, alza i toni con la banca centrale con sede a Francoforte. «Il dollaro continua a scendere e se arriva a 1,25 (sull’euro, ndr) sarà complicato per le nostre imprese esportare, soprattutto negli Stati Uniti. Quindi bisogna intervenire sull’euro: serve un’azione shock da parte della Bce». Di che tipo? «Serve un nuovo quantitative easing, ossia che la Bce acquisti titoli di Stato per mettere più denaro in circolazione così da ridurre di fatto la forza del dollaro», spiega Tajani, che sottolinea come lo stesso ex governatore Mario Draghi abbia evocato la necessità di tale intervento nel suo discorso d’apertura dello stesso Meeting.

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Il costo del denaro da ridurre e il ruolo delle banche

D’altra parte secondo il ministro degli Esteri la Bce dovrebbe intervenire pure per ridurre il costo del denaro, che pesa a cascata su imprese e famiglie: «Oggi è al 2%, si può arrivare anche all’1,5, all’1% e anche allo 0 com’era ai tempi del Covid, se vogliamo rilanciare la nostra economia», in particolare per fare «politica industriale, della sanità e difesa europea. Mi preoccupa più questo dei dazi, e mi pare che anche il mondo imprenditoriale si sia reso conto perfettamente di tutto ciò», chiosa Tajani. Che non rinuncia però a togliersi un sassolino dalle scarpe con gli alleati pure in tema di banche, mentre si iniziano a mettere sul tavolo idee e proposte più o meno credibili per la prossima legge di bilancio. «Le banche sono imprese, non credo serva dare pizzicotti alle banche ma parlare con loro, perché un Paese come il nostro non può fare a meno di un sistema bancario forte». Risposta implicita al «pizzicotto» dato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ieri aveva invitato le banche a restituire il tesoretto guadagnato in questi anni di tassi elevati a famiglie e imprese. «Attenzione, la caccia alla banca significa dare la caccia al sistema industriale e imprenditoriale italiano», replica Tajani. E dunque «è giusto che paghino le tasse e diano il loro contributi, ma senza blitz o operazioni strane».

Foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI Il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Meeting per l’amicizia fra i popoli – Rimini, 24 agosto 2025.





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