25 Agosto 2025
Intesa Sanpaolo Innovation Center, oltre 50 milioni investiti per le startup attraverso la controllata Neva




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Nel posizionarsi come attore unico nel panorama bancario, Intesa Sanpaolo scommette su un’innovazione a 360 gradi anche attraverso il proprio Innovation Center, Ispic. Una missione ambiziosa, avviata nel 2015 su intuizione del ceo Carlo Messina e che oggi, alla luce dei risultati del primo semestre 2025, mostra numeri e impatti difficili da ignorare: 117 nuovi progetti d’innovazione attivati da inizio anno, 763 complessivi dal 2022, 400 startup valorizzate e più di 50 milioni investiti solo nei primi sei mesi dell’anno tramite la società di venture capital Neva.

Ispic è pensato non per innovare il solo core business del gruppo ma per agire come acceleratore della crescita reale dell’intero tessuto produttivo italiano. «Tutte le banche fanno innovazione, spesso però limitata ai prodotti o ai servizi bancari. Noi vogliamo occuparci anche del resto», spiega Viviana Bacigalupo, direttrice generale di Ispic. «L’innovazione è un fattore abilitante della sostenibilità, che si declina in economica, ambientale e sociale. Solo così si può operare in un contesto florido e competitivo, con attori resilienti a tutti i livelli».

Ricerca e valorizzazione delle start-up

I progetti di Ispic hanno natura molto variegata. Fondamentale è la fase della ricerca, dallo studio dei mega trend o dei trend emergenti all’attività di sperimentazione nei laboratori: AI, robotica, computing, space economy. Oltre 50 pubblicazioni su riviste scientifiche e 5 brevetti ottenuti dimostrano un approccio solido, sviluppato insieme a università e centri di ricerca d’eccellenza.

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Centrale è il supporto alle startup. «Dal 2022 ne abbiamo valorizzate 400 e valorizzare per noi significa supportarle con programmi di accelerazione, aprire la porta a progetti di internazionalizzazione dove possano incontrare venture capital e opportunità di business, farle entrare in connessione con altre aziende», afferma Bacigalupo. Per quanto riguarda il sostegno finanziario, invece, la banca ha più del 30% di quota di mercato delle startup italiane e più del 50% delle pmi innovative.

La società di venture capital Neva, controllata al 100% da Ispic, ha investito in tre anni 172 milioni e gestisce cinque fondi, dedicati alle startup ma anche a progetti più ampi di ecosistema. Un esempio è Techstars a Torino, programma di accelerazione per startup in ambito AI e robotica, che dal lancio nel 2019 ha supportato 69 startup con oltre 130 milioni raccolti. Si tratta di iniziative che fanno rete e che potenziano ecosistemi locali con una visione internazionale.

Programmi di open innovation e supporto all’economia circolare

Per raggiungere l’obiettivo però serve implementare logiche di open innovation. «Dal 2022 abbiamo accompagnato un centinaio di aziende in programmi di open innovation. L’obiettivo è soddisfare ogni bisogno con soluzioni all’avanguardia. Poi presentiamo alle imprese alcune startup che possano aiutarle in questi processi trasformativi», spiega Bacigalupo.

La strategia non può prescindere dall’investimento in economica circolare, con due forme di sostegno in particolare. La prima, gestita dalla banca, è la creazione di un plafond per il finanziamento di azioni trasformative da parte delle aziende: dal 2022 l’obiettivo di 8 miliardi di erogazioni è stato ampiamente superato, arrivando a 14 miliardi. La seconda è il Circular Economy Lab, realizzato con Cariplo Factory, primo laboratorio italiano dedicato all’economia circolare. L’obiettivo in questo caso è promuovere la transizione con attività di advisory per aziende e istituzioni. (riproduzione riservata)



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