
Contrastare il precariato nascosto dietro i contratti part-time involontari, che in Sardegna colpiscono in particolare le donne e i giovani. Con questo obiettivo la Giunta regionale ha approvato una misura proposta dall’assessora del Lavoro, Desirè Manca, destinando un milione di euro a incentivi per le aziende che trasformano contratti a tempo determinato e parziale in assunzioni a tempo indeterminato e pieno.
“I contratti part-time, quando imposti dal datore di lavoro, diventano una trappola – ha spiegato Manca -. Costringono a salari ridotti, straordinari non pagati e impediscono di costruirsi un futuro e un’indipendenza economica. Troppo spesso sono una condanna alla povertà”.
Come funziona l’incentivo
L’intervento della Regione prevede l’erogazione di un contributo economico alle imprese che decidono di trasformare i contratti a tempo parziale e determinato in rapporti di lavoro stabili e a tempo pieno. La percentuale dell’incentivo varia in base all’età del lavoratore e alla sua condizione, con l’obiettivo di favorire soprattutto i giovani e le donne, i più penalizzati dal fenomeno del part-time involontario.
Boom di lavoro in Sardegna? Solo se accetti di essere precario
I dati: Sardegna maglia nera
La misura arriva in un contesto allarmante. Secondo l’ultimo rapporto Istat 2025, la Sardegna è la regione più colpita dal part-time involontario. Quasi una lavoratrice su quattro dichiara di desiderare un contratto full-time senza poterlo ottenere, mentre tra i giovani under 35 il precariato è diffuso e si traduce spesso in contratti a termine associati a un part-time non scelto. Per le donne il quadro è ancora più grave, con percentuali che superano la media nazionale e riducono drasticamente le possibilità di un’indipendenza economica reale.
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