
Un settore in profonda trasformazione negli ultimi dieci anni, la credit industry italiana ha saputo evolversi per gestire una massa critica di crediti che altrimenti sarebbe rimasta un peso. Grazie a soluzioni innovative, sia normative che operative, ha trasformato questi flussi in valore economico e sociale.
In questo contesto dinamico, la distribuzione territoriale dei player del settore rispecchia equilibri storici, strategici e opportunità di mercato. Anche la geografia delle pratiche e degli importi affidati è legata alle disuguaglianze territoriali del Paese, dando conto di aree più dinamiche e altre più fragili.
Dove si trovano le aziende della credit industry
Secondo il XV Rapporto Annuale UNIREC (dati 2024), la Lombardia è il fulcro dell’industria: raccoglie il 28% delle imprese associate, con 53 aziende, seguita dal Lazio con il 24% e 45 associate. La Campania si posiziona terza, con il 13%, seguita da Piemonte (10%) e da Veneto ed Emilia‑Romagna con il 9% ciascuna.
Da dove provengono i crediti affidati
Sempre dal XV Rapporto UNIREC emerge che, nel 2024, per quanto riguarda i mandati in Conto Terzi (C/III), la Lombardia concentra il 16% degli importi affidati e il 12% delle pratiche, seguita dalla Campania con l’11% delle pratiche e il 9% degli importi, e dal Lazio con il 10% delle pratiche e l’11% degli importi.
Si attestano poi la Sicilia e l’Emilia-Romagna, entrambe con il 9% e il 7% rispettivamente in termini di importi e pratiche.
Nelle regioni meridionali, in particolare Sicilia e Campania, si registrano anche significativi miglioramenti nelle performance di recupero, con aumenti rispettivi rispetto all’anno precedente.
Il futuro vedrà mutare la geografia della credit industry italiana?
Se la concentrazione attuale di sedi e affidamenti in Lombardia e Lazio è spiegabile con la presenza di grandi centri finanziari, istituzioni, e un’infrastruttura consolidata, non è detto che questa geografia resti immutata. L’aumento del costo della vita nelle città metropolitane come Milano e Roma, unito alla crescente digitalizzazione dei processi e alla diffusione del lavoro da remoto, potrebbe nel tempo favorire una decentrazione delle funzioni operative verso aree meno costose e più vivibili.
In un’industria sempre più attenta all’efficienza dei costi e alla qualità del lavoro, la geolocalizzazione del settore potrebbe diventare uno dei temi chiave dei prossimi anni.
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