27 Agosto 2025
Inchiesta urbanistica a Milano, bandi cuciti su misura:  “Imprese predestinate. Ecco la spartizione”


Milano – Un costruttorepredestinato a vincere il progetto” e gli altri esclusi dalla partita ma magari compensati su altre operazioni. Presunte manovre per una “spartizione degli affari”, bandi “cuciti” su misura e con un unico partecipante come quello in Cenisio, informazioni riservate comunicate ai privati: uno schema che si ripeterebbe nelle procedure ad evidenza pubblica finite sotto la lente della Procura, dove “si è soliti “coordinarsi“ ed evitare “sovrapposizioni“” tra imprese. Un filone della maxi-inchiesta dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici riguarda l’ipotesi di gare pilotate e bandi ad hoc “cuciti“ sugli interessi di immobiliaristi e costruttori per vendere il patrimonio pubblico del Comune. Indagini, sulla base delle chat e della mole di documenti al vaglio della Gdf, rinvenuti negli uffici comunali e nelle sedi delle aziende, che potrebbe portare a nuove e inedite contestazioni, come l’ipotesi di turbativa d’asta, aggiungendosi a quelle su presunti abusi edilizi, corruzione e falso.

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Il dubbio sull’inchiesta urbanistica a Milano: ma i notai non dovevano controllare?

Tra le vicende citate quella che riguarda le aree “Via Cenisio 2/via Messina 50 e Largo De Benedetti 1/via Messina 53”. Al “lotto 2”, segnalano i pm, partecipa “solo Coima, sebbene” si tratti “di un bando di rilevantissimo interesse economico”. Nelle carte, poi, riferimenti all’operazione di “riqualificazione di piazzale Loreto” e al ruolo dell’ex assessore della giunta Moratti Carlo Masseroli, manager del gruppo Nhood, al momento non indagato. “Messaggio appena inviato a Masseroli su Loreto”, scrive il 9 gennaio 2024 l’allora assessore Giancarlo Tancredi al dg di Palazzo Marino, Christian Malangone. E ancora Tancredi a Malangone lo scorso 29 gennaio: “Riusciamo ad anticipare riunione con Masseroli su Loreto?”.

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Sempre l’allora assessore il 4 marzo: “Non si riesce proprio ad evitare la gara…”. In una chat “Catella segnala a Tancredi un problema con gli uffici comunali relativamente al progetto Monte di Pietà, su cui lavora Renzo Piano”, archistar non indagato. Si tratta “di un fabbricato di grande valore nel cuore del centro storico di Milano, quartiere Brera”, edificio storico ai civici 5-7-9 della via, finito al centro degli interessi di Coima. I pm, negli atti, evidenziano che “trattandosi di intervento in centro storico la ristrutturazione edilizia (…) non può comportare modifiche dei volumi e delle altezze”. Catella, nelle chat, si lamenta con l’allora assessore Tancredi per l’atteggiamento del dirigente Marco Porta, chiedendo una riunione. “Porta – scrive Catella il 28 novembre 2022 – ha rimesso in discussione il progetto di Piano rendendolo non attuabile. Significa cancellare due anni di lavoro”. E Tancredi risponde: “Il problema, molto serio, è Aspromonte”. Il riferimento è all’immobile in piazza Aspromonte finito al centro di una delle inchieste su abusi edilizi. Una “nuova costruzione in cortile”, così come l’intervento in Brera al centro del pressing di Coima.



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