27 Agosto 2025
le aziende guardano solo alla zona portuale di Venezia


ROVIGO – Nessuna domanda di insediamento per la Zls. Nessun progetto per l’area polesana. A fine giugno, le richieste di ampliamento o nuove attività nell’ambito della Zona logistica semplificata, denominata anche Bluegate, riguardano esclusivamente l’area portuale di Venezia, lasciando a secco la provincia di Rovigo.

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L’allarme viene lanciato da Confartigianato Polesine, che per voce del suo presidente, Marco Campion, sottolinea come il dato sia la prova lampante di una profonda mancanza di strategia per il territorio. A suo avviso, il lavoro nel territorio c’è, ma mancano competenze adeguate, servizi, infrastrutture e manodopera altamente specializzata. Per Campion, la Zls, pur essendo sulla carta una grande opportunità, non sta dando i frutti sperati per la provincia di Rovigo.

 

LA SOGLIA

Il presidente fa notare che la soglia minima di investimento di 200mila euro per beneficiare del credito d’imposta esclude di fatto le piccole e medie imprese, che spesso non hanno la capacità finanziaria necessaria. Confartigianato evidenzia anche che dei potenziali investitori stranieri, giunti in visita a maggio, non si hanno più notizie. La mancanza di domande di insediamento dovrebbe far riflettere sulla capacità attrattiva del territorio, considerando che molti dei Comuni coinvolti nella Zls (Bagnolo di Po, Bergantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Melara, Occhiobello, Polesella, Rovigo, Salara, Stienta, Trecenta) non sono serviti da vie di comunicazione veloci e non offrono manodopera locale disponibile. Campion fa un appello a un’azione «forte e corale politico-sindacale» per intercettare grandi aziende e costruire un indotto settoriale di riferimento.
I sindacati chiedono progettualità e tavoli concertati, mentre Confartigianato Polesine si dice pronta al confronto in vista delle elezioni regionali.

IL DUBBIO

Il dubbio espresso da Campion è legato anche alla gestione dei fondi del Pnrr, con ogni Comune che ha agito per sé, senza una regia comune che potesse avere una visione d’insieme. «Dobbiamo passare dalle parole ai fatti», afferma il presidente, evidenziando che i settori in crisi sono il manifatturiero, la meccanica e la moda, ma anche il turismo.
Le aziende polesane sono, inoltre, poco orientate all’export per mancanza di visione strategica e investimenti in innovazione e digitalizzazione. L’associazione invita a puntare su una nuova visione strategica che insegni ai giovani le «competenze nobilitanti del lavoro artigiano» e li formi anche a livello universitario, per renderli più competitivi.
 





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