29 Agosto 2025
cosa cambia per chi li accetta e i possibili effetti indiretti sui lavoratori


Dal 1° settembre 2025 entra in vigore a pieno regime il tetto massimo del 5% alle commissioni che le società emittenti buoni pasto possono applicare agli esercizi commerciali che li accettano. 

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Già in vigore nel settore pubblico, ora il tetto si estende anche a quello privato. La norma è contenuta nel ddl concorrenza e riguarda il rapporto tra le società che emettono i voucher e bar, supermercati e ristoranti, più che i lavoratori. Tuttavia, non è da escludere che questi ultimi possano subire un effetto secondario da parte delle proprie aziende.

Cosa cambia e i possibili effetti “indiretti” sui lavoratori

Mentre il tetto alle commissioni è una buona notizia per gli esercenti, infatti, la norma è stata accolta con meno favore dalle società che emettono i voucher. Secondo la Anseb, che riunisce i principali operatori di settore, l’imposizione del tetto al 5% sulle commissioni dei buoni pasto “genererà costi nascosti che graveranno direttamente sulle aziende che acquistano buoni pasto per i propri dipendenti. Questa dinamica è destinata a tradursi in un impoverimento del welfare aziendale e a ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori, compromettendo l’efficacia di uno strumento fondamentale per il benessere dei dipendenti e la competitività delle imprese”. 

A favore gli esercenti, contro le società emittenti: “Possibili tagli al welfare aziendale”

A dirlo è Matteo Orlandini, presidente di Anseb, che cita poi un’indagine svolta dall’Associazione dei direttori del personale secondo cui il 66% degli hr manager “teme che la nuova misura sulle commissioni dei buoni pasto costringerà la propria azienda a tagli e rimodulazioni delle risorse sul welfare interno”.

I buoni pasto, infatti, vengono venduti dalle società emittenti alle aziende con uno sconto sul valore di facciata. Questo poi viene recuperato con le commissioni. Le società emittenti quindi potrebbero compensare la diminuzione delle commissioni con una riduzione di questo sconto. Di conseguenza ciò potrebbe tradursi in un aumento dei costi per le aziende. Le quali, afferma Orlandini, sarebbero indotte così a tagliare in parte il welfare per i dipendenti.

Prestito personale

Delibera veloce

 

“Nello specifico, il 39% afferma che dovrà tagliare altre voci di spesa hr (risorse umane) per l’incremento del costo del buono pasto; il 15% che dovrà ridurre il valore facciale del buono pasto e il 13% dovrà ricorrere ad altre azioni di sostegno al potere d’acquisto dei lavoratori”, prosegue Orlandini.

I contratti già firmati tra esercenti e società emittenti dovranno adattarsi alla nuova legge entro il 31 agosto, mentre i buoni già emessi rimarranno validi con le vecchie commissioni fino al 31 dicembre 2025. A partire dal 1° gennaio del 2026, scatterà per tutti il tetto del 5%. 

La norma mira a rendere più sostenibile economicamente l’accettazione dei buoni pasto da parte degli esercenti, che ritenevano infatti la misura non più prorogabile. Per il presidente dell’associazione nazionale società emettitrici buoni pasto (Anseb) si tratta però di una misura “anticoncorrenziale”, a vantaggio unicamente “della grande distribuzione organizzata”. 

“Introdotta per ironia della sorte dalla legge Concorrenza, la nuova norma sui buoni pasto è in realtà una misura profondamente anticoncorrenziale, che limita la libera determinazione dei prezzi e penalizza la sostenibilità del mercato a vantaggio di una sola categoria, la grande distribuzione organizzata Anseb è disponibile a dialogare con il Governo per individuare soluzioni che rafforzino il potere d’acquisto dei lavoratori e la sostenibilità del sistema”, conclude Matteo Orlandini.

 

 



Source link

Vuoi acquistare in asta

Consulenza gratuita

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.