29 Agosto 2025
“Il cinema e l’audiovisivo motore culturale dell’Italia”



VENEZIA – “Quasi dodici miliardi di euro, è quanto valgono i ricavi complessivi del mercato audiovisivo italiano e, a differenza di quanto si dice, gli occupati sono aumentati”. Ad affermarlo è il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni nel corso dell’incontro dal titolo “Il cinema e l’audiovisivo in numeri. Motore culturale, occupazionale e opportunità per il Paese”, promosso in occasione dell’82ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura all’Italian Pavilion – coordinato da MiC e Cinecittà – all’Hotel Excelsior.

Durante il panel sono intervenuti il Presidente Anica Alessandro Usai, la Presidente Apa Chiara Sbarigia, il Presidente Anec Mario Lorini, il Presidente Confartigianato Cinema e audiovisivo Corrado Azzollini e Francesco Lattarulo, Membro Esecutivo Nazionale CNA Cinema e audiovisivo. Ad aprire l’incontro, alla presenza di un’ampia rappresentanza di associazioni del mondo del cinema e dell’audiovisivo, i saluti istituzionali del Presidente di Cinecittà Antonio Sacconeche ha ricordato il ruolo cruciale degli Studi di Via Tuscolana, “casa del cinema italiano”. “Guardiamo al futuro, non solo al passato”, ha dichiarato Saccone. “Se oggi Cinecittà ha utilizzato con successo oltre il 90% dei fondi PNRR, il merito va a una squadra che ha saputo lavorare con efficacia”.

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Tra i temi affrontati nel corso dell’evento, la crescita dell’industria audiovisiva italiana, che secondo le ultime stime conta oltre 124mila professionisti.

“Il quadro che emerge – ha commentato il Sottosegretario Borgonzoni – sottolinea la strategicità di una filiera industriale e produttiva che rappresenta un’eccellenza, ma anche gli effetti concreti sui nostri territori quando vengono scelti come set o come luoghi di manifestazioni”. Positivi anche i dati sull’investimento nella campagna Cinema Revolution. “Stando alle rilevazioni Cinetel, nel periodo 13 giugno-24 agosto, il cinema italiano ed europeo ha totalizzato 1,3 milioni di presenze con un +6,2% rispetto al 2024 e un +17,8% sul 2023, il 20,4% in più di quanto registrato mediamente nel triennio 2017-2019”.

Alessandro Usai, presidente Anica, ha illustrato l’importanza economica dell’audiovisivo italiano, trainato tra il 2020 e il 2024 dalla stabilizzazione dell’investimento pubblico, ma anche “dal ciclo positivo innescato dalla dinamica competitiva tra i principali player e nel post-Covid da una accresciuta capacità produttiva e dal rafforzamento della posizione internazionale”. E aggiunge: “È un’industria vitale per l’Italia. Solo i 200 associati ANICA generano 2,5 miliardi di fatturato”.

Comparando i dati di occupazione tra il 2019 – benchmark utile a comprendere il mercato pre-covid – e il 2023, si passa da 57mila lavoratori impegnati sui set a quasi 78mila, con una retribuzione lorda complessiva che arriva a 1 miliardo e 406 mila euro. A crescere, è anche il settore ANICA legato alla creator economy, che in Italia vale 4,06 miliardi di euro, e all’animazione, come confermato anche da Alessandra Principini di Cartoon Italia, presente all’incontro.

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Chiara Sbarigia, presidente APA, ha portato l’attenzione sul dinamismo della produzione audiovisiva italiana, sottolineando il ruolo cruciale del tax credit – “che rappresenta più di un terzo delle risorse del settore” – anche nella risposta all’emergenza Covid. “Oggi ne raccogliamo i frutti: serie come Il Commissario Montalbano, con 9 milioni di spettatori a episodio, Il Paradiso delle Signore con 1,7 milioni e docu-serie come La scelta di Maria con 4 milioni dimostrano che il pubblico ama i nostri prodotti. Le produzioni italiane, sia grandi che piccole, generano occupazione e turismo, come per Montalbano in Sicilia o Rocco Schiavone in Valle d’Aosta, rafforzando l’economia sul territorio”.

Fondamentale per comprendere il recupero del settore post-Covid è lo stato di salute delle sale cinematografiche, tra le più colpite dal periodo di emergenza e chiusure. “A giugno 2025, il profilo di imprese che opera nell’esercizio cinematografico è così suddiviso: 10 Grandi imprese, 31 Medie imprese, 110 Piccole imprese, oltre 600 Micro imprese”, ha illustrato il presidente Anac Mario Lorini. “Stimiamo che questo settore abbia perso solo il 5% di addetti con il covid. Questo significa che il Ministero, in particolare il Sottosegretario Borgonzoni, ci è stato accanto”.

Tra i dati rilevanti, l’equilibrio tra la distribuzione delle strutture lungo tutto il territorio: 36% al Nord, 31% al Centro, 33% al Sud. Significativa poi la presenza femminile e giovanile, con il 30% di imprenditrici e il 18% di giovani imprenditori under 35.

A chiudere la panoramica sull’Industria audiovisiva italiana, Francesco Lattarulo, membro esecutivo nazionale di CNA Cinema e Audiovisivo, e Corrado Azzollini, presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo. Lattarulo ha sottolineato la vitalità di un ecosistema che conta oltre 1.550 imprese, di cui 919 case di produzione indipendenti, specializzate in opere prime, documentari e animazione. “È significativo che le società più piccole, quelle con il valore della produzione sotto i 2 milioni di euro, presentano una marginalità media positiva, in media del 3.60%”. Infine, il presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo, portavoce di oltre 500 micro e piccole imprese, ha sottolineato l’importanza del lavoro di formazione, ricordando la recente sottoscrizione di un protocollo triennale con Doc/It: “A partire da quest’anno si terranno in Puglia i DocScreen, sostenuti anche dal Ministero, in partnership con Confartigianato”.



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