28 Agosto 2025
La gestione lombarda dei fondi europei….


Milano

di EMILIO DEL BONO
28 ago 2025 08:06

Dopo le dichiarazioni del presidente Attilio Fontana al Meeting di Rimini

Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia ha affermato, nel corso di un dibattito al Meeting di Rimini, che togliere la gestione dei Fondi Europei alle Regioni sarebbe “inaccettabile ed imperdonabile” ed ha aggiunto che le Regioni, a questo riguardo, debbono essere messe sempre più nelle condizioni di decidere sui loro territori.

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Affermazione che condivido. Ma c’è un però. Quale è la capacità di gestione di Regione Lombardia proprio a riguardo dei Fondi comunitari?

Ed è vero che Regione Lombardia è efficiente e spende bene e rapidamente le risorse che arrivano dalla Unione Europea?

Qui cade l’asino. La Regione Lombardia si dimostra in realtà un Ente assai inadeguato. Sì proprio la Regione che reclama più autonomia non è affatto una eccellenza. Sì proprio la Regione che se la prende con la Europa dei burocrati è una campionessa di farraginosità e procedure complicate e poco efficaci.

Eppure le risorse attivate tramite i Fondi europei non mancano.

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Stiamo parlando del Fse (Fondo sociale europeo) che finanzia interventi in ambito di istruzione, formazione del lavoro, politiche territoriali di contrasto alle situazioni di marginalità e vulnerabilità sociale di persone e famiglie e che per la Lombardia vale 1,5 mld di euro.

E stiamo parlando del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) che finanzia politiche finalizzate alla ripresa economica e la competitività delle imprese che per la Lombardia valgono 2 miliardi di euro.

Ebbene la Corte dei Conti, sezione regionale di controllo per la Lombardia nel suo Giudizio di parificazione relativo al Rendiconto esercizio 2024 ha fatto alcune importanti sottolineature proprio a riguardo della gestione dei Fondi europei da parte di Regione Lombardia.

E seppure al netto del fatto che sul fronte delle risorse europee della Regione per l’esercizio 2024 va considerata la sovrapposizione di due cicli di Fondi strutturali europei, il vecchio (2014-20) in fase di chiusura e di rendicontazione e il nuovo (2021-27) con attività ormai avviate, risultano performance non certo lusinghiere per chi si autodefinisce il primo della classe o addirittura una eccellenza.

Nel 2024 per ciò che riguarda il nuovo ciclo, per il Fondo Sociale Europeo, si registra una capacità di impegno del 21% sulla dotazione finanziaria totale e pagamenti del 12%.  E pur in presenza di una curiosità contabile, ovvero che si rilevano impegni rendicontati alla Unione Europea superiori di 105 milioni rispetto agli impegni contabili registrati nel bilancio regionale, la Corte dei Conti ha fatto presente che la verifica dell’impiego dei fondi europei, non può che essere accertata attraverso i dati certificati al 31 dicembre 2024 dall’IGRUE (Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea).

E cosa dicono questi dati sulla gestione del Fse? Rilevano che nel confronto tra le 11 regioni più sviluppate del nostro Paese, la Lombardia è scesa dall’ottavo al decimo posto per capacità di impegno e mantiene faticosamente il sesto posto per capacità di spesa.

E per quanto riguarda il Fesr, ovvero il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (nuovo ciclo) come è messa la Lombardia?  Ebbene si sottolinea che gli impegni totali risultano essere il 38% della dotazione totale, con una percentuale dei pagamenti pari al 13%.

E si aggiunge che anche per il FESR pur confermando significative discrasie tra le due contabilità, con impegni rendicontati alla Unione Europea superiori di 445 milioni, e pagamenti inferiori di 23 milioni rispetto ai dati contabili regionali,  bisogna fare riferimento all’Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con la Unione Europea (IGRUE), dai quali emerge che al 31 dicembre 2024, nel confronto tra le 11 regioni più sviluppate italiane, la Regione Lombardia risulta quinta per capacità di impegno e seconda per capacità di spesa.

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Una annotazione a riguardo, la non condizione di particolare smalto di Regione Lombardia appare ancora più preoccupante se prendiamo proprio la capacità di impegnare le risorse, oltre che ovviamente nello spenderle. Questo perche’ la capacità di impegno misura anche la intelligenza di lettura peculiare del proprio bilancio/territorio nel far cadere in modo efficace le risorse europee.

In conclusione il dibattito che, giustamente si è innescato sulla opportunità che rimangano le Regioni a gestire la partita dei Fondi comunitari, ci spinge a sfatare falsi miti e a evitare tronfi richiami al federalismo. L’Autonomia regionale è cosa seria e solo attraverso i fatti si può dimostrare la sua importanza e utilità per il popolo italiano.

Ebbene, da un convinto regionalista e municipalista quale sono, in coerenza con l’architettura istituzionale disegnata dalla nostra Costituzione, penso che una riflessione che deve partire dalla mia Regione, la Lombardia, sia necessaria.

La Lombardia da tempo ha perso quella capacità di stare vicino ai territori in modo innovativo, da tempo ha smarrito la sua primaria funzione di legislatore e pianificatore, per inclinare sempre più verso una gestione burocratica e stanca. E anche questo dibattito sui Fondi Europei, può essere una buona occasione per parlare in modo concreto del rapporto tra Unione Europea, Stato italiano, Regioni ed Autonomie locali.

Non basta certo autodichiararsi bravi o addirittura i primi della classe per esserlo e la eccellenza sotto il profilo politico amministrativo, la Lombardia l’ha persa da tempo. E di questo a dispiacersene dovrebbero essere prima di tutti i cittadini lombardi e il sistema delle imprese che ne pagano le conseguenze.

EMILIO DEL BONO
28 ago 2025 08:06

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