
È arrivata una promessa importante da parte di Giorgia Meloni al Meeting di Rimini 2025. La presidente del Consiglio ha infatti parlato, durante l’evento organizzato da Comunione e Liberazione, di un Piano Casa per garantire prezzi calmierati sugli immobili alle giovani coppie, collegando il diritto all’abitazione alla possibilità di mettere al mondo figli e invertire il calo demografico.
Sullo stesso fronte, nei giorni scorsi il ministro Matteo Salvini ha rilanciato la proposta di escludere la prima casa dal calcolo dell’Isee, così da ampliare la platea di famiglie che possono accedere a bonus e agevolazioni.
I due leader si sarebbero già confrontati e starebbero lavorando insieme a un nuovo pacchetto casa, di cui però non si conoscono ancora tempi e contenuti.
Il vero Piano Casa Italia
Accanto a queste proposte politiche, c’è però una misura già operativa (in parte), che porta lo stesso nome. Si tratta del Piano Casa Italia, varato con la Legge di Bilancio 2025 e formalizzato con un Dpcm del 10 giugno 2025. E che prevede anche quanto promesso dalla premier e dal suo vice.
Si tratta di un programma nazionale di edilizia residenziale e sociale, con un primo stanziamento di 660 milioni di euro. Si articola in una serie di interventi strutturali che puntano a riorganizzare il sistema abitativo italiano.
Perché sia veramente attuato servono ancora i decreti ministeriali che stabiliranno la ripartizione delle risorse tra Regioni e Comuni, i criteri di accesso per le famiglie e i soggetti beneficiari, oltre ai sistemi di monitoraggio e controllo.
Le misure del Piano Casa Italia
Secondo la tabella di marcia, questi decreti dovrebbero arrivare entro l’autunno, mentre i primi interventi concreti sul territorio sono attesi dal 2026 – con altri che non termineranno prima del 2027. Ma che punto siamo?
Recupero del patrimonio esistente
L’obiettivo principale è valorizzare l’enorme stock di immobili vuoti o sottoutilizzati presenti nel nostro Paese.
Si parla di ex caserme, scuole, ospedali dismessi, alloggi invenduti. Tutte strutture che oggi gravano come vuoti urbani e che, attraverso progetti di riqualificazione, potrebbero diventare abitazioni sociali o essere riconvertite con nuove destinazioni.
In questo momento sono in corso le ricognizioni da parte degli enti locali per individuare gli immobili candidabili. I primi progetti pilota dovrebbero partire nel 2026.
Il governo Meloni attraverso il decreto Caivano e il decreto Caivano bis ha già previsto comunque degli interventi di riqualificazione di aree a rischio, con bandi per il recupero di spazi destinati a nuove case popolari.
Nuove forme di social housing
Il Piano Casa Italia, come accennato, prevede già la possibilità di realizzare alloggi a canone calmierato, non solo per le famiglie a basso reddito ma anche per giovani coppie, studenti e anziani attraverso modelli innovativi, come il co-housing, per ridurre i costi e favorire forme di comunità solidali.
Le linee guida sono definite nel Dpcm di giugno, ma si attende il decreto ministeriale per stabilire i criteri di accesso e le modalità di assegnazione.
Fondo per l’edilizia residenziale pubblica (Erp)
Una parte consistente delle risorse sarà destinata a un fondo nazionale per la manutenzione straordinaria e la ristrutturazione delle case popolari. L’Italia ha circa 760mila alloggi Erp, molti dei quali in condizioni di degrado – l’obiettivo è recuperarli e riportarli sul mercato.
I primi interventi dovrebbero partire, anche in questo caso, nel 2026.
Semplificazioni urbanistiche
Il Piano si innesta sul decreto Salva casa di luglio 2024, che ha introdotto norme per sanare piccole difformità edilizie e velocizzare le procedure urbanistiche. L’intento è ridurre gli ostacoli burocratici e incentivare il riuso del patrimonio esistente, evitando nuovo consumo di suolo.
Governance e Tavolo Casa
È stato istituito un Tavolo Casa presso il Ministero delle Infrastrutture, con il compito di coordinare Regioni, Comuni, enti gestori e investitori. Definirà i criteri di accesso agli alloggi, i sistemi di monitoraggio e i controlli sull’utilizzo delle risorse.
Seppur operativo ufficialmente da giugno, non è ancora noto il regolamento attuativo, per cui è attesa la pubblicazione di un decreto apposito entro l’autunno.
Efficienza energetica e sostenibilità
Tutti i progetti dovranno rispettare standard elevati di efficienza energetica, in linea con le direttive europee sugli edifici a emissioni quasi zero. L’obiettivo è avere alloggi non solo accessibili ma anche economici da gestire nelle bollette.
I criteri tecnici sono fissati nel Dpcm firmato a giugno, ma le soglie esatte saranno inserite in documenti che saranno elaborati e firmati nei prossimi mesi.
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