
L’Italia continua a liberarsi, lentamente, del fardello delle opere incompiute (la lista completa, regione per regione, è disponibile a questo link). Ma, dopo anni di sprechi e cantieri abbandonati, il 2024 segna un nuovo minimo storico: le incompiute censite scendono a 246, venti in meno rispetto all’anno precedente. Un segnale positivo, che però non basta a cancellare la fotografia di un Paese ancora segnato da progetti lasciati a metà e da miliardi di euro immobilizzati. Peccato, però, che Puglia e Basilicata vanno controtendenza: in queste regioni, infatti, le opere incompiute sono aumentate.
Per «incompiute», è bene precisare, si intendono quelle opere il cui termine contrattuale di ultimazione è scaduto e che sono rimaste ferme per cause di difficile o non immediata risoluzione, tra cui mancanza di fondi, problematiche tecniche, nuove norme sopravvenute, crisi dell’impresa appaltatrice, recesso o risoluzione del contratto, fino al mancato interesse al completamento da parte della stazione appaltante.
Secondo l’analisi del Centro Studi Enti Locali, la riduzione rispetto al 2023 è pari al 7,5%. Il valore complessivo degli interventi si attesta a circa 1,6 miliardi di euro, mentre gli oneri per il completamento ammontano a poco meno di 1,1 miliardi, in calo del 3,4%. Numeri che confermano una tendenza alla contrazione, ma che rivelano anche quanto sia ancora pesante il costo di strutture mai entrate in funzione.
Il fenomeno rimane fortemente sbilanciato sul Mezzogiorno e le Isole. Qui si concentrano 157 cantieri fermi, pari al 63,8% del totale nazionale, con un fabbisogno stimato di 578 milioni. Nel Centro Italia le opere incompiute sono 44, mentre al Nord se ne contano 40. Particolare il caso delle amministrazioni centrali: appena cinque opere sospese ma con un impatto economico enorme, oltre 407 milioni di euro, cioè il 38,1% del fabbisogno complessivo.
A livello regionale, Sicilia e Puglia condividono il primato con 35 incompiute ciascuna. Seguono Sardegna e Lazio (30 ciascuna) e la Lombardia con 17. In Basilicata sono 14.
La Sicilia detiene il record per gli oneri di ultimazione, 143,7 milioni, mentre la Puglia guida la classifica per valore complessivo degli interventi, pari a 204,7 milioni. Eppure, nonostante il quadro generale in miglioramento, ci sono regioni in controtendenza: i cantieri fermi aumentano in Lazio, Lombardia, Abruzzo, Basilicata ed Emilia-Romagna, ma anche in Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise e nella stessa Puglia. Le cause sono sempre le stesse: mancanza di fondi, difficoltà tecniche, crisi delle imprese appaltatrici, nuove norme sopravvenute o persino il disinteresse delle stazioni appaltanti nel portare a termine i lavori. Una lista di problemi che spesso trasforma progetti ambiziosi in cattedrali nel deserto.
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