
Di Mario Vacca Parma, 31 agosto 2025 – Il pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age) rappresenta la più ambiziosa e strutturata riforma dell’IVA europea degli ultimi decenni. Varato ufficialmente il 12 marzo 2025, è il frutto di anni di lavoro da parte della Commissione Europea per adattare l’imposta sul valore aggiunto alle esigenze di un’economia sempre più digitale, globalizzata e interconnessa.
I Punti fondamentali, ovvero le ragioni di una riforma epocale, sono diversi:
- Un sistema obsoleto: L’attuale impianto IVA risale agli anni ’70 e si è rivelato inadatto a gestire l’economia digitale, fondata su piattaforme, e-commerce e flussi immateriali di beni e servizi.
- Frammentazione normativa: Ogni Stato membro ha sviluppato nel tempo regole e sistemi propri, creando barriere burocratiche ed oneri per le imprese che operano oltre confine.
- Frodi e perdite fiscali: Il cosiddetto “IVA gap” (la differenza tra IVA dovuta e riscossa) ammonta a circa 93 miliardi di euro l’anno. Le frodi intracomunitarie, come il “carosello”, sfruttano le falle nei controlli e nella cooperazione tra stati.
- Crescita dell’e-commerce: Il boom del commercio elettronico ha sovraccaricato le vecchie procedure IVA, spesso lente e inadeguate rispetto alla velocità delle transazioni digitali.
La riforma ViDA nasce dalla consapevolezza che l’attuale sistema Iva dell’UE, concepito in un contesto analogico e frammentato, non è più in grado di rispondere alle sfide di un’economia globalizzata e digitalizzata. Per questo la Commissione Europea ha delineato un intervento ambizioso che si fonda su quattro obiettivi strategici:
- Modernizzare la gestione dell’IVA attraverso la digitalizzazione dei processi, riducendo i costi per imprese e amministrazioni.
- Uniformare le regole fiscali nei 27 Stati membri, semplificando l’operatività cross-border.
- Rendere più efficace la lotta alle frodi con l’obbligo di fatturazione elettronica e il reporting digitale in tempo reale.
- Creare parità di trattamento tra operatori tradizionali e digitali, soprattutto per le grandi piattaforme online.
Alla base del pacchetto ViDA vi sono tre pilastri fondamentali che ridefiniscono l’architettura dell’Iva nell’UE. Si tratta di interventi strutturali che mirano a digitalizzare la gestione dell’imposta, responsabilizzare le piattaforme online e semplificare gli adempimenti per le imprese che operano in più paesi dell’Unione:
- Fatturazione elettronica & Digital Reporting Requirements (DRR)
- Obbligo di fattura elettronica per le operazioni intra-UE B2B dal 1° luglio 2030.
- Comunicazione digitale quasi in tempo reale, che sostituirà gradualmente Intrastat.
- Termine per l’emissione: 10 giorni dall’evento IVA.
- Gli Stati potranno introdurre la fatturazione elettronica anche per le operazioni interne senza previa autorizzazione UE (dal 14 aprile 2025).
- Responsabilità delle piattaforme digitali (Deemed Supplier)
- Dal 1° luglio 2028 (e obbligatoriamente dal 2030), le piattaforme che facilitano affitti brevi o trasporto passeggeri saranno tenute a riscuotere e versare l’IVA, se il fornitore non lo fa.
- Questo consente di colmare le lacune fiscali tipiche dei servizi digitali.
- Registrazione unica IVA & ampliamento OSS (One Stop Shop)
- Dal 2028, sarà possibile registrarsi una sola volta ai fini IVA per tutta l’UE, evitando registrazioni multiple.
- Lo sportello unico (OSS) sarà esteso a più operazioni: forniture B2C di elettricità, gas, vendite a distanza, trasferimenti intra-UE.
Riguardo il primo comma del precedente punto 2) la norma evidenzia il “fornitore presunto” introducendo una novità importante per le piattaforme digitali che facilitano:
- Affitti brevi (es. Airbnb);
- Trasporto passeggeri (es. Uber).
Laddove i singoli fornitori di questi servizi (es. piccoli proprietari o autisti) non applicano o non versano l’IVA, sarà la piattaforma stessa a doverlo fare al loro posto, come se fosse il fornitore diretto del servizio. Questo meccanismo è noto come “regime del fornitore presunto”, una misura nata per contrastare l’evasione IVA nel settore dei servizi digitali, per garantire parità fiscale tra chi offre servizi tramite piattaforme e chi li offre con modalità tradizionali (es. alberghi o taxi), per semplificare i controlli da parte delle autorità fiscali. Adozione facoltativa per gli Stati membri dal 1° luglio 2028 e obbligatoria in tutta l’UE dal 1° gennaio 2030.
In sostanza, le piattaforme digitali diventano responsabili dell’IVA se gli utenti che offrono il servizio non la gestiscono correttamente.
L’attuazione di ViDA sarà graduale, con un calendario definito che accompagnerà imprese e amministrazioni fino al 2028. Le misure entreranno in vigore in più fasi, consentendo un adattamento progressivo ai nuovi obblighi digitali:
1° gennaio: attiva la registrazione unica.
1° luglio: dichiarazione IVA semplificata per operazioni transfrontaliere.
1° ottobre: estensione OSS.
Inizio fatturazione elettronica per operazioni B2B intra-UE.
Nuove regole per le piattaforme digitali.
Reporting digitale in tempo reale per le imprese di grandi dimensioni.
1° gennaio: fatturazione elettronica obbligatoria anche per PMI.
1° luglio: interoperabilità tra le autorità fiscali nazionali.
Sono state previste alcune deroghe e periodi transitori per specifiche categorie di imprese o Stati membri:
- Le microimprese (<85.000 €) potranno usufruire di deroghe fino al 2030.
- Gli Stati con sistemi già avanzati (es. Italia, Francia) avranno tempo fino al 2027 per adeguarsi.
- Settori come finanza e sanità potranno avere regole ad hoc.
Con ViDA, il sistema Intrastat sarà gradualmente sostituito da un nuovo modello di comunicazione digitale in tempo quasi reale, basato sulla fatturazione elettronica. Dal 1° luglio 2028, i nuovi obblighi di reporting (DRR) prenderanno il posto degli elenchi riepilogativi ai fini fiscali, anche se questi ultimi potrebbero restare obbligatori per fini statistici fino al 2030 e per le imprese di maggiori dimensioni. Si passa così da dichiarazioni aggregate a comunicazioni dettagliate per singola transazione, segnando una svolta nel monitoraggio IVA intra-UE.
In pratica ViDA non è una semplice riforma, ma un cambio di paradigma nella fiscalità europea: da un sistema cartaceo ad uno digitale, integrato ed in tempo reale. Per imprese, professionisti e consulenti, rappresenta una sfida ma anche un’opportunità per semplificare, crescere ed operare con maggiore trasparenza.
La Bussola d’Impresa – Mario Vacca
“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di “start-up”, M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell’innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”
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