1 Settembre 2025
“La Via dello Sviluppo ci colloca come corridoio economico regionale e globale”


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Il progetto Development Road (Via dello Sviluppo) colloca l’Iraq come “corridoio economico a livello regionale e globale”. Lo ha dichiarato il premier iracheno Mohammed Shia al Sudani in un comunicato riportato dall’agenzia di stampa irachena “Ina”. L’iniziativa prevede la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture stradali e ferroviarie per facilitare i collegamenti tra il Golfo Persico e l’Europa, coinvolgendo Qatar, Emirati Arabi Uniti e Turchia. Nella serata di ieri, Al Sudani ha preso parte a una conferenza con alcuni sceicchi e notabili di Baghdad, durante la quale ha ribadito che “l’Iraq, con le sue risorse e ricchezze, necessita di un’economia e di uno sviluppo sostenibile, e di una vera riforma che non dipenda soltanto dal petrolio”. In questo quadro, ha sottolineato, il progetto della Via dello Sviluppo è cruciale perché “colloca oggi l’Iraq come corridoio economico a livello regionale e globale, con opportunità e progetti lungo il percorso strategico in collaborazione con grandi aziende internazionali”.

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Il premier ha inoltre affrontato il tema delle priorità del governo, che puntano a “sanare gli effetti negativi subiti dall’Iraq a causa del terrorismo e della cattiva gestione”. Ha aggiunto che “la legittimità del sistema politico si fonda sulla fiducia del popolo nelle istituzioni statali, e abbiamo dato priorità all’attuazione del programma di governo e dei suoi obiettivi per consolidare questa fiducia”. Al Sudani ha chiarito che “la riorganizzazione dei rapporti con la coalizione internazionale non significa rottura con la comunità internazionale, poiché le condizioni dell’Iraq oggi sono diverse da quelle del 2014”. Ha quindi evidenziato che “l’Iraq gode oggi delle migliori relazioni con il suo contesto regionale e con la comunità internazionale”. Il capo del governo ha inoltre sottolineato che “la presenza delle principali compagnie mondiali in Iraq è prova del livello di fiducia, e che il totale degli investimenti arabi e stranieri ha superato i 100 miliardi di dollari in diversi settori”. Ha aggiunto che “la nostra posizione sugli eventi della regione è chiara e dichiarata a livello politico, mediatico e umanitario, e che l’Iraq ha partecipato ai movimenti con i Paesi della regione per fermare l’aggressione sionista e impedire l’espansione del conflitto”. Al Sudani ha infine ribadito: “La nostra responsabilità è stata quella di salvaguardare gli interessi dell’Iraq e degli iracheni, evitando di trascinare il Paese nella guerra. L’Iraq prima di tutto non è uno slogan, ma un comportamento, un’applicazione concreta, un impegno legittimo, nazionale e morale verso tutti gli iracheni, in tutte le loro componenti”.

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