L’attività delle fabbriche giapponesi si è ridotta ad agosto a causa della diminuzione degli ordini provenienti dall’estero, secondo un sondaggio del settore privato pubblicato lunedì, mentre l’impatto dei dazi statunitensi ha iniziato a mettere sotto pressione il settore manifatturiero nipponico, fortemente dipendente dalle esportazioni.
L’indice S&P Global Japan Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI) si è attestato a 49,7 ad agosto, leggermente al di sotto della lettura flash di 49,9 ma in miglioramento rispetto al 48,9 di luglio.
Il dato è rimasto al di sotto della soglia dei 50,0, che indica contrazione, per il secondo mese consecutivo.
Sebbene il ritmo della contrazione della produzione industriale si sia attenuato, contribuendo al miglioramento dell’indice principale, i nuovi ordini hanno continuato a diminuire allo stesso ritmo di luglio, complice una domanda di mercato ancora debole, ha evidenziato il sondaggio.
«Particolarmente preoccupante è stato il calo più marcato degli ordini all’esportazione, che sono diminuiti al ritmo più rapido degli ultimi quasi diciotto mesi», ha dichiarato Annabel Fiddes, Associate Director Economics presso S&P Global Market Intelligence.
La diminuzione dei nuovi ordini dall’estero è stata la più rapida dal marzo 2024, e le aziende hanno segnalato una domanda più debole da mercati chiave come Cina, Europa e Stati Uniti, secondo quanto emerso dall’indagine.
A luglio, le esportazioni giapponesi hanno registrato il calo più marcato degli ultimi quattro anni, trainato dalla diminuzione delle esportazioni di automobili verso gli Stati Uniti, mentre la produzione industriale è scesa più del previsto, secondo i dati del governo.
A luglio, Tokyo e Washington hanno raggiunto un accordo commerciale per ridurre i dazi statunitensi sui prodotti giapponesi in cambio di un pacchetto di investimenti giapponesi negli Stati Uniti da 550 miliardi di dollari, ma restano incertezze sull’attuazione dei termini concordati.
Nel resto dell’indagine PMI, l’occupazione rappresenta una nota positiva: le aziende hanno continuato ad assumere personale per il nono mese consecutivo, in preparazione a un potenziale aumento della domanda futura.
Tuttavia, la fiducia delle imprese è scesa ai minimi degli ultimi tre mesi, con i rispondenti che hanno espresso preoccupazione per la domanda dei clienti, l’invecchiamento della popolazione e i dazi statunitensi, secondo il sondaggio.
L’inflazione dei costi di input è leggermente aumentata rispetto al minimo degli ultimi quattro anni e mezzo registrato a luglio, ma i prezzi di vendita sono cresciuti al ritmo più lento da oltre quattro anni. Alcune aziende hanno riferito che la forte concorrenza di mercato e le richieste di sconti da parte dei clienti hanno inciso sul loro potere di determinazione dei prezzi, ha aggiunto il sondaggio.
(Redazione di Kantaro Komiya; Editing di Sam Holmes)
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