1 Settembre 2025
Via San Bernardino chiusa 10 mesi: “Abbassate la Tari ai commercianti”


Sottopasso chiuso, attività a rischio: “Il peggio deve ancora venire”

Una via interrotta, dal primo tratto, quello verso il Borgo San Leonardo, off limits fino a nuovo ordine. A partire da lunedì 1° settembre, il sottopasso ferroviario di via San Bernardino, a Bergamo, resterà chiuso fino a luglio 2026 per consentire i lavori legati al raddoppio della linea ferroviaria Ponte San Pietro–Bergamo. L’intervento, tra i più complessi del progetto, prevede la demolizione e ricostruzione del ponte senza interrompere il traffico ferroviario, ma con blocco totale della viabilità pedonale e veicolare.

Le ripercussioni non si sono fatte attendere. I commercianti della zona tagliata fuori dal prolungamento verso il centro cittadino denunciano gravi difficoltà e si sentono “lasciati soli”, come riportato da Bergamonews, che ha raccolto testimonianze dirette tra gli esercenti.

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“Sapevo dei tanti lavori, ma non che la chiusura sarebbe stata così lunga”, ha dichiarato Saina Zhu, titolare del bar Fiorellino, attivo dal 2019 all’altezza del civico 81.

Tra disagi e incertezza: “Comunicazione assente, siamo invisibili”

Il malcontento accomuna tutte le attività della zona, da entrambi i lati del sottopasso. Tra i problemi più sentiti: mancanza di comunicazioni preventive da parte del Comune, confusione sulle tempistiche, calo del passaggio pedonale e difficoltà di accesso per i clienti abituali.

“Siamo preoccupati, c’è grande incertezza”, ha ammesso Alberto Venturini, titolare di una tabaccheria di fronte all’Esselunga, che già in primavera aveva accusato un calo con l’introduzione del senso unico in ingresso alla città.

“Una signora anziana mi ha chiesto come farà a raggiungere la farmacia per acquistare le medicine”, ha riferito Maria Grazia Scaccaglia della Farmacia San Bernardino, sottolineando l’impatto diretto sulle persone più fragili.

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Nelle vicinanze del campus universitario di via dei Caniana, un altro barista – che ha preferito restare anonimo – ha riassunto così la situazione: “Già ora ci sono disagi, ma il peggio deve ancora arrivare. Ci trattano come periferia, ma il centro è a poche centinaia di metri”.

I cantieri dell’e-BRT e l’area stravolta

Oltre ai lavori per il ponte ferroviario, l’intera zona è coinvolta nel cantiere del nuovo bus elettrico e-BRT. In largo Tironi è stato realizzato un nuovo rondò, e i lavori proseguono anche tra via San Giorgio e via Baschenis.

Su via San Giorgio è stato mantenuto il doppio senso di marcia, ma a scapito dei parcheggi a pagamento, mentre su via Baschenis resta una sola corsia di transito. Un cambiamento che ha contribuito ad aumentare il senso di isolamento per gli esercenti.

Confcommercio: “Servono agevolazioni fiscali”

A farsi portavoce del disagio è Oscar Fusini, direttore di Confcommercio Bergamo, che ha chiesto esplicitamente un intervento del Comune: “Tempistiche così prolungate hanno un impatto pesante sulle imprese che vivono grazie alla clientela di passaggio. Chiediamo un segnale di attenzione”.

Secondo quanto previsto dalla Legge 549 del 1995, art. 1, comma 86, le amministrazioni comunali hanno facoltà – non obbligo – di deliberare agevolazioni tributarie per le attività situate in aree interessate da cantieri pubblici protratti oltre i sei mesi.

Le possibili misure comprendono:

  • Riduzione o sospensione della TARI,

  • Sgravi su COSAP e canone unico patrimoniale,

  • Riduzione dell’IMU,

  • Indennizzi o contributi una tantum.

Altri Comuni l’hanno fatto: ora tocca a Bergamo?

In diverse città italiane questa norma è già stata applicata. Il Comune di Verona, ad esempio, prevede riduzioni automatiche della TARI per le attività coinvolte da lavori pubblici; a Palermo, nel 2017, sono stati concessi sgravi Tari, Tosap e imposta di pubblicità in situazioni analoghe.

“Modelli virtuosi”, ha aggiunto Fusini, “che possono e devono essere replicati anche a Bergamo”. L’obiettivo è chiaro: sostenere chi ogni giorno tiene aperta la serranda nonostante cali di fatturato e difficoltà logistiche.

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Ora la palla passa al Comune di Bergamo, chiamato a decidere se attivare misure straordinarie per proteggere il tessuto commerciale di un’area strategica che rischia, nei prossimi mesi, di essere gravemente penalizzata.





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