4 Maggio 2025
La carta? È sempre in circolo


In principio fu la carta. Cominciò così, all’inizio degli anni Settanta, con alcune sporadiche iniziative a livello locale, la felice parabola civile che oggi, con il 92,3% di tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici (3,7 milioni di tonnellate raccolte), vede l’Italia (isole comprese) al primo posto in Europa (quell’Europa che impone di raggiungere e il tasso di riciclo dell’85% degli imballaggi cellulosici entro il 2030, ma noi ci siamo arrivati già cinque anni fa), davanti anche agli Stati Uniti (dove il 62% dei rifiuti di carta e cartone finisce in discarica e non viene riciclato). Un virtuoso primato che il Belpaese deve alle 3.000 aziende della filiera dell’imballaggio a base cellulosica che operano sul territorio nazionale, consorziate nel Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) che quest’anno entra negli “anta”.

«A Modena, nel 1972, l’allora sindaco Rubes Triva cercò di costruire una rete di raccolta. All’epoca, la carta da macero era una commodity – poi i prezzi salirono alle stelle a causa della guerra dello Yom Kippur, ndr -. E, a parte qualche caso isolato, la raccolta funzionava grazie a iniziative volontarie delle parrocchie, che però si interrompevano quando il prezzo della carta crollava» ricorda Carlo Montalbetti, direttore generale del Consorzio dal 1989, manager di grande esperienza nella gestione dei cicli industriali connessi al riciclo di carta e cartone e alla sostenibilità ambientale – fa parte anche dell’osservatorio Carta, Penna & Digitale, del Comitato Fondazione Symbola, del Comitato Strategico Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dell’Istituto per i valori dell’Impresa (Università Bocconi), del comitato scientifico Centro Studi Economia Applicata (Università Cattolica del Sacro Cuore), del CdA Scuole Civiche Milanesi, e dell’Associazione Amerigo (International Cultural Exchanges Programs Alumni – che con Economy ripercorre le tappe del lungo cammino di Comieco. 

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Il tema non è solo ecologico, ma prima di tutto economico: «Raccogliere e riciclare costa meno, e soprattutto è possibile governare la fonte di approvvigionamento. In Italia, nelle raccolte differenziate, mediamente, la prima piattaforma di conferimento è a 16,7 Km di distanza. Si tratta di un servizio “sartoriale”. Esistono oltre 30 qualità di macero, e per questo chi lavora in stabilimento viene chiamato “chef”, proprio come i cuochi che combinano diverse qualità di macero per ottenere il prodotto ricercato dal cliente. La rete di Comieco conta circa 3.300 realtà – 2.748 trasformatori e importatori di imballaggi vuoti, 155 recuperatori, oltre a 345 impianti di gestione dei rifiuti e 56 cartiere, ndr – avvicinandosi al 100% degli operatori presenti nel Paese. Le categorie che fanno parte del consorzio sono tre: le prime due hanno responsabilità diretta (cartiere e scatolifici), la terza categoria riguarda i recuperatori. Le cartiere coinvolte nel riciclo sono circa 80 e nel settore della trasformazione ci sono circa mille stabilimenti. Le piattaforme che utilizziamo sono circa 350-400 unità. È un sistema molto consolidato, basato sul mercato». 

I numeri sono importanti:di fatto Comieco copre il 95,3% dei comuni, con 89,8% Comuni in convenzione, ai quali nel 2023 ha erogato 191,2 milioni di euro (e addirittura 2,51 miliardi dal 1998), a cui si aggiungono 54 milioni di euro per i servizi in impianto nei contratti integrati, raccogliendo 3,7 milioni di tonnellate (+107mila rispetto al 2022) di carta e cartone. In pratica una media per abitante di 63,8 Kg l’anno. Nel 2023, Comieco è arrivato a gestire complessivamente 2,3 milioni di tonnellate materiale cellulosico a fine vita, il 17,7% dei volumi in più rispetto al 2022. «Non possiamo immaginare tutto questo sistema senza la fibra vergine», non si stanca di sottolineare il direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti. «Da questo punto di vista, va smentita come fake news l’idea che la produzione di cellulosa sia causa di deforestazione. In realtà, per la produzione di cellulosa si utilizzano ramaglie e non fusti interi, e per ogni albero abbattuto ne vengono piantati tre, con un notevole accrescimento delle foreste». E sul Regolamento europeo sulla deforestazione (Eudr), al quale i grandi operatori e i commercianti avranno tempo fino al 30 dicembre 2025 per adeguarsi, mentre le Pmi potranno farlo entro il 30 giugno 2026, Montalbetti non ha dubbi: «La tracciabilità è importante e permette di confermare che il contenuto di riciclabilità è elevato. Nel caso di carta e cartone, mediamente una scatola realizzata con macero contiene tra l’80% e il 90% di materiale riciclato». 

Riciclare conviene

Parlare di industria significa anche parlare di ricerca e sviluppo: «Abbiamo creato un sistema consortile che ha rappresentato una bella esperienza di dividendo relazionale, offrendo vantaggi a tutti i partecipanti», conferma il direttore generale di Comieco: «al sistema industriale per quanto riguarda la materia prima, ai comuni per la drastica riduzione dei materiali mandati in discarica e il corrispettivo per la raccolta. Negli ultimi 25 anni, abbiamo distribuito oltre 4 miliardi di euro, e nel 2023 abbiamo effettuato bonifici per circa 188 milioni di euro. Con questo sistema, che funge da una sorta di assicurazione generale, copriamo circa il 90% dei comuni italiani e il 95% della popolazione. Per quanto riguarda gli investimenti della filiera cartaria in ambito ricerca e sviluppo, parliamo all’incirca di 420 milioni di euro l’anno, equivalenti al 12% del dato europeo, pari complessivamente a 3,5 miliardi di euro annui». Aggiungiamo anche che quando si parla di innovazione si parla di brevetti depositati: con specifico riguardo al settore degli imballaggi in carta e cartone, negli ultimi tre anni esaminati da Comieco (2021-2023) sono stati depositati complessivamente 144 brevetti, il 14% del totale europeo. «Siamo già dei campioni, ma ci sono ancora margini di sviluppo. Quella dell’innovazione tecnologica è una sfida importante, perché i settori del consumo stanno cambiando. Con l’avvento del digitale e dell’e-commerce, il regolamento europeo ha introdotto vincoli che impongono di ridurre il vuoto negli imballaggi del 50% entro il 2030. In questo contesto, gli imballaggi stanno diventando sempre più una “seconda pelle”. Ci sono anche processi di riconversione degli impianti per la produzione di imballaggi, con risvolti positivi sia dal punto di vista sociale che ambientale».

Ma ricerca significa anche indagare i comportamenti per migliorare la propria azione. E Comieco lo fa da trent’anni, con il Rapporto annuale, ma non solo: «Circa 20 anni fa, abbiamo attivato un osservatorio, con Nando Pagnoncelli, per monitorare il senso civico degli italiani», conferma Montalbetti. «Ritenevamo che lo sviluppo e il consolidamento della raccolta differenziata fossero un termometro di civiltà. La raccolta differenziata ha unificato il Paese: viaggiando per l’Italia, possiamo constatare che il sistema è consolidato e che la raccolta differenziata è ormai un’abitudine sociale. Abbiamo dimostrato che si poteva fare, e lo abbiamo fatto». E ora, è tempo di festeggiare: dal 7 al 13 aprile, Lucca ospiterà la quinta edizione della Paper Week, con l’apertura al pubblico degli impianti (Riciclo Aperto è ormai al suo 25esimo anno). «È stata scelta Lucca come capitale del riciclo 2025 perché è l’unico distretto cartario riconosciuto per legge, ha una presenza industriale significativa, con un giro d’affari legato al riciclo che ammonta a 4 miliardi di euro. Alla Paper Week batteremo il record dell’anno scorso in termini di presenze fisiche: lo scorso anno abbiamo avuto 70 mila partecipanti, quest’anno supereremo i 100 mila. È il modo migliore per mostrare il senso civico: non c’è miglior esempio che portare le persone in un impianto per far vedere cosa facciamo. Non c’è trucco, non c’è inganno: tu fai un gesto, e Comieco fa il resto».

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