5 Maggio 2025
Certa Stampa – ALLARME / TRA DIECI ANNI NOVANTAMILA ABRUZZESI IN MENO PORTERANNO A CASA UNO STIPENDIO


Il futuro del lavoro in Italia è a rischio. Secondo le proiezioni elaborate dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, nel 2035 la popolazione in età lavorativa scenderà di quasi 3 milioni di unità rispetto a inizio 2025. Un calo che rappresenta una riduzione del 7,8%, passando da 37,3 milioni a 34,4 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni. Lo studio, basato su dati Istat, dipinge un quadro allarmante per tutte le 107 province italiane, con cali diffusi in ogni regione e particolarmente marcati nel Mezzogiorno, dove si concentrerà oltre il 50% della riduzione. Le ripercussioni previste non sono solo demografiche, ma coinvolgono l’intero sistema economico, produttivo e sociale del Paese.
In Abruzzo,  L’Aquila , passerà  da 177.296  lavoratori del 2025 a 158.180 del 2035. Nella provincia di Teramo da 188.136 unità di oggi a 167.935 del 2035, con oltre 20mila occupati in meno. A Chieti, dagli attuali 229.496 si arriverà a 205.141 nel 2035, mentre a Pescara il dai 196.873 attivi oggi si scenderà  a 179.154. Con meno persone in età attiva, l’Italia sarà chiamata ad affrontare una doppia crisi: da un lato la mancanza di lavoratori, che già oggi penalizza le imprese, soprattutto quelle artigiane e le PMI; dall’altro, l’aumento della spesa pubblica per pensioni, sanità e assistenza, dovuto all’invecchiamento progressivo della popolazione. Nel 2025 gli occupati totali sono 24,3 milioni. Tra dieci anni, a fronte di un’offerta più ridotta di manodopera, il rischio concreto è il rallentamento strutturale del PIL, aggravato da instabilità geopolitica, transizione ecologica e digitale.

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