
Mercoledì 21 maggio 2025, ore 16:00 – Milano, Via San Marco 22
Cambi Casa d’Aste inaugura un nuovo e significativo capitolo della propria storia portando per la prima volta nella sede di Milano una selezione dedicata esclusivamente all’Arte Antica. La “Fine Art Selection”, in programma mercoledì 21 maggio alle ore 16:00, rappresenta una svolta nel panorama delle aste cittadine: un ponte tra la consolidata proposta milanese di arte moderna, contemporanea e luxury e la grande tradizione della sede storica genovese, da sempre vocata alla valorizzazione del patrimonio artistico del passato.
L’asta include oltre 100 lotti di straordinaria qualità – arredi, dipinti, sculture, ceramiche e oggetti d’arte – accuratamente selezionati dai dipartimenti specialistici di Cambi. Una narrazione che attraversa secoli di gusto e maestria, pensata per attrarre sia i collezionisti più esperti sia i nuovi appassionati di arte antica.
Capolavori da riscoprire: i lotti da non perdere
Lotto 18 – Domenico di Niccolò, Annunciazione
Una scultura lignea senese di straordinaria importanza, databile al primo Quattrocento, già parte delle prestigiose collezioni Volterra e Panos Tsolakos, presentata nel 1953 alla prima Mostra Nazionale Antiquaria di Palazzo Strozzi.
Inizialmente attribuita a Francesco di Valdambrini, fu successivamente riconosciuta come opera di Domenico di Niccolò, detto dei cori. La Vergine, dalla tunica semplice e dalle pieghe scolpite con rigore, si protende leggermente verso l’angelo che la benedice, in un dialogo silenzioso e solenne. L’opera è esemplare del tardo gotico senese, cristallizzato in una forma di profana classicità.
Commovente anche la storia della famiglia Volterra, antichi antiquari fiorentini attivi a Firenze, Londra e Parigi, che custodirono l’opera per decenni e furono tragicamente perseguitati e deportati ad Auschwitz durante la Seconda guerra mondiale.
Lotto 24 – Filippo Parodi e bottega, Busti allegorici (Primavera? Estate?)
Due busti femminili in marmo, scolpiti a grandezza naturale e attribuiti al genovese Filippo Parodi, principale esponente della scultura barocca ligure.
Le chiome ornate di fiori, i panneggi in movimento, il trattamento plastico della pelle e la sensualità dei gesti rimandano allo stile maturo e teatrale della bottega parodiana, intriso dell’influenza berniniana respirata nei grandi cantieri romani. Un esempio perfetto del gusto della nobiltà genovese di fine Seicento, incline a commissioni di forte impatto decorativo e simbolico.
Lotto 32 – Presepe trapanese del XVIII secolo, già collezione Bulgari, Roma
Un capolavoro di devozione privata, composto da rame, bronzo dorato, smalti policromi e legno sagomato, collocato su una base architettonica con rovine classiche e vegetazione rigogliosa.
La scena è vividamente animata: la Sacra Famiglia si ripara sotto un arco fiorito, mentre lo Spirito Santo discende come colomba e i pastori, immersi in un tappeto floreale, rendono omaggio al Bambino. L’opera, preziosa per qualità materica e resa scenografica, si ricollega alla raffinata scuola trapanese e trova confronti nel Museo Pepoli di Trapani.
Lotto 40 – Valerio Castello, Adorazione dei pastori
Un’imponente tela (cm 158 x 122), accompagnata da una scheda critica di Anna Orlando (2012).
L’opera è un manifesto del barocco genovese: il Bambino emana una luce soprannaturale che accende le emozioni dei pastori e di Maria, mentre i panneggi vibrano sotto l’influenza di Van Dyck e Rubens, filtrati però da una sensibilità ligure fatta di spiritualità e calore.
Il gesto del pastore che reca l’agnello prefigura la Passione di Cristo. Dell’opera esistono altre versioni autografe in importanti musei europei, come il Museo di Varsavia o il Helroz Anton Ulrich Museum di Braunschweig.
Lotto 44 – Giacomo Ceruti, Ritratto di Pellegrino del Ferro
Un’intensa tela del Pitocchetto, maestro nel cogliere l’umanità silenziosa dei suoi soggetti.
Il giovane ritratto è colto in un momento di introspezione malinconica, con lo sguardo diretto ma velato. La luce scolpisce il volto con delicatezza, mentre l’abito scuro rivela un’essenziale eleganza borghese.
L’opera, priva di idealizzazione, è testimoniata nella Fototeca Zeri ed è stata protagonista di importanti esposizioni nel Novecento.
Lotto 88 – Paul de Lamerie, Cestino rococò, Londra 1746
Un capolavoro in argento sbalzato, traforato e cesellato, firmato (seppur con marchi consunti) dal leggendario orafo Paul de Lamerie, attivo nella Londra del primo Settecento.
Il cestino è ornato da volute, conchiglie, teste leonine, fiori e foglie, con un manico sagomato che ne enfatizza la leggerezza strutturale. Un oggetto d’altissima oreficeria, paragonabile a esemplari del Museum of Fine Arts di Boston e del Clark Institute.
Accompagnato da certificazione della galleria inglese Koopman & Son.
Lotto 117 – Giuseppe Maggiolini, Cassettone intarsiato, terzo quarto XVIII secolo
Un raro cassettone in bois de rose e bois de violette, con impianto architettonico mosso e ricchissimi intarsi tono su tono su disegno di Giuseppe Levati, centrato da un medaglione con amorino su tritone.
La decorazione in bronzo dorato, con erme muliebri, allude al gusto rocaille francese conosciuto da Agostino Gerli negli atelier di Parigi.
Al suo interno, schizzi a penna dello stesso Maggiolini ne testimoniano la mano diretta: un oggetto di eccezionale pregio, tra i più eleganti esempi di arredo lombardo di transizione verso il Neoclassicismo. Parente diretto delle celebri opere conservate a Vienna e al Comune di Milano.
Con questa asta, Cambi consolida la sua presenza nel cuore culturale di Milano e riafferma l’importanza dell’Arte Antica come terreno fertile per nuove narrazioni.
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