
Sarà un’impresa titanica da compiere in due giorni, per parlare di fibrosi cistica e raccogliere fondi a supporto dei pazienti marchigiani. La sosterrà Fabio Guiotto, noto titolare del bar Bàgolo di via Castelfidardo ad Ancona, in questo caso protagonista di una sfida sportiva che ha dell’incredibile. L’evento si chiama “Special Triathlon per la fibrosi cistica“, e avrà inizio stamattina alle 5 dalla spiaggia del Passetto, dove Fabio Guiotto entrerà in acqua per coprire a nuoto la distanza che lo separa dalla spiaggiola di Numana, circa 15 chilometri che, se le correnti lo sosterranno, dovrebbe percorrere in sette ore. Poi il passaggio sulla bicicletta da triathlon e prua verso nord, 420 chilometri con tappa notturna per arrivare fino a Valdagno, la sua città di origine, in provincia di Vicenza. Arrivo previsto attorno alle 16 di domenica, dopodiché la ciliegina sulla torta, appena 12 chilometri di corsa, ma con 500 metri di dislivello per raggiungere la frazione di Cerealto, dove lo attenderà la festa con musica e stand.
L’impresa sportiva, tra musica e solidarietà, ma condita soprattutto dalla fatica del protagonista, è stata presentata ieri mattina in Comune ad Ancona, con l’assessore anconetano Manuela Caucci e il vicesindaco numanese Gabriele Calducci. Sulla maglia di Fabio Guiotto il logo dei tre Comuni dove farà tappa lo Special Triathlon, appunto Ancona, Numana e Valdagno. “Sono emozionato – racconta Fabio Guiotto –, quest’anno ero un po’ titubante, non sapevo se organizzare questa seconda edizione. Quella precedente mi aveva sfiancato. Poi sono anche titolare di un’attività, è difficile allenarsi e nel contempo mandare avanti tutto, anche se devo ringraziare i miei collaboratori che specialmente in quest’ultimo periodo mi hanno aiutato tantissimo. A qualcuno avevo confidato che forse avrei mollato. Poi ho sentito Alessandro Gattafoni che sarà la mia guida in mare, anche lui affetto da fibrosi cistica, e mi diceva che no, non potevamo mollare. Queste parole mi hanno fatto scattare dentro l’energia, mi sono detto che se non mollava lui, ammalato, non avrei potuto farlo nemmeno io. E così abbiamo dato vita a questa seconda edizione”. Fabio Guiotto, ormai anconetano d’adozione, è legatissimo alla città e al Conero, la moglie Raffaella è anconetana: “Su questa costa, nel ‘43, i pescatori salvarono mio nonno in fuga dalla Jugoslavia su una barca a remi. E poi lui raggiunse a piedi Valdagno”. Per Fabio farla in bici sarà dunque ripetere anche la fatica che fece il nonno per ricongiungersi con la sua famiglia. “Ma cinquant’anni si fanno sentire. Fondamentale l’allenamento, e per quello prima di tutto bisogna avere una moglie come Raffaella, che mi sostiene in tutto. Poi l’organizzazione e l’alimentazione. Il tempo per allenarsi lo si trova, se lo si vuole trovare. Io comincio alle 4 del mattino”.
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