17 Giugno 2025
Decennio Digitale, che cosa manca davvero all’Europa per vincere la sfida della transizione digitale e della sovranità tecnologica


Infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, competenze digitali e digitalizzazione del servizio pubblico: sono queste le aree che permangono ancora critiche nel percorso di digitalizzazione dell’UE, come evidenzia la Relazione sullo stato del Decennio Digitale.

Il documento, aggiornato al 2025 dalla Commissione europea, valuta i progressi generali dell’Unione e dei singoli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi del Decennio Digitale, che mira a promuovere la trasformazione digitale dell’UE attraverso obiettivi specifici in materia di infrastrutture, competenze, pubblica amministrazione e imprese.

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Contributi per le imprese

 

Dalla relazione emerge che, sebbene ci siano progressi, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel 2026 la Commissione riesaminerà gli obiettivi del programma strategico per il decennio digitale per valutare se riflettano ancora l’evoluzione del panorama digitale e soddisfino le esigenze relative alle priorità e alle ambizioni dell’UE.

Nonostante l’Europa si confermi un centro globale per lo scambio scientifico, persiste una debolezza nell’innovazione digitale, evidenziata da investimenti limitati in ricerca e sviluppo e da una insufficiente attenzione all’innovazione dirompente. Nel 2024 la percentuale del settore ICT nel valore aggiunto lordo ha raggiunto il 5,46%, con una crescita marginale rispetto al 4,86% del 2019. L’UE resta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina per quanto riguarda i depositi di brevetti.

Quali sono gli obiettivi del Decennio Digitale europeo

Prima di vedere quali sono i progressi e le lacune evidenziate dalla Commissione vale la pena ricordare quali sono gli obiettivi fissati per il 2030.

Il programma Decennio Digitale ha come scopo primario quello di accelerare la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030, focalizzandosi su quattro aree principali: competenze digitali, trasformazione digitale delle imprese, infrastrutture digitali sicure e sostenibili e digitalizzazione dei servizi pubblici.

Contabilità

Buste paga

 

Tra gli obiettivi principali vi è quello di formare 20 milioni di specialisti nel settore delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) e garantire che almeno l’80% della popolazione europea acquisisca competenze digitali di base.

Per quanto riguarda le imprese, il programma si propone di far sì che il 75% adotti tecnologie avanzate come il cloud, l’intelligenza artificiale e i Big Data, raddoppiando il numero di “unicorni” europei e portando oltre il 90% delle piccole e medie imprese (PMI) a un livello base di intensità digitale.

Sul fronte delle infrastrutture, l’obiettivo è assicurare una connettività gigabit universale, raddoppiare la quota europea nella produzione di semiconduttori, implementare 10.000 nodi periferici a impatto climatico zero e sviluppare il primo computer con accelerazione quantistica.

Il programma prevede anche la completa digitalizzazione dei servizi pubblici, con il 100% dei servizi essenziali disponibili online, l’accesso universale alla cartella clinica digitale e una identità digitale per tutti i cittadini. .

Il rafforzamento della sovranità, sicurezza e competitività tecnologica

Nonostante l’Europa si confermi un centro globale per lo scambio scientifico, persiste una debolezza nell’innovazione digitale, evidenziata da investimenti limitati in ricerca e sviluppo e da una insufficiente attenzione all’innovazione di frontiera.

Nel 2024 la quota rappresentata dal settore ICT nel valore aggiunto lordo ha raggiunto il 5,46%, con una crescita marginale rispetto al 4,86% del 2019. L’UE resta indietro rispetto a Stati Uniti e Cina per quanto riguarda i depositi di brevetti.

Per stimolare la crescita e gli investimenti transfrontalieri nell’innovazione legata alla difesa, la Commissione Europea ha avviato strumenti dedicati, come i programmi EUDIS Matchmaking e Accelerator, e ha mobilitato nuovi canali di finanziamento tramite il Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC) e il Fondo TechEU Scale-up.

A gennaio 2024 è stato lanciato un Fondo azionario per la difesa di 175 milioni di euro, con l’obiettivo di mobilitare fino a 500 milioni di euro in capitale di rischio per le tecnologie della difesa con potenziale a duplice uso.

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Connettività, al ritmo attuale la copertura completa sarà raggiunta solo nel 2051

Per soddisfare la crescente domanda di applicazioni a bassa latenza, come i veicoli autonomi e la chirurgia a distanza, è necessario che elevate quantità di dati fluiscano senza soluzione di continuità in tutti questi ambiti.

Per quanto riguarda la connettività fissa, è necessaria un’azione accelerata per raggiungere gli obiettivi del 2030. La copertura delle reti a altissima capacità (VHCN) ha raggiunto l’82,5% nel 2024, mentre la copertura in fibra si è attestata al 69,2% delle famiglie, con un aumento annuale dell’8,4%.

Tuttavia, al ritmo attuale, la copertura completa sarà raggiunta solo nel 2051. La copertura 5G di base in tutta l’UE ha raggiunto il 94,3% nel 2024, ma l’adozione del 5G (quota di popolazione che utilizza schede SIM 5G) è aumentata solo dal 21,7% al 35,6% nel 2024, significativamente inferiore a Stati Uniti (96,5%) e Cina (73,1%).

L’Europa è in ritardo anche nell’adozione delle reti 5G stand-alone (SA), con solo il 2% degli utenti 5G connessi tramite infrastruttura SA. Per migliorare gli incentivi di mercato per costruire le reti digitali del futuro, la Commissione sta lavorando a una futura legge sulle reti digitali (DNA), che sarà proposta entro la fine del 2025.

Per quanto riguarda la connettività satellitare, l’UE deve affrontare una duplice sfida di capacità e sovranità, rimanendo fortemente dipendente da attori extra-UE. L’UE inizierà a migliorare la sua presenza strategica nello spazio con lo sviluppo di IRIS2, una nuova costellazione satellitare multi-orbita dell’UE di 292 satelliti.

Per accelerare il raggiungimento dei progressi in connettività la Commissione raccomanda agli Stati membri di:

  • Introdurre misure mirate per accelerare l’introduzione della fibra ottica e la sua adozione da parte degli utenti finali
  • utilizzare misure normative e di finanziamento per incentivare la densificazione delle reti 5G, anche basate sullo spettro a onde millimetriche armonizzato nell’UE, e accelerare la diffusione di reti sicure 5G stand-alone, favorendo collaborazioni transfrontaliere e promuovendo casi d’uso innovativi
  • sostenere un’azione coordinata per la pianificazione e lo sviluppo di una rete affidabile, sovrana e resiliente di infrastrutture e capacità digitali, che comprenda le reti dorsali terrestri, sottomarine e satellitari, in tutta l’UE e con i Paesi partner internazionali.

Infrastrutture cloud ed edge

Nel 2024 si stima che un totale di 2.257 nodi edge siano stati implementati in tutta l’UE, con un aumento di 1.072 nuovi nodi rispetto al 2023. Ci si aspetta che nel 2025 vengano implementati 1.455 nuovi nodi, il maggiore aumento annuale, in linea con la traiettoria stimata per raggiungere i 10.000 nodi entro il 2030.

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L’aumento della capacità dei data center negli Stati membri sarà fondamentale per sostenere lo sviluppo dell’AI. Si prevede che la capacità dei data center in Europa aumenterà significativamente, raggiungendo potenzialmente una crescita del 70% entro il 2030, ma il divario con gli Stati Uniti dovrebbe ampliarsi ulteriormente.

L’EU Cloud and AI Development Act sarà fondamentale per accelerare l’implementazione dei data center in Europa.

Dal canto loro, gli Stati membri dovrebbero:

  • supportare il dispiegamento di nodi cloud ed edge sicuri e sostenibili e concentrare gli sforzi nazionali su investimenti e strategie mirate alle infrastrutture per garantire che le imprese abbiano accesso all’infrastruttura di calcolo sovrana necessaria per soddisfare le loro esigenze cloud e di intelligenza artificiale
  • collaborare strettamente con la Commissione sul prossimo Cloud and AI Development Act, con l’obiettivo di almeno triplicare la capacità dei data center dell’UE nei prossimi cinque-sette anni e portarla a un livello che corrisponda alle esigenze delle imprese e delle amministrazioni dell’UE entro il 2035. Questo è un obiettivo che potrebbe diventare un nuovo target del Decennio Digitale
  • impegnarsi pienamente con la Commissione nella discussione sui risultati dello studio a supporto del Cloud and AI Development Act per stabilire metodi per valutare e monitorare la capacità dell’infrastruttura di calcolo cloud dell’UE.

Semiconduttori

Nel 2024 la quota dell’UE dei ricavi globali della catena del valore dei semiconduttori era del 10,5%, ancora lontana dall’obiettivo del 20% per il 2030.

L’European Chips Act ha stabilito un quadro per attrarre investimenti dai principali produttori di semiconduttori in strutture uniche nel loro genere per l’UE. I primi sette progetti annunciati superano già i 30 miliardi di euro di investimenti.

Su questo fronte, la Commissione consiglia agli Stati membri di:

Microcredito

per le aziende

 

  • aumentare gli investimenti, stimolare le capacità di progettazione e produzione di chip domestici sicuri e sostenibili e continuare il loro impegno a supportare sia i semiconduttori essenziali che i chip all’avanguardia nei settori principali della catena del valore
  • abilitare un quadro favorevole agli investimenti, anche sviluppando la forza lavoro con le competenze necessarie nel settore dei semiconduttori.

Quantum e High Performance Computing (HPC)

L’UE ha raggiunto e superato l’obiettivo nel 2024 con l’implementazione dei primi due simulatori quantistici in Francia e Germania. Si prevede che entro la fine del 2025 verranno implementati sei computer quantistici aggiuntivi.

La joint venture per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC JU) sta contribuendo pienamente all’obiettivo di accelerazione quantistica del decennio digitale entro il 2025 e ha già selezionato otto siti in tutta l’Unione per ospitare i primi computer quantistici dell’UE.

Con il lancio dell’iniziativa AI Factories nove nuovi supercomputer ottimizzati per l’AI saranno acquisiti e implementati in tutta l’UE nel 2025 e 2026. Le AI Factories supporteranno le startup e gli ecosistemi di ricerca nel campo dell’IA fornendo servizi di supercalcolo per l’addestramento e lo sviluppo su larga scala di modelli di IA affidabili ed etici.

Gli Stati membri dovrebbero:

  • incrementare e coordinare gli investimenti nelle tecnologie quantistiche tra di loro, cercando di aumentare gli investimenti del settore privato
  • rafforzare gli sforzi nell’area delle infrastrutture di intelligenza artificiale, con un supporto solido alle AI Factories e ad altre iniziative dell’UE nel campo dell’AI, promuovendo un ambiente collaborativo e massimizzando l’impatto di questi sforzi.

La diffusione delle tecnologie digitali nell’economia

Un fattore chiave che mina la competitività europea è l’insufficiente diffusione delle tecnologie digitali nell’economia.

Raggiungere un livello base di intensità digitale tra oltre il 90% delle PMI dell’UE è un obiettivo chiave della strategia del Decennio Digitale dell’UE.

La relazione mostra che solo il 72,9% delle PMI ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale, con una crescita annuale del 2,8%. Di questo passo, l’obiettivo del 2030 potrà essere raggiunto non prima del 2045.

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Nella relazione la Commissione raccomanda agli Stati UE di rafforzare il sistema a sostegno della digitalizzazione delle PMI puntando, soprattutto, sui servizi offerti dai poli europei di innovazione digitale (EDIH).

Cresce (ma non abbastanza) l’adozione dell’AI nelle imprese

Nel 2024 la quota di imprese dell’UE che utilizzano l’AI è aumentata significativamente dall’8,1% al 13,5%. Tuttavia, il dato rimane ben al di sotto dell’obiettivo del decennio digitale del 75% entro il 2030, che non dovrebbe essere raggiunto prima del 2042.

Le grandi imprese continuano a guidare l’adozione dell’AI, con un tasso di utilizzo del 41,2%, rispetto al 12,6% tra le PMI.

Gli Stati membri dovrebbero:

  • adottare misure mirate e destinare risorse per supportare l’adozione di soluzioni avanzate, affidabili e sovrane abilitate dall’intelligenza artificiale. Occorre inoltre aumentare gli investimenti, anche mobilitando il settore privato, nell’AI generativa e di uso generale
  • concentrarsi sugli sforzi nazionali per incentivare gli investimenti in infrastrutture, garantendo che le imprese e il settore pubblico abbiano accesso all’infrastruttura di calcolo necessaria per soddisfare le loro esigenze di cloud e AI, specialmente per operazioni di fine-tuning e inferenza
  • promuovere la condivisione sicura e affidabile dei dati, supportando il dispiegamento degli Spazi Dati Europei, anche attraverso strumenti pratici come le clausole contrattuali modello, sfruttando appieno gli EDIC esistenti e accelerando quelli in fase di preparazione.

Sicurezza e utilizzo del digitale per la resilienza dell’UE

Con l’aumento delle tensioni geopolitiche ed economiche, le minacce informatiche si intensificano.

Le campagne di cyberspionaggio che prendono di mira gli Stati membri dell’UE e le istituzioni, gli organismi e le agenzie dell’UE sono continue e rimangono una minaccia persistente e grave. Nel 2024 il settore sanitario è stato particolarmente colpito, con il ransomware che ha rappresentato il 71% degli incidenti informatici.

Con circa 299.000 professionisti della cybersecurity mancanti nella sua forza lavoro, l’UE affronta un divario critico.

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Finanziamenti e contributi

 

Su questo fronte la Commissione raccomanda, agli Stati membri che non lo hanno ancora fatto, di trasporre con urgenza la Direttiva NIS2 e intraprendere azioni, anche andando oltre il necessario, per massimizzare gli effetti della piena implementazione dell’acquis in materia di cybersecurity, inclusa la Direttiva NIS2 e la Cassetta degli attrezzi per la sicurezza del 5G (includendo, dove appropriato, l’imposizione di restrizioni o esclusioni per quanto riguarda fornitori ad alto rischio).

In aggiunta, si raccomanda di:

  • intensificare gli sforzi per aumentare le capacità di cybersecurity, inclusa la garanzia dello sviluppo di competenze per la forza lavoro nel settore della cybersecurity utilizzando le risorse disponibili a livello UE, come il Quadro delle Competenze per la Cybersecurity Europeo.
  • sviluppare una roadmap per garantire una transizione sincronizzata alla crittografia post-quantistica (PQC) in tutta l’UE per le amministrazioni pubbliche e le infrastrutture critiche all’interno del Gruppo di Cooperazione NIS
  • progredire nella transizione dei loro sistemi crittografici alla crittografia post-quantistica entro il 2035, assicurando che vengano raggiunti obiettivi intermedi per i casi d’uso ad alto rischio e/o per i sistemi molto complessi da migrare entro il 2030.

Competenze digitali, resta ancora molta strada da fare

Nonostante la crescente consapevolezza della necessità di potenziare le competenze digitali in tutta la società, il ritmo del progresso in questo settore rimane insufficiente.

Nel 2023 solo il 55,6% degli adulti possedeva almeno competenze digitali di base. Al ritmo attuale, si prevede che l’UE raggiungerà un livello di poco meno del 60% entro il 2030, ben al di sotto dell’obiettivo dell’80% fissato nel contesto del programma politico del decennio digitale.

Per rispondere alla necessità di un approccio più coordinato all’educazione e alla formazione sulle competenze digitali nell’UE, la Commissione Europea sta finanziando e promuovendo tre nuove Digital Skills Academies in Quantum, AI e Virtual Worlds.

Gli Stati membri dovrebbero:

  • dare priorità agli investimenti nell’educazione e nelle competenze digitali in linea con la Raccomandazione del Consiglio sul miglioramento dell’offerta di competenze digitali nell’istruzione e formazione, includendo politiche mirate per i gruppi più bisognosi
  • promuovere la alfabetizzazione in intelligenza artificiale e le pratiche di base in materia di cybersecurity
  • promuovere le carriere ICT tra i giovani, con particolare attenzione alle ragazze
  • rafforzare l’offerta accademica per competenze digitali avanzate e potenziare la formazione professionale e l’apprendimento permanente per contribuire agli obiettivi digitali strategici dell’UE in aree chiave come le AI Factories, la cybersecurity, i dati e i semiconduttori.
  • sostenere l’implementazione delle Accademie Europee per le Competenze Digitali
  • sfruttare le opportunità di finanziamento dell’UE e le strutture di governance come i Consorzi Europei di Infrastrutture Digitali (EDIC), l’Acceleratore di Buone Pratiche del Decennio Digitale e le Coalizioni Nazionali per le Competenze e i Lavori Digitali
  • incrementare gli sforzi per ampliare i percorsi di migrazione lavorativa per attrarre specialisti ICT altamente qualificati da paesi non UE e incentivare il ritorno.

L’implementazione di soluzioni digitali per le persone e le società

Nel 2024 l’UE ha compiuto progressi costanti verso gli obiettivi che riguardano i servizi pubblici completamente digitali, grazie anche ai 13,8 miliardi di euro investiti dagli Stati membri per la digitalizzazione dei servizi pubblici chiave.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Il punteggio dei cittadini è salito a 82,3/100 (+3,6%), e quello delle imprese a 86,2/100 (+0,9%).

Per continuare ad accelerare i progressi la Commissione raccomanda di concentrare gli investimenti e le misure normative per sviluppare e rendere disponibili soluzioni digitali sicure, sovrane e interoperabili per i servizi pubblici e governativi online, possibilmente anche nel contesto degli appalti pubblici, includendo il completamento della connessione delle autorità al Sistema Tecnico Once-Only.

Sfruttare la digitalizzazione per la transizione verde

Nonostante i potenziali vantaggi della digitalizzazione per la transizione verde, l’impronta ambientale dell’economia digitale è in aumento.

Nel 2024 i data center in Europa hanno consumato circa 70 terawattora (TWh) di elettricità e si prevede che entro il 2030 il consumo di elettricità dei data center in Europa dovrebbe crescere di oltre 45 TWh, raggiungendo un totale di circa 115 TWh.

Anche il consumo di acqua per il raffreddamento delle infrastrutture digitali sta diventando una preoccupazione crescente.

Alcune best practise europee per la transizione digitale sostenibile

Diverse nazioni europee stanno implementando best practise per guidare la transizione digitale verso la sostenibilità.

La Francia si distingue con iniziative come il “General Policy Framework for the Eco-design of Digital Services”, che fornisce linee guida per professionisti ICT sull’eco-design, e lo sviluppo di “Product Category Rules” per migliorare l’informazione ambientale per i consumatori.

Ha anche lanciato la campagna “Alt IMPACT” per sensibilizzare sull’impatto ambientale delle tecnologie digitali.

I Paesi Bassi hanno presentato il loro “Sustainable Digitalisation Action Plan”, che prevede 44 azioni concrete per rendere il settore digitale più sostenibile e, al contempo, sfruttare la digitalizzazione per migliorare l’efficienza dei processi produttivi e ottimizzare l’uso delle risorse.

La Finlandia si è concentrata sull’aumento della base di conoscenze sull’impronta ambientale del settore ICT, sviluppando misure per ovviare alla mancanza di dati affidabili.

Il Lussemburgo ha introdotto la “Product Circularity Data Sheet”, uno strumento che fornisce informazioni dettagliate sulle caratteristiche di circolarità dei prodotti, come riciclabilità e durabilità, in linea con il Regolamento sull’Ecodesign per i Prodotti Sostenibili.

Le raccomandazioni della Commissione per le twin transition

Al fine di accelerare la transizione green attraverso le tecnologie digitali la Commissione consiglia agli Stati UE di:

  • supportare lo sviluppo di metriche armonizzate dell’impatto ambientale per soluzioni digitali, incluse quelle basate sull’intelligenza artificiale, e metriche per infrastrutture digitali come edge computing, data center e reti di telecomunicazioni.
  • rafforzare la loro cooperazione con l’Ufficio AI, la Coalizione Digitale Verde e lo Spazio Dati del Green Deal Europeo, contribuendo anche al prossimo Codice di Condotta dell’UE per reti di telecomunicazioni sostenibili
  • integrare indicatori chiave di prestazione (KPI) di sostenibilità digitale nei loro piani nazionali per la transizione digitale e verde.

Costruire coerenza, efficienza e semplificazione

Nel 2024 e per tutto il 2025 la Commissione ha dato priorità alla razionalizzazione della legislazione dell’UE per migliorare la competitività e ridurre gli oneri normativi.

Oltre la metà delle PMI europee indica tali ostacoli normativi e amministrativi come la loro più grande sfida. La Commissione si è posta l’obiettivo generale di ridurre gli oneri di rendicontazione di almeno il 25% per tutte le aziende, e di almeno il 35% per le PMI, prima della fine del suo attuale mandato.

Nel quarto trimestre del 2025 la Commissione presenterà un pacchetto digitale, inclusa una proposta di Omnibus digitale con una serie di misure di semplificazione per parte dell’acquis digitale.

Il finanziamento del Decennio Digitale

La priorità data alla transizione digitale dalla Commissione si riflette nell’impegno del bilancio dell’UE.

Quasi tutti i programmi dell’UE contribuiscono agli obiettivi digitali. Uno studio stima che tra il 2020 e il 2027 un totale di 207 miliardi di euro di denaro pubblico sosterrà gli obiettivi digitali. Di questi, 177,5 miliardi di euro contribuiscono direttamente al raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale dell’UE.

Oltre ai finanziamenti pubblici la mobilitazione degli investimenti privati svolge un ruolo cruciale. L’UE sta usando sempre più il suo bilancio per sostenere gli investimenti digitali privati attraverso strumenti come InvestEU, le joint ventures (JU) e i partenariati pubblico-privato (PPP).

A marzo 2025, InvestEU ha mobilitato 15,88 miliardi di euro in investimenti legati al digitale.

Cooperazione con città e regioni

La Commissione Europea sta anche rafforzando la sua cooperazione con città e regioni, riconoscendo che i governi subnazionali svolgono un ruolo fondamentale nell’attuazione e nella diffusione delle politiche digitali che interessano imprese, servizi pubblici e cittadini.

Per accelerare la diffusione delle tecnologie digitali in tutta l’UE e colmare il divario tra i centri di innovazione e le città più piccole, le città devono essere viste non solo come attuatori di politiche, ma come partner strategici che sfruttano la loro prossimità ai cittadini e alle PMI.

La cooperazione con le città include anche la creazione di ecosistemi digitali che integrano lo sviluppo delle competenze, l’infrastruttura di connettività e il supporto alle imprese, in particolare alle PMI.

Gli European Digital Innovation Hubs (EDIH) e le strutture di test e sperimentazione dell’IA (TEF), come CitCom.ai, offrono a città e attori locali gli strumenti per testare e implementare le tecnologie emergenti in condizioni reali.

Decennio digitale, a che punto è l’Italia?

Oltre alla relazione generale la Commissione ha presentato un’analisi dei progressi per ciascun Stato membro.

Per quanto concerne l’Italia, vengono rilevati notevoli progressi, con il 79% dei suoi 14 obiettivi nazionali allineati a quelli dell’UE per il 2030.

Il Paese è in linea con tutte le sue traiettorie per il 2024, avendo recepito il 69% delle raccomandazioni della Commissione del 2024. In particolare, l’Italia ha fatto passi avanti nell’infrastruttura digitale, con un aumento della copertura FTTP, e ha ottenuto risultati significativi nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nell’e-Health.

L’adozione di servizi pubblici digitali per i cittadini è passata dal 68,3% nel 2023 all’83,6% nel 2024, mentre l’accesso alle cartelle cliniche elettroniche ha raggiunto l’84,1% nel 2024.

Nonostante questi successi, permangono sfide nell’adozione dell’AI e nella crescita delle startup, sebbene l’Italia detenga una posizione di leadership nelle tecnologie strategiche come il quantum e i semiconduttori.

Persistono criticità sulle competenze digitali, in particolare tra i giovani e le persone con livelli di istruzione più bassi, e una bassa percentuale di specialisti ICT sul totale dell’occupazione (4% nel 2024).

Decennio Digitale, i documenti

Di seguito vi riportiamo la relazione completa sull’avanzamento dell’UE e il focus sull’Italia.

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