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Fisco, cambia il calendario: slittano le scadenze per 4,6 milioni di contribuenti.
Il Governo ha deciso di concedere più tempo per i versamenti fiscali a una platea selezionata di contribuenti. Con il decreto approvato dal Consiglio dei ministri il 12 giugno, slittano le scadenze originariamente fissate al 30 giugno 2025. Ora si potrà pagare entro il 21 luglio 2025 senza alcuna maggiorazione, oppure entro il 20 agosto, con un sovrapprezzo dello 0,4%.
Una mossa attesa da settimane, ma che non riguarda tutti. I beneficiari sono circa 4,6 milioni di soggetti, principalmente partite Iva in regime forfettario, contribuenti soggetti agli Isa, e aderenti al nuovo concordato preventivo biennale. Esclusi tutti gli altri.
Nuove regole e calendario: ecco chi beneficia della proroga
I soggetti che potranno usufruire del rinvio sono:
- Partite Iva in regime forfettario;
- Soggetti che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (Isa);
- Contribuenti minimi;
- Coloro che hanno aderito al concordato preventivo biennale.
Per loro, c’è tempo fino a fine luglio per saldare imposte su redditi, Irap e Iva. Chi sceglie di versare tra il 22 luglio e il 20 agosto pagherà una piccola maggiorazione (+0,4%). Il rinvio riguarda anche il versamento dell’imposta sostitutiva calcolata su eventuali redditi concordati. Non mancano, però, gli esclusi:
- Le partite Iva in regime ordinario non soggette a Isa;
- Chi non aderisce al concordato e per tutti gli altri contribuenti, dipendenti, pensionati, e soggetti diversi dai forfettari, la scadenza fiscale resta fissata al 30 giugno 2025, senza possibilità di rinvio.
Ecco perchè il fisco si prende una pausa. Cosa si nasconde dietro la proroga
Dietro lo slittamento non ci sono solo ragioni politiche o concessioni fiscali. Secondo il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, il rinvio è stato reso necessario dai recenti aggiustamenti normativi sul concordato preventivo biennale. In sostanza, serviva tempo extra per permettere a professionisti e contribuenti di adeguarsi alle nuove modalità di calcolo. Una proroga tecnica, più che ideologica, ma comunque ben accolta dai diretti interessati.
Il decreto fiscale non si limita a ridisegnare il calendario. Tra le novità più rilevanti:
- Più trasparenza nei rimborsi e nei rimborsi spese: introdotte regole chiare sulla tracciabilità per le spese di viaggio, vitto e alloggio;
- Stop ai “doppi bonus” per i rientri dall’estero: non sarà più possibile cumulare il regime agevolato per lavoratori impatriati con gli incentivi fiscali riservati ai ricercatori o ai nuovi residenti con redditi esteri. In sostanza, chi torna in Italia dovrà scegliere quale agevolazione sfruttare;
- 200 milioni per l’ex Ilva: lo Stato rinnova il sostegno al polo siderurgico in crisi, con un nuovo stanziamento destinato a tamponare l’emergenza.
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