19 Giugno 2025
Cribis presenta la seconda edizione del Synesgy Global Observatory: la sostenibilità diventa un fattore competitivo


  • Le piccole e medie imprese si confermano protagoniste del cambiamento: il 91% delle aziende analizzate rientra nella categoria PMI, dimostrando che la sostenibilità è ormai una priorità
  • Le aziende con punteggi ESG più elevati (A e B) generano il 71% del fatturato complessivo, pur rappresentando solo il 21% del campione
  • L’Italia mostra segnali di miglioramento, con un punteggio ESG medio salito da D a C e il 49% delle aziende che utilizza energie rinnovabili
  • Le aziende che rispettano gli standard ESG hanno in media il 41% in meno di giorni di ritardo nei pagamenti

Presentata la seconda edizione del Synesgy Global Observatory, l’osservatorio promosso da CRIF che elabora i dati delle aziende registrate su Synesgy – piattaforma globale specializzata nella valutazione ESG realizzata da Cribis nel 2021.

Secondo i dati raccolti nell’osservatorio si evidenzia un miglioramento globale per quanto riguarda lo score ESG delle imprese: il punteggio medio continua a migliorare, dal livello “D” del 2021 (sufficiente) si è passati al livello “C” nel 2024 (soddisfacente), riflettendo una crescente consapevolezza e impegno delle imprese verso la sostenibilità.

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

In un contesto economico in rapida evoluzione, rispettare i criteri ESG diventa oggi una leva fondamentale per i business. Secondo l’Osservatorio Synesgy le aziende con punteggi ESG più elevati mostrano una maggiore solidità economica e un rischio di liquidazione giudiziale inferiore del 30% rispetto a quelle con punteggio più basso. Inoltre, le aziende che integrano e rispettano gli standard ESG presentano una media del 41% in meno di giorni di ritardo nei pagamenti, evidenziando una maggiore efficienza operativa e affidabilità finanziaria.

L’osservatorio evidenzia come le piccole e medie imprese sono protagoniste di questo cambiamento: il 91% delle aziende analizzate è infatti una PMI, dimostrando come la sostenibilità sia una priorità trasversale, indipendente dalla dimensione delle imprese.

Le aziende con i punteggi ESG più elevati (A e B) generano il 71% del fatturato complessivo, pur rappresentando solo il 21% del campione, confermando il legame sempre più stretto tra sostenibilità e performance economica.

Anche l’Italia mostra segnali di miglioramento, con un punteggio ESG medio salito da D a C, ma permangono tuttavia alcune criticità.

Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

A livello mondiale, lo score ESG mostra un miglioramento complessivo per le aziende prese in analisi; a trainare la crescita l’aumento nell’utilizzo di energia rinnovabili che passa dal 46% dello scorso anno, al 48% del 2024.

L’Europa si conferma l’area geografica con il miglior progresso in ambito ESG, migliorando il proprio score ambientale da “E” nel 2021 a “C” nel 2024. Oggi, il 49% delle aziende europee utilizza fonti di energia rinnovabile. Le recenti evoluzioni normative, sia a livello dell’Unione Europea che in altre giurisdizioni, volte a semplificare gli obblighi di rendicontazione per le imprese, hanno rappresentato un’opportunità concreta, in particolare per le PMI, rendendo più accessibile la rendicontazione volontaria sulla sostenibilità. Le realtà più lungimiranti stanno già sfruttando questo contesto favorevole, trasformandolo in un vantaggio competitivo.

Anche l’Italia mostra progressi significativi, con un punteggio medio salito da “D” a “C”. Nel nostro Paese il 49% delle aziende utilizza energie rinnovabili, dato in linea con la media europea (49%); tuttavia permangono criticità, soprattutto inerente alle tematiche della sostenibilità sociale. Persistono infatti le disparità di genere nelle posizioni di leadership e nei ruoli operativi all’interno delle imprese italiane, dove le donne rappresentano solo il 37% dei manager all’interno di un’aziendacontro la media europea del 44%.

Il report evidenza inoltre come le imprese con punteggi ESG elevati mostrano una maggiore solidità economica. In particolare, il rischio di liquidazione giudiziale (un indicatore chiave di rischio d’impresa) è significativamente inferiore (circa il 50% in meno) rispetto a quelle con punteggi ESG inferiori.

Allo stesso modo, le aziende che rispettano e integrano gli standard ESG presentano, in media, un numero inferiore di giorni di ritardo nei pagamenti (circa il 41% in meno). Questo suggerisce una maggiore efficienza operativa, una gestione più responsabile e, di conseguenza, un minor rischio finanziario e di liquidità.

Guardando all’Italia: le imprese con un alto punteggio ESG registrano un ritardo medio nei pagamenti di 7,7 giorni, esattamente la metà rispetto ai 15,4 giorni delle aziende con un basso punteggio, registrando quindi un 50% in meno di giorni di ritardo nei pagamenti.

Questo dato è particolarmente significativo se si considera che la puntualità nei pagamenti è un indicatore chiave dell’affidabilità finanziaria di un’azienda e della qualità delle sue relazioni commerciali.



Source link

Assistenza e consulenza

per acquisto in asta

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

La tua casa dei sogni ti aspetta

partecipa alle aste immobiliari!