
Rita Cavalieri, titolare dell’attività Cavalieri a Campogalliano, è stata confermata alla presidenza del Movimento Donne della nostra associazione. Cavalieri commenta:
Sicuramente un motivo di orgoglio: vogliamo dare continuità a quanto stiamo già facendo da tempo con tutto il Movimento per promuovere la figura dell’imprenditrice. Ringrazio per la fiducia le colleghe, ma sono consapevole che solo con il lavoro di squadra si possono raggiungere obiettivi importanti.
La rielezione di Rita Cavalieri è l’occasione per analizzare l’imprenditoria femminile nelle province di Modena e Reggio Emilia.
Il focus a Modena
Come emerge dai dati elaborati da nostro ufficio studi, rispetto al periodo pre pandemia, nel 2024 l’occupazione femminile è diminuita del 2,1%, a fronte di un’occupazione maschile aumentata del 2,8%. Suddividendo per fasce d’età il tasso di occupazione, tra i 18 e i 29 anni lavorano il 47,3% delle donne, tra i 35 e i 44 sono il 72,8% mentre salgono al 78,5% tra i 45 e i 54 anni. Rispettivamente, però, registrano un -16, -21 e -15 punti percentuali rispetto all’occupazione maschile.
Modena si piazza al settimo posto tra le prime 20 province italiane per incidenza di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia nel 2022 con un valore del 32,9%. Al 31 marzo 2025, dato più aggiornato disponibile, sono 13.651 le imprese gestite da donne nel territorio di Modena e provincia, il 21,6% del totale delle imprese attive. Rispetto allo stesso periodo del 2024 il dato è calato solo lievemente (erano 48 in più nell’anno precedente), mentre è diminuito del 2,6% rispetto al 2019.
Del totale delle imprese femminili, il 23,2% sono realtà artigiane, il 15,6% sono gestite da straniere e il 9% da giovani. Tra i settori più in difficoltà figurano industrie tessili, abbigliamento, coltivazioni agricole e commercio al dettaglio. Da segnalare nell’indagine effettuata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato il gender pay gap che rimane ancora evidente: la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti è il 33% in meno per le donne rispetto agli uomini nella provincia modenese.
L’analisi a Reggio Emilia
Nel 2024 l’occupazione femminile è diminuita dell’1,8%, con cali più accentuati tra le imprenditrici e libere professioniste. Suddividendo per fasce d’età il tasso di occupazione, tra i 18 e i 29 anni lavorano il 43,6% delle donne, tra i 35 e i 44 sono l’85,1% mentre sono il 79% tra i 45 e i 54 anni. Rispettivamente, però, registrano un -8, -11 e un -12 punti percentuali rispetto all’occupazione maschile.
Reggio Emilia si piazza al dodicesimo posto tra le prime 20 province italiane per incidenza di bambini che hanno usufruito dei servizi comunali per l’infanzia nel 2022 con un valore del 30,9%. Al 31 marzo 2025, dato più aggiornato disponibile, sono 8.968 le imprese gestite da donne nel territorio di Reggio Emilia e provincia, il 19,2% del totale delle imprese attive. Rispetto allo stesso periodo del 2024 il dato è calato del 2,2%, mentre è aumentato dell’1,4% rispetto al 2014.
Del totale delle imprese femminili, il 24,7% sono realtà artigiane, il 17,1% sono gestite da straniere e il 9,6% da giovani. Tra i settori più in difficoltà figurano abbigliamento, commercio al dettaglio, lavori di costruzione specializzati e coltivazioni agricole. Da segnalare nell’indagine effettuata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato il gender pay gap che rimane ancora evidente: la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti è il 34% in meno per le donne rispetto agli uomini nella provincia reggiana.
Cavalieri conclude:
Uno dei principali obiettivi che dobbiamo avere come associazione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica ma, soprattutto, le giovani. È per questo che lavoriamo da anni con le scuole del territorio, per far capire alle ragazze che anche loro possono fare impresa e realizzare i loro sogni. Gli scogli sociali da superare sono molti, ma con il lavoro di squadra si possono raggiungere traguardi importanti.
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