
E se i lavoratori non fossero più solo esecutori ma veri protagonisti dell’impresa?
Una legge che apre una nuova fase per il sistema produttivo italiano: partecipazione gestionale, economica, organizzativa e consultiva diventano strumenti concreti per ridisegnare il rapporto tra impresa e lavoro.
L’obiettivo è ambizioso: costruire modelli di governance più democratici e inclusivi, in cui i lavoratori contribuiscano non solo alla produttività, ma anche alle scelte strategiche, agli utili e all’innovazione.
Questa norma segna un passo decisivo verso un capitalismo più partecipato, in linea con quanto già previsto per le imprese sociali. Ma le imprese tradizionali sono pronte a questo cambiamento?
Con l’approvazione della legge nr. 76/2025, si aprono degli scenari interessanti per consentire ai lavoratori di partecipare alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese.
La norma mira ad indirizzare la governance delle imprese, verso modelli più democratici ed inclusivi, incentivare la partecipazione finanziaria e patrimoniale dei lavoratori, innovare i processi e l’organizzazione attraverso nuovi meccanismi di confronto.
In particolare, sono previste diverse modalità di partecipazione che possono essere adottate.
Quella gestionale, al fine di consentire ai lavoratori di collaborare alle scelte strategiche dell’impresa, attraverso la partecipazione al Consiglio di sorveglianza o al Consiglio di amministrazione.
La partecipazione economica e finanziaria, che prevede una partecipazione ai profitti e ai risultati dell’impresa, mediante distribuzione degli utili o strumenti diversi.
La partecipazione organizzativa, attraverso un coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni relative a piani di miglioramento e di innovazione dei prodotti, dei processi produttivi, dei servizi e dell’organizzazione del lavoro.
Infine, è prevista anche una partecipazione esclusivamente consultiva, mediante l’espressione di pareri e proposte sulle decisioni che l’impresa intende assumere.
È interessante notare come questo provvedimento, si inserisca nel solco dei meccanismi di governance che a tempo caratterizzano anche le imprese sociali, disciplinate dal D.lgs. 112/17.
L’articolo 11 del menzionato decreto prevede infatti come, nei regolamenti o negli statuti delle imprese sociali debbano essere previste adeguate forme di coinvolgimento non solo dei lavoratori, ma anche degli utenti e di altri soggetti direttamente interessati alle loro attività; obbligo che trova poi attuazione in un successivo Decreto Ministeriale, del 7 Settembre 2021, che contiene delle specifiche linee guida.
Due provvedimenti che – anche se da prospettive diverse – aprono la strada verso nuovi modelli di capitalismo inclusivo che consentano un coinvolgimento diretto di tutti gli stakeholder nell’attività delle imprese, in primis i lavoratori.
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