29 Giugno 2025
“Teatro Borgatti, un cantiere complesso. Il tetto molto delicato, serviranno 550 giorni”


E’ iniziato il cantiere per il recupero del Teatro Borgatti, aggiudicato da Acmar, impresa consorziata indicata dal Consorzio Ciro Menotti di Ravenna raggruppata in ATI con l’impresa Sgargi s.r.l. di Bologna, tra 20 imprese partecipanti, provenienti da tutta Italia. Azienda che in curriculum ha il restauro di edifici storici, con interventi rilevanti come il Museo Archeologico di Classe, la Rocca Estense di Lugo, il Museo Arcivescovile di Ravenna e il Museo Nazionale di Pietrarsa, ed ha lavorato anche al post sisma a L’Aquila e nel centro Italia anche per appalti di grande entitĆ  economica ed attualmente ĆØ impegnata in ulteriori progetti di recupero di beni storici a Ravenna, Bagnacavallo e Cesena. E’ il loro direttore tecnico Matteo Boattini a raccontarci il lavoro sul Borgatti in corso.

Che migliorie sono state offerte rispetto al progetto a bando? “Le principali migliorie riguardano l’ottimizzazione degli impianti, volte ad un aumento delle performance dei ventilconvettori, in termini anche di silenziositĆ , oltre che una serie di accorgimenti tesi ad agevolare il monitoraggio dei consumi di tutti gli impianti e regolare il funzionamento dei sistemi di illuminazione e di erogazione dell’acqua per ridurre l’entitĆ  dei consumi; inoltre l’offerta ĆØ stata incentrata sull’impiego di materiali innovativi, conformi ai criteri ambientali minimi, con l’obiettivo di incrementare anche l’efficienza energetica dell’edificio. E’ stata inoltre premiata la proposta di organizzazione dei lavori per contenere al minimo l’invasivitĆ  del cantiere nei confronti del contesto in cui si colloca, sia sotto il punto di vista della visibilitĆ  del cantiere, sia in termini di rumorositĆ  e polveri, adottando accorgimenti tecnologici e costruttivi in grado di ridurne l’impatto”.

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Quale sarĆ  il punto più complicato del lavoro? “La fase più complessa sarĆ  certamente quella relativa al rifacimento del tetto. Lo spazio limitato per lo stoccaggio, sia dei materiali di risulta delle demolizioni, sia dei nuovi elementi da installare, presupporrĆ  una pianificazione accurata delle attivitĆ  giorno per giorno”.

Ci sarĆ  qualche step particolare? “La principale attivitĆ  ĆØ quella di sostituzione e/o adeguamento della copertura. La particolaritĆ  della fase ĆØ che tutte le operazioni di demolizione e ricostruzione avverranno sempre in “contesto protetto”, ovvero con l’utilizzo di una copertura provvisoria mobile che consentirĆ  di tenere al riparo dalle intemperie le strutture dell’edificio, giĆ  fortemente indebolite dal sisma”.

Come si svolgerĆ  il cantiere? “La prima fase del cantiere riguarderĆ  la riparazione delle principali lesioni causate dal sisma, tramite tecniche di consolidamento tipiche fra cui scuci e cuci delle murature, e ammorsamenti. Successivamente si interverrĆ  sulla copertura e sul consolidamento delle strutture esistenti, per procedere poi al restauro degli elementi architettonici danneggiati. In parallelo agli interventi strutturali, verrĆ  effettuato anche l’adeguamento degli impianti tecnologici esistenti. Vi sono poi interventi consistenti nella rimozione degli elementi architettonici ritenuti ā€˜incongrui’, non più compatibili con l’architettura dell’edificio. La durata prevista del cantiere ĆØ di 550 giorni naturali consecutivi”.

Quali sono le maggiori criticitĆ ? “Riguardano la logistica del cantiere, fortemente condizionata dagli spazi ristretti. Di conseguenza, sarĆ  fondamentale pianificare con estrema precisione le forniture e le diverse fasi operative. Altra criticitĆ  operativa ĆØ rappresentata dalle grandi altezze in campo, specie nelle zone sopra il palco, per cui saranno predisposti adeguati presidi di sicurezza personali e collettivi”.

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Cosa rappresenta per voi, come azienda, poter contribuire alla rinascita di un simbolo culturale come il Teatro Borgatti? “Contribuire alla rinascita di un edificio storico simbolo di cultura e aggregazione per la collettivitĆ  rappresenta motivo di grande orgoglio per l’azienda; restituire alla cittadinanza centese il teatro della cittĆ  rafforza ancora di più il profondo legame che Acmar ha con il proprio territorio”.

Qual ĆØ l’aspetto che vi emoziona di più? “Lavorare in un edificio storico, patrimonio architettonico e culturale ĆØ un valore aggiunto della nostra attivitĆ . Acmar ha contribuito al recupero di svariati edifici di grande pregio e per ognuno di essi, superate le grandi difficoltĆ  che contraddistinguono interventi cosƬ particolari, il momento della riconsegna alla collettivitĆ  ha rappresentato il momento di maggiore soddisfazione per l’azienda”.

Laura Guerra



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